Si insinuano crepe nel sodalizio tra OpenAI e Microsoft: la società che ha sviluppato ChatGPT starebbe considerando di denunciare il gigante del software, e principale investitore in OpenAI, per comportamento anticoncorrenziale nella loro partnership. Lo riporta il Wall Street Journal.
La mossa di OpenAI potrebbe significare che i suoi avvocati cercheranno dal giudice federale una revisione dei termini del contratto che la società fondata da Sam Altman ha con Microsoft in nome di presunte violazioni della legge antitrust.
OpenAI starebbe valutando anche la possibilità di portare la questione all’attenzione del grande pubblico e puntare il dito sul ruolo dominante assunto da Microsoft nel settore dell’intelligenza artificiale.
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OpenAI e Microsoft ai ferri corti sui termini della partnership
Le fonti della stampa americana affermano che le due aziende, pur dopo mesi di trattative, non sono riuscite a concordare i dettagli della transizione di OpenAI in una società public-benefit. Transizione per la quale, sottolineano i media Usa, la società di ChatGPT ha bisogno dell’approvazione del suo potente investitore.
In particolare, le due parti stanno ridiscutendo i termini dell’investimento di Microsoft, compresa la futura partecipazione azionaria che questa deterrà in OpenAI.
Come noto, il colosso di Redmond ha investito complessivamente circa 10 miliardi di dollari nella società di Altaman.
La public benefit company è una forma giuridica che, pur mantenendo una missione dichiarata di pubblica utilità, consente di avere azionisti, raccogliere capitali e distribuire utili. Lo scopo di OpenAI è aprirsi a un bacino più ampio di investitori e partner, liberandosi dall’esclusiva con Microsoft.
Scontro su assetto azionario e cloud
Secondo i dettagli riferiti dal sito The Information, OpenAI vorrebbe che Microsoft detenesse una partecipazione del 33% nel nuovo assetto societario di OpenAI, ma rinunciando ad ogni diritto sui profitti futuri. Microsoft non avrebbe accettato i termini proposti da OpenAI e starebbe cercando maggiori concessioni dalla startup.
L’azienda di ChatGPT intenderebbe anche modificare le clausole esistenti che danno a Microsoft i diritti esclusivi per ospitare modelli OpenAI nel suo cloud. In base al contratto che le lega attualmente, Microsoft ha il diritto esclusivo di vendere gli strumenti sviluppati da OpenAI tramite Azure, la sua piattaforma di cloud, e ha un accesso preferenziale alla tecnologia della società.
Ma OpenAI vorrebbe aggiungere il servizio Google Cloud per soddisfare le sue crescenti esigenze di capacità di calcolo, come riportato da Reuters.
Microsoft dovrebbe essere anche l’unica azienda a fornire i computer e i sistemi che servono a far funzionare l’intelligenza artificiale di OpenAI; tuttavia, a inizio anno ha acconsentito alla fondazione di Stargate, un progetto con cui OpenAI ha iniziato a costruire un centro dati tutto suo, per essere meno dipendente da Microsoft.
L’acquisizione di Windsurf da parte di OpenAI
Un altro punto di attrito è l’acquisizione da parte di OpenAI di Windsurf, un’azienda che sviluppa strumenti per aiutare i programmatori a scrivere codice usando l’intelligenza artificiale. L’operazione – che vale 3 miliardi di dollari – è stata annunciata a inizio maggio.
In base all’attuale contratto, Microsoft ha accesso a tutta la tecnologia di OpenAI, compresa quella che viene acquisita. Tuttavia l’azienda di ChatGPT vorrebbe evitare che Microsoft ottenga la proprietà intellettuale di Windsurf.
Il futuro: chi controllerà l’intelligenza artificiale generale?
Altro nodo del contendere, come riportato da Reuters e dal Post, è l’eventuale futuro sviluppo di una forma di intelligenza artificiale generale (AGI), da parte di OpenAI. Secondo l’accordo attuale, una volta raggiunto questo sviluppo, la collaborazione esclusiva tra le due parti terminerebbe. Microsoft invece vorrebbe continuare ad avere accesso alla tecnologia anche dopo.
Interpellate da Reuters, le due parti si sono limitate a commentare che “I colloqui sono in corso e siamo ottimiste di continuare a lavorare insieme per gli anni a venire”.