Niente bonus cultura da 500 euro senza lo Spid

I 18enni dovranno essere registrati al sistema pubblico di identità digitale per poter accedere al denaro messo a disposizione dal Governo. Si parte il 15 settembre. Potenzialmente coinvolti 577mila ragazzi

Pubblicato il 12 Set 2016

Niente bonus cultura da 500 euro senza lo Spid

Bonus cultura sì, ma solo se si ha lo Spid. I giovani che compiono o hanno compiuto 18 anni nel 2016 potranno usufruire della misura messa a punto dal governo, che affida a ognuno di loro la somma di 500 euro da spendere per acquistare beni e servizi legati alla cultura, come libri, ingressi ai musei, biglietti per cinema, teatri e concerti, a partire dal 15 settembre. Per farlo, i nati nel 1998 avranno a disposizione l’applicazione “18app”, a cui potranno accedere con le proprie credenziali Spid, il sistema pubblico di identità digitale.

Una misura che consentirà così di far iniziare i più giovani a prendere confidenza con l’identità digitale, che poi potranno utilizzare anche per accedere a tutti i servizi online della pubblica amministrazione. Per ottenere lo Spid i nati nel 1998 dovranno registrarsi tramite uno dei 5 identity provider, che sono Poste, Aruba, Tim, Infocert e Sielte.

Una volta ottenute le credenziali basterà installare sullo smartphone o sul tablet “18app”, da cui sarà possibile scegliere le attività o i beni da comprare da un elenco di esercenti, negozi, biblioteche, cinema, teatri, musei e servizi culturali. Per scaricare l’app bisogna collegarsi su www.18app.it o su www.diciottapp.it, avendo cura di fare il login utilizzando lo Spid.

Per consumare tutti i 500 euro i ragazzi avranno tempo fino a tutto il 2017. La misura coinvolge potenzialmente 576.953 giovani, e costerà alle casse dello stato fino a
290 milioni.

Il Bonus cultura aveva ottenuto il 7 settembre via libera del Consiglio di Stato, che aveva espresso parere positivo sullo schema di decreto. Palazzo Spada aveva tuttavia evidenziato come restino “possibili incertezze su applicazione e rischio di restrizione dei servizi“. La definizione dell’ambito di utilizzo del bonus, infatti, è secondo il Consiglio di Stato “generica” e “andrebbe precisata nel regolamento, onde fugare possibili incertezze sulla tipologia di beni e servizi acquistabili”.

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