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Cavi sottomarini, via al Piano Ue. Virkkunen: “Attenzione alta sulla sicurezza”



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Bruxelles avvia la mappatura e la valutazione dei rischi delle infrastrutture, primo tassello dell’Eu Action Plan on Cable Security. Il documento sarà pubblicato nell’autunno 2025. Coinvolti tutti gli Stati membri, la Commissione e l’Enisa

Pubblicato il 26 giu 2025



Cavi sottomarini, internet, banda ultralarga, connettività

Cavi sottomarini sotto i riflettori dell’Unione Europea. La notizia è di quelle che segnano un passaggio strategico: la Commissione europea e il gruppo informale di esperti degli Stati membri hanno concordato un piano congiunto di mappatura delle infrastrutture e di valutazione coordinata dei rischi. Si tratta del primo tassello operativo dell’EU Action Plan on Cable Security, il piano lanciato per rafforzare la sicurezza e la resilienza delle reti sottomarine di comunicazione e trasmissione energetica. Il documento finale sarà pubblicato nell’autunno del 2025.

In un momento storico in cui le tensioni geopolitiche e gli attacchi ibridi stanno ridefinendo le priorità dell’autonomia strategica dell’Unione, mettere in sicurezza le dorsali fisiche delle comunicazioni è un passo fondamentale. Il 99% del traffico Internet intercontinentale viaggia oggi attraverso cavi sottomarini, un’infrastruttura invisibile ma cruciale per l’economia digitale, la difesa e l’energia. Aumentano gli incidenti, cresce il livello di rischio, si impone una risposta sistemica.

Un approccio integrato: dal rischio fisico alla minaccia cyber

Il piano elaborato dal gruppo di esperti – che include rappresentanti degli Stati membri, della Commissione e dell’Agenzia europea per la cybersicurezza (Enisa) – prevede una mappatura dettagliata delle infrastrutture, basata su fonti pubbliche. L’analisi copre dati su capacità, specifiche tecniche, proprietà, incidenti registrati, siti di approdo, oltre a informazioni su installazione, manutenzione e processi di riparazione.

Ma è sul fronte dell’analisi dei rischi che il lavoro si fa più articolato: il documento identificherà minacce, vulnerabilità e dipendenze, articolate in diversi scenari di rischio. Il focus è duplice: da un lato le minacce fisiche, dall’altro gli attacchi cyber. E si considerano sia i danni intenzionali (sabotaggi, atti terroristici, cyberattacchi mirati), sia quelli accidentali (guasti, rotture, errori umani).

“Questo è il primo blocco costruttivo per l’attuazione del nostro piano di sicurezza”, ha dichiarato Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, Sicurezza e Democrazia. “La guida a livello Ue permetterà di assicurare che queste infrastrutture, da cui tutti dipendiamo, siano protette e resilienti”.

Sovranità digitale e resilienza energetica al centro dell’agenda Ue

Le infrastrutture sottomarine sono diventate un elemento strategico per l’autonomia tecnologica e la sovranità digitale dell’Unione Europea. Non si tratta solo di telecomunicazioni: i cavi collegano i mercati energetici europei, supportano le reti elettriche offshore, abilitano lo scambio di dati per la gestione delle fonti rinnovabili e la decarbonizzazione. Per questo la sicurezza fisica e informatica di queste reti non può essere più demandata a singole iniziative nazionali o a soggetti privati.

La frammentazione dell’approccio ha rappresentato fino ad oggi un limite. Il nuovo piano europeo punta invece alla coordinazione transfrontaliera, basandosi su una logica di sistema. La mappatura avviata rappresenta infatti solo il primo passo. Il gruppo di esperti ha già avviato i lavori su tre strumenti fondamentali: una guida europea per condurre stress test delle infrastrutture, una “Cable Security Toolbox” con misure di mitigazione dei rischi e una lista prioritaria dei Cable Projects of European Interest (CPEIs), ovvero progetti ritenuti strategici per l’interesse comune dell’Unione.

Incidenti in aumento nei cavi sottomarini: più regole comuni

Il quadro internazionale ha imposto una forte accelerazione. Negli ultimi anni si è registrato un aumento significativo degli incidenti legati ai cavi sottomarini. Talvolta si tratta di guasti causati da attività di pesca o ancore; in altri casi, più preoccupanti, si sospetta un coinvolgimento diretto di attori statali o gruppi criminali con obiettivi di spionaggio o sabotaggio.

Un esempio emblematico è il caso delle infrastrutture nel Mar Baltico e nel Mare del Nord, dove si sono verificati tagli sospetti in cavi dati e condotti energetici. In questo contesto, un sistema europeo di prevenzione e risposta diventa essenziale. Non basta reagire: occorre prevedere scenari, simulare emergenze, condividere informazioni e standardizzare le risposte.

La sicurezza dei cavi non può prescindere dalla protezione della banda ultralarga, infrastruttura abilitante per la trasformazione digitale dell’Europa. La banda larga di nuova generazione è sempre più dipendente da collegamenti fisici resilienti. Ecco tutte le applicazioni innovative della banda ultralarga, che spaziano dall’industria 4.0 all’agricoltura smart, passando per la sanità digitale e la mobilità connessa.

Governance europea, coinvolgimento pubblico-privato

Per funzionare, il piano UE dovrà però fondarsi su meccanismi di governance efficaci. Le infrastrutture sottomarine sono in larga parte di proprietà privata o gestite da consorzi misti. La mancanza di obblighi normativi condivisi ha storicamente limitato la trasparenza su dati sensibili, come la localizzazione dei cavi o la natura dei servizi trasportati.

Il nuovo piano si propone di superare questi ostacoli. L’obiettivo è creare un ecosistema regolatorio che favorisca la condivisione di informazioni tra pubblico e privato, con garanzie adeguate sulla protezione dei dati critici. La definizione di un modello europeo di gestione dei rischi infrastrutturali, in cui Enisa giochi un ruolo di regia, potrebbe costituire un benchmark anche a livello globale.

Una strategia a lungo termine per l’Europa digitale

Il rafforzamento della sicurezza delle reti sottomarine si inserisce in un disegno più ampio: costruire un’Europa digitale, connessa e autonoma. La Commissione ha già inserito questo tema nelle priorità della strategia “Decennio Digitale 2030” e lo ha collegato alle azioni per il contrasto alle minacce ibride.

Anche il Consiglio dell’UE ha sottolineato l’urgenza di accelerare sulle misure di protezione delle infrastrutture critiche. Il collegamento tra dimensione digitale e dimensione energetica rende ancora più urgente un approccio integrato. Il futuro delle reti europee passa per la profondità degli oceani. E nella geopolitica dei cavi, la trasparenza, la sicurezza e la resilienza non sono più una scelta, ma una condizione di sopravvivenza digitale.

Il 2025 sarà un anno cruciale: la pubblicazione dei risultati della mappatura e del risk assessment rappresenterà il banco di prova per la strategia europea. Ma già da ora, il fatto che tutti gli Stati membri abbiano aderito all’iniziativa indica che la consapevolezza politica è finalmente matura.

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