Gli Usa danno il via al progetto US Tech Force: mille ingegneri e specialisti saranno inseriti in due anni nelle agenzie federali per accelerare progetti su infrastrutture AI, data modernization, sviluppo applicativo e digital service delivery. La regia è dell’Office of Personnel Management (Opm), con un modello cross-government e partnership strutturate con i principali player del settore. “È una chiamata alle armi”, ha dichiarato il direttore Opm Scott Kupor, presentando la missione di rafforzare la profondità tecnica della macchina pubblica.
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Un programma diffuso nelle agenzie
US Tech Force nasce come corpo distribuito: i team operano dentro i dipartimenti, riportando ai vertici delle agenzie e lavorando su progetti mission-critical. L’obiettivo è evitare colli di bottiglia centralizzati e accorciare il ciclo di delivery dall’idea all’implementazione, soprattutto su AI applicata, gestione dei dati e servizi digitali per cittadini e imprese. Il perimetro include State, Treasury, Homeland Security, Health and Human Services, Irs, Cms, Gsa e molte altre amministrazioni, con coordinamento Opm, Omb, Gsa e Ostp e il coinvolgimento della Chief AI Office e della National Science Foundation.
La durata standard è di due anni, con reclutamento gestito da Opm e assessment tecnico, seguiti dalle interviste finali delle agenzie. Le retribuzioni si collocano nell’intervallo tra 130 e 200 mila dollari annui, a seconda di ruolo e inquadramento GS-13/GS-14, in linea con lo sforzo di attrarre profili competitivi rispetto al privato.
Partnership con i big del digitale
Il programma non vive in isolamento: Amazon Web Services, Apple, Google Public Sector, Microsoft, Nvidia, OpenAI, Oracle, Palantir, Salesforce, Meta, xAI e altri partner affiancheranno il training tecnico e la mentorship dei partecipanti. Al termine dei due anni, le aziende valuteranno l’assunzione degli alumni e potranno nominare propri dipendenti per periodi di servizio temporaneo nelle agenzie. Il ponte tra pubblico e privato punta a circolazione di competenze e accelerazione dell’adozione AI su progetti ad alta intensità.
Per il comparto telco e digitale, questa osmosi può standardizzare toolchain e architetture, favorendo scelte cloud-native, MLOps e data pipelines resilienti. In prospettiva, la presenza di mentor industriali può ridurre il time-to-value dei progetti di modernizzazione e abbattere il debito tecnico accumulato su sistemi legacy.
Impatti su infrastrutture, dati e sicurezza
L’annuncio arriva in un momento di riallineamento del lavoro pubblico Usa, dopo tagli e riorganizzazioni che hanno inciso sulla capacità interna di esecuzione digitale. Con US Tech Force, l’on-ramp di mille profili tecnici può coprire gap di skill su AI, software engineering e data science, ridando trazione ai programmi di modernizzazione IT e digitalizzazione dei servizi.
Per le reti e il cloud delle agenzie, significa allineare governance e sicurezza a standard zero trust, log analytics e osservabilità avanzata, con interoperabilità tra domini e compliance multi-agenzia. La spinta sulla data modernization è decisiva: cataloghi dati, Api governate, privacy-by-design e auditing diventano prerequisiti per AI affidabile e servizi digitali scalabili.
Cosa cambia per telco e servizi digitali
Per il comparto telco, la presenza di team AI embedded può accelerare use case di rete intelligente: capacity planning guidato dai dati, ottimizzazione del traffico tra data center e edge, quality-of-service misurata e resilienza contro guasti e attacchi. Il dialogo con i partner porta tool e best practice già maturi nel privato, con scorciatoie su CICD, feature flagging e monitoraggio in tempo reale.
Sul versante applicativo, le agenzie possono integrare AI nei servizi al cittadino: assistenti digitali, automazione documentale, determinazioni regolatorie supportate dai dati. Il capitale umano di US Tech Force è pensato per ridurre backlog e innescare un circuito virtuoso tra policy, architetture e delivery.











