PALAZZO CHIGI

Privatizzazioni, StM e Cdp Reti fra le dismissioni di Stato

Nel piano messo a punto da Letta e Saccomanni anche la società nata dalla fusione di Sgs con Thomson processori e la “costola” della Cassa depositi e prestiti che gestisce il 14% di Metroweb

Pubblicato il 21 Nov 2013

Privatizzazioni, StM e Cdp Reti fra le dismissioni di Stato

Sono otto le società che il Governo ha deciso di mettere in vendita nel piano di privatizzazione che, secondo le stime del premier Enrico Letta e del ministro delle Finanze Fabrizio Saccomanni dovrebbe fruttare in tutto una cifra compresa tra i 10 e i 12 miliardi.

Tra queste, oltre a Eni, Fincantieri, Sace, Cdp Tag, Grandi stazioni ed Enav ci sono anche Cdp Reti e StMicroelectronics.

L’operazione che porta sul mercato Cdp Reti passa attraverso la Cassa depositi e prestiti. La prospettiva è quella di quotare in Borsa una holding che oggi ha il controllo sulla maggioranza di Snam, la società che gestisce la rete gas italiana, e il 14% di Metroweb, il gruppo cioè proprietario della cablazione in fibra ottica nei capoluoghi più importanti, acquisita da Fastweb. Prima dell’arrivo in Piazza Affari è previsto che il 30% di Terna, spa che gestisce la rete elettrica, passi in Cdp Reti.
Quanto a StMicroelectronics, si tratta di una società italo-francese che nasce dalla fusione tra Sgs (gruppo Olivetti), poi passata a Iri, e Thomson processori. L’azienda ha il suo core business nella realizzazione di componenti per l’elettronica di consumo ed è quotata alle Borse di Parigi e Milano. La prospettiva per il tesoro è quella di fare cassa liberandosi del 14,5% del capitale che possiede indirettamente. Oggi la società vale in borsa 700 milioni.

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