IL CASO

Trade War, Huawei sospenderà la produzione del chip Kirin 9000

Ad annunciarlo è il ceo della divisione consumer, Richard Yu. Da settembre per la società cinese non sarà più possibile utilizzare le tecnologie Usa necessarie. In soccorso arriva Qualcomm: Revocare il bando, o gravi conseguenze per la concorrenza

Pubblicato il 10 Ago 2020

A. S.

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Huawei sarà costretta a sospendere dalla metà di settembre la produzione di uno dei propri chip di punta per i dispositivi mobili, il Kirin 9000. Ad annunciarlo intervenendo in un forum di settore è il ceo della divisione consumer del colosso cinese degli smartphone, Richard Yu. Il processore, interamente progettato da Huawei utilizzando alcune tecnologie made in Usa, viene prodotto da fornitori taiwanesi di Tsmc.

Il blocco della produzione sarebbe una conseguenza diretta del “ban” ufficializzato dal presidente Usa Donald Trump il 6 agosto, che tra le altre cose impedisce alle società statunitensi di mettere i propri prodotti a disposizione delle aziende cinesi o delle realtà che lavorano sulle loro commesse.

L’inserimento di Huawei nella “Black List” stilata dalla Casa Bianca risale al maggio 2019, con le misure che sono state progressivamente inasprite nel tempo come conseguenzqa della guerra commerciale in atto tra Washington e Pechino.

“Gli smartphone di Huawei non hanno la fornitura di chip, il che quest’anno renderà il nostro volume di spedizioni un po’ inferiore ai 240 milioni di unità”, ha spiegato Yu riferendosi alla produzione complessiva del 2019 – Questa per noi è una grande perdita”.

A sostenere le ragioni di Huawei è nel frattempo intervenuta anche Qualcomm, che è tra i fornitori Usa del colosso cinese. Secondo alcune anticipazioni pubblicate dal Wall Street Journal proprio i produttori di chip americani sarebbero impegnati in una difficile mediazione con il governo americano per ottenere che le limitazioni vengano allentate. Il ban infatti, secondo quanto sostenuto da Qualcomm, avvantaggerebbe i concorrenti stranieri del produttore di chip, aprendo per loro nuove opportunità in un mercato da 8 miliardi di dollari l’anno.

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