NEW ECONOMY

Startup, tante idee ma troppi piccoli progetti

Cercasi disperatamente imprenditori capaci di pensare al futuro e soprattutto di pensare in grande. Per una vera “primavera”

Pubblicato il 08 Apr 2016

Startup, tante idee ma troppi piccoli progetti

Che cosa manca perché questa sia una vera primavera per le startup italiane? Si può finalmente fare società senza l’intervento del notaio, con atto standard e firma digitale. Chi investe ha visto riconfermati gli incentivi fiscali anche per il 2016. E l’equity crowdfunding è stato semplificato, come raccontiamo nell’articolo qui sotto, con l’auspicio che adesso decolli. Il contesto a questo punto c’è, tranne per chi è alla ricerca dell’isola che non c’è. E allora perché c’è sempre una sensazione di minorità?

“L’Italia è troppo piena di idee e di piccoli progetti”, dice Franco Salvetti, uno dei tanti italiani emigrati in Silicon Valley (dove ha inventato il motore di ricerca Bing e lo a poi venduto a Microsoft) che guardano al Paese d’origine con disincanto ma anche tanta nostalgia. Quel che manca quindi è la capacità di pensare in grande. E non perdersi nelle diffuse geremiadi sui limiti del sistema. I soldi? “Non sono questi a scarseggiare”, dice ancora Salvetti che è alla ricerca di cofounder per nuove imprese. “Mancano le exit, le aziende che comprano”. Per far vera primavera quindi cercasi disperatamente nuovi imprenditori audaci e vecchi imprenditori capaci di pensare al futuro.

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