Open Fiber ha inaugurato a San Giovanni Teatino, alle porte di Pescara, un nuovo Edge Data Center. Questa struttura, una delle prime di un piano nazionale più ampio, è stata progettata per avvicinare le capacità di calcolo e l’elaborazione dei dati ai luoghi in cui vengono generati, riducendo la latenza e favorendo i servizi avanzati basati sulle nuove tecnologie, tra cui AI e IoT.
Alla presenza di Tiziana Magnacca, Assessore alle Attività Produttive della Regione Abruzzo, Lorenzo Dattoli, Presidente di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico, Marco Pasini, Responsabile Technology Area Centro di Open Fiber, Andrea Lazzaroli, Responsabile Marketing Mercato Business Open Fiber, Maurizio Goretti, Amministratore Delegato Namex e Milko Ilari, Head of Southern Europe RETN, è stato tagliato il nastro a quello che rappresenta un nuovo snodo digitale della regione Abruzzo e dell’Italia.
L’infrastruttura è integrata con la rete in fibra ottica di Open Fiber, il principale operatore Ftth italiano e tra i leader in Europa, che a oggi ha messo in vendibilità oltre 17,65 milioni di unità immobiliari in fibra ottica, di cui 15,2 milioni in Ftth.
Il data center punta a offrire prestazioni elevate, affidabilità e sicurezza. Grazie a un’architettura modulare, ogni nodo potrà svilupparsi continuando ad interagire con gli altri nella garanzia della ridondanza geografica e della continuità operativa.
Particolare attenzione è stata rivolta anche alla sostenibilità energetica, con un modello distribuito che riduce i consumi concentrati e l’impatto ambientale complessivo. Il nuovo Data Center è pensato per rispondere alle esigenze di imprese, pubbliche amministrazioni e startup, offrendo servizi come co-location e abilitando soluzioni di cloud ibrido.
Secondo Andrea Lazzaroli, Responsabile Marketing Mercato Business di Open Fiber, l’iniziativa mira a creare un ecosistema di lungo periodo che può attrarre investimenti e nuove professionalità, collaborando a creare in Abruzzo un polo digitale la cui area di interesse si estende oltre i confini regionali. Abbiamo sentito Lazzaroli per avere qualche dettaglio in più dell’operazione.
Ingegnere Lazzaroli, l’inaugurazione del nuovo Edge Data Center a Pescara segna un passo importante per Open Fiber. Qual è la visione strategica dietro a questo progetto di rete distribuita di data center?
La nostra visione è chiara: vogliamo avvicinare l’elaborazione dei dati a chi li genera e li utilizza. Attualmente il modello centralizzato è dominante, con grandi hub in città come Milano in Italia, nonché in numerose capitali europee. Questo modello offre numerosi vantaggi che ne stanno determinando un rapido sviluppo, ma ha anche delle limitazioni intrinseche, ad esempio in termini di latenza, che assumeranno maggiore rilevanza nei prossimi anni. Il nostro progetto, che fa parte di un piano nazionale, mira quindi ad integrare il modello centralizzato con una rete capillare di Edge Data Center. Si potrà così fare evolvere il modo di elaborare e archiviare i dati e adottare modelli più distribuiti in grado di andare incontro alle esigenze di una transizione digitale pervasiva.
A cosa serve, in concreto, un “Edge Data Center” e quali vantaggi porta alle imprese e ai cittadini?
Un Edge Data Center, in sostanza, porta la capacità di calcolo e di elaborazione dei dati più vicino a dove essi sono originati e fruiti. Per le imprese e le pubbliche amministrazioni locali questo significa potersi avvalere di un’infrastruttura di prossimità con evidenti benefici operativi e di prestazioni, senza rinunciare ai livelli di qualità e affidabilità propri di un Data Center e, grazie al “peering” locale e remoto, senza rinunciare ad interconnettersi alle altre reti presenti nei grandi Exchange Points in Italia e all’estero. Grazie alle reti di accesso in fibra ottica di Open Fiber è possibile collegare al Data Center di prossimità le proprie sedi e quelle dei clienti e fornitori, e da qui interconnettersi ad internet ed ai punti remoti di scambio del traffico senza sostenere i costi di collegamenti dedicati e di affitto di spazi. Ma gli Edge Data Centers offrono un’opportunità anche per i grandi attori nazionali e internazionali a cui Open Fiber, assieme alle proprie reti di accesso e di trasporto in fibra ottica, mette oggi a disposizione anche una rete omogenea di Edge Data Centers che sono stati progettati e realizzati secondo un’unica architettura in grado di consentire l’offerta dei servizi a bassa latenza.
Avete menzionato che questo progetto ha un forte focus sulla sostenibilità. In che modo una rete distribuita contribuisce a questo obiettivo?
La sostenibilità è un tema sempre più sensibile, e l’approccio dei Data Centers distribuiti va incontro a questa esigenza sotto diversi punti di vista. Con gli Edge Data Centers evitiamo di aggiungere consumi in aree geografiche già in sofferenza per l’elevata concentrazione di attività energivore, evitiamo la cementificazione del territorio tramite la riconversione dell’edilizia esistente, ed evitiamo il trasporto dei dati nei casi in cui si possono mantenere localmente. A ciò si aggiunge, come sempre, l’adozione dei sistemi di efficientamento energetico e, ove possibile, la generazione locale di energia rinnovabile.
Qual è il prossimo passo per questo progetto? Quanti data center prevedete di realizzare e in quali tempi?
Siamo nella prima fase del nostro piano. I primi centri sono già operativi a Roma, Milano e Pescara e sono in costruzione altri Data Center che porteranno, entro la prima metà del 2026, alla disponibilità di quindici nodi distribuiti sul territorio nazionale. Si tratta del primo livello dell’architettura complessiva: gli ulteriori data centers si aggiungeranno in funzione della domanda e andranno a costituire anelli regionali, portando l’elaborazione dei dati in maggiore profondità sul territorio ed offrendo anche a livello locale la ridondanza geografica ed il disaster recovery.