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Sovranità digitale, il Parlamento Ue: “Più investimenti e riforme per ridurre la dipendenza dalle big tech”



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La commissione Itre propone anche l’istituzione di un’infrastruttura pubblica europea (Dpi), che copra tecnologie come semiconduttori, connettività, cloud, software, dati e AI. E sottolinea “l’importanza strategica delle infrastrutture digitali critiche, tra cui cavi, torri cellulari, satelliti, data center e spettro”

Pubblicato il 4 giu 2025



Europa – parlamento Ue – Parlamento europeo

Gli eurodeputati spingono sulla sovranità tecnologica dell’Unione europea, chiedendo investimenti sostanziali e riforme normative per promuovere l’innovazione e affrontare la dipendenza dell’Europa dalle tecnologie straniere. È questo il cuore della relazione appena adottata dalla commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo.

Sempre in ottica di sovranità, tecnologica e digitale, i parlamentari chiedono una politica industriale europea globale per l’ecosistema digitale, che copra la standardizzazione, la ricerca e lo sviluppo, l’accesso al mercato, gli investimenti, la cooperazione internazionale e il commercio. Gli eurodeputati sostengono, inoltre, lo sviluppo di un quadro di valutazione del rischio per monitorare e affrontare le dipendenze nella catena del valore digitale.

Sovranità tecnologica e digitale, le proposte del Parlamento Ue

La relazione propone anche l’istituzione di un’infrastruttura pubblica digitale europea (DPI), che copre tecnologie come semiconduttori, connettività, infrastrutture cloud, software, dati e intelligenza artificiale. La raccomandazione è di assegnare finanziamenti adeguati nel prossimo quadro finanziario pluriennale (MFP), con investimenti incentrati su settori come l’informatica ad alte prestazioni, l’informatica quantistica, la connettività, il cloud, gli ecosistemi di intelligenza artificiale e le librerie digitali.

Gli eurodeputati sottolineano anche l’importanza strategica delle infrastrutture digitali critiche, tra cui cavi, torri cellulari, satelliti, data center e spettro. In ottica di sovranità questi dovrebbero rientrare nella giurisdizione europea e rispettare pienamente il diritto dell’Ue. I parlamentari invitano anche la Commissione europea a proporre una legislazione che affronti i rischi di alcuni fornitori provenienti da paesi terzi.

La relazione della commissione del Parlamento Ue definisce la sovranità tecnologica come la capacità dell’Unione europea di progettare, sviluppare e scalare le tecnologie digitali necessarie per la competitività economica, il benessere pubblico e l’autonomia strategica aperta.

Ad oggi l’Ue si basa su paesi terzi per oltre l’80% dei suoi prodotti digitali, servizi, infrastrutture e proprietà intellettuale. In particolare, i deputati sottolineano la concentrazione di potere in un piccolo numero di aziende globali in settori digitali chiave, tra cui sistemi operativi, informatica, servizi cloud, intelligenza artificiale, ricerca, pubblicità digitale e pagamenti online e evidenziano che l’Ue rischia di non raggiungere i suoi obiettivi del decennio digitale, anche in settori come l’adozione del cloud, i big data e l’intelligenza artificiale.

Voce a industria e startup

I deputati chiedono, in generale, una visione più olistica dell’infrastruttura digitale che includa numerosi elementi oltre la pura connettività ed evidenziano la necessità di aumentare gli strumenti di investimento pubblico-privato, migliorare l’accesso ai finanziamenti per le start-up e le scale-up nei settori tecnologici critici e l’importanza degli appalti pubblici per sostenere soluzioni digitali aperte e interoperabili.

“Negli ultimi mesi, ho avuto l’opportunità di incontrare molti esperti e imprenditori. Le loro testimonianze sull’eccessiva regolamentazione, sui prezzi dell’energia e sulle barriere agli investimenti privati mi hanno permesso di sviluppare proposte concrete”, ha affermato la relatrice Sarah Knafo (Esn, Francia). “Questi includono la revoca delle barriere agli investimenti privati nell’innovazione, la deregolamentazione e il miglioramento del livello di sicurezza dell’hosting dei dati per proteggerci dagli interventi stranieri”.

Knafo ha aggiunto: “È anche fondamentale trasferire l’hosting di dati sensibili in Europa, sostenere le nostre imprese negli appalti pubblici invece di spargere sussidi inefficaci e, infine, ottenere elettricità a prezzi competitivi eliminando le regole antinucleari dal mercato europeo dell’elettricità”.

La relazione non vincolante è stata adottata con 63 voti a 5, con 10 astensioni, con un emendamento di compromesso proposto dai gruppi Ppe, S&D, Renew e Verdi/Efa. Sarà messo ai voti dall’intera Camera in una prossima sessione plenaria.

Sovranità e consolidamento, le telco già si muovono

Anche le telco europee si muovono per salvaguardare tecnologie e dati attraverso le operazioni di consolidamento. Il tema è caldissimo, come dimostra il commento di Pietro Labriola, numero uno di Tim, al post pubblicato dalla ceo di Vodafone, Margherita Della Valle, su LinkedIn con l’annuncio della fusione con Three in Regno Unito.

“Why not inside the European Union. It’s time of brave decisions”, ha scritto Labriola condividendo il post sulla propria pagina: “Perché non all’interno dell’Unione Europea. E’ tempo di decisioni coraggiose”.

Infrastrutture digitali, il cuore della sovranità europea

Le infrastrutture digitali non sono più una semplice leva di competitività economica, ma sono diventate un asset strategico di sicurezza, indipendenza tecnologica e coesione sociale. In questo scenario, l’Unione europea si è posta obiettivi ambiziosi per diventare più resiliente, meno dipendente dai fornitori extra-Ue, e in grado di sostenere una digitalizzazione sostenibile e diffusa. Tuttavia la realtà, come emerge da diversi rapporti ufficiali, è ancora molto distante dalle aspirazioni. Ritardi, carenze di investimenti e una marcata frammentazione politica e industriale minacciano di rallentare la corsa europea alla sovranità digitale.

In base a quanto stabilisce il Digital Compass 2030, sulla connettività l’obiettivo è garantire copertura gigabit per tutte le abitazioni e una piena copertura 5G in tutte le aree popolate. Inoltre, l’Ue intende creare una rete interconnessa di data center, investire nella sicurezza delle infrastrutture fisiche e digitali e aumentare il numero di specialisti Ict presenti sul territorio europeo.

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