LA SFIDA ENERGETICA

Usare il nucleare per i data center? Negli Usa stop al progetto Amazon



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Secondo la Federal Energy Regulatory Commission l’utilizzo della centrale in Pennsylvania farebbe aumentare i costi delle bollette per i consumatori finali e potrebbe impattare sulla stabilità della rete elettrica. Intanto il colosso dell’e-commerce mette a segno un trimestre oltre le attese: sprint dal cloud e dall’advertising

Pubblicato il 5 nov 2024



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I regolatori energetici statunitensi hanno respinto un accordo di interconnessione modificato per un data center di Amazon collegato direttamente a una centrale nucleare in Pennsylvania. I membri della Federal Energy Regulatory Commission hanno dichiarato che l’accordo per aumentare la capacità del centro dati situato sul sito della centrale nucleare Susquehanna di Talen Energy potrebbe far aumentare le bollette elettriche per i cittadini e compromettere l’affidabilità della rete.

Possibili ripercussioni sull’affidabilità della rete

In un momento in cui le Big Tech si affrettano a espandere i propri data center, necessari per espandere tecnologie come l’intelligenza artificiale generativa, l’ubicazione dei centri direttamente nei siti delle centrali elettriche è diventata un’opzione interessante per una rapida espansione. Si tratta però di una questione delicata, sulla quale le autorità hanno preso posizione: “Gli accordi di co-localizzazione (come quello presentato da Amazon, ndr) manifestano una serie di criticità complesse, sfumate e sfaccettate, che potrebbero avere enormi ripercussioni sia sull’affidabilità della rete che sui costi per i consumatori”, ha affermato il commissario della Ferc Mark Christie nell’ordinanza.

L’accordo Talen, in particolare, dirotterebbe grandi quantità di energia che attualmente riforniscono la rete regionale, il che, secondo la Ferc, solleva preoccupazioni su come tale perdita di fornitura potrebbe influenzare le bollette dell’energia elettrica e l’affidabilità. Secondo l’Authority, non è inoltre chiaro come sarebbero pagati gli aggiornamenti di trasmissione e distribuzione.

Il presidente della Ferc Willie Phillips ha tuttavia espresso il suo dissenso rispetto al voto, sostenendo che questo potrebbe rallentare il predominio degli Stati Uniti nella competizione globale sull’intelligenza artificiale.

Intelligenza artificiale, spinta al nucleare per i data center

Ormai da tempo le big tech cercano soluzioni alternative per alimentare i data center. Google si è di recente alleato con Kairos per mettere in funzione il primo piccolo reattore modulare entro il 2030: le società non hanno rivelato i dettagli finanziari dell’accordo, né dove saranno costruiti gli impianti negli Stati Uniti. Google ha dichiarato di aver concordato l’acquisto di un totale di 500 megawatt di energia da sei o sette reattori, una quantità inferiore alla produzione degli attuali reattori nucleari.

Per Microsoft è invece sul tavolo un accordo con Constellation Energy: si punta a riavviare la centrale di Three Mile Island in Pennsylvania, il luogo del più grave incidente nucleare degli Stati Uniti, avvenuto nel 1979. Constellation prevede di spendere circa 1,6 miliardi di dollari per rilanciare la struttura, che dovrebbe entrare in funzione entro il 2028. La mossa ha contribuito a far crescere le azioni di Constellation, che nell’ultimo anno hanno registrato un aumento di oltre il 100%.

Amazon: trimestrale sopra le attese

Intanto è una trimestrale sopra le attese quella fatta registrare da Amazon, grazie soprattutto alla crescita del settore cloud e della pubblicità. L’utile per azione è stato di 1,43 dollari, contro un consensus a 1,14 dollari, su ricavi di 158,88 miliardi di dollari, contro i 157,2 miliardi delle attese. L’utile operativo è cresciuto del 56% a 17,4 miliardi di dollari.

I ricavi di Amazon Web Services sono stati pari a 27,4 miliardi, in rialzo del 19% rispetto a un anno prima, contro i 27,6 miliardi del consensus. Dalla pubblicità, 14,3 miliardi di dollari di ricavi, in rialzo del 19% rispetto a un anno prima e in linea con le attese. Per l’attuale trimestre, Amazon prevede ricavi tra i 181,5 e i 188,5 miliardi di dollari, per una crescita in un anno tra il 7% e l’11%, contro i 186,2 miliardi del consensus.

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