INNOVAZIONE

“Feed for good”, piattaforma gourmand

Battezzato dalla Regione Lombardia il progetto co-finanziato dalla Ue per l’educazione all’alimentazione “d’eccellenza”. Collaborano Almaviva, Almawave, Gualtieri Marchesi, Toomuch, San Raffele di Milano

Pubblicato il 30 Set 2013

Antonio Dini

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Una piattaforma intelligente con a cuore il gusto e la salute dei cittadini. E molto di più: un sofisticato motore di ricerca con innovativi algoritmi “made in Italy” per capire quando e cosa viene mostrato sul tavolo da cucina, le lezioni di stile culinario del maestro Gualtiero Marchesi e anche un avatar tridimensionale che interagisce, consiglia, migliora l’esperienza di chi cerca di costruire il proprio diario nutrizionale digitale e costruire un menu da cucinare basato su informazioni personalizzate, ricette all’avanguardia e un approccio che unisce le esigenze nutrizionali e il profilo medico-clinico del singolo con il piacere tutto italiano di sedersi a una buona tavola per mangiare di gusto.

La regione Lombardia ha assemblato un panel di aziende di eccellenza per il progetto di ricerca “Feed for Good” co-finanziato dall’Unione Europea avviato nel 2010. «La regione Lombardia – ha spiegato l’assessore alle attività produttive, ricerca e innovazione Mario Melazzini – investe il 1,6% del suo PIL in ricerca e sviluppo e vogliamo raddoppiare entro cinque anni questa cifra, ma è importantissimo che molte risorse arrivino dai privati. Per questo abbiamo contribuito con risorse a fondo perduto per un milione e duecentomila euro a questo progetto, consapevoli che regione Lombardia c’è e ci sarà sempre per chi crede nella propria terra e per qualcosa che può essere valorizzato a livello nazionale e soprattutto extra nazionale come in questo progetto».

Hanno partecipato alla realizzazione di Feed for Good, il progetto chiusosi lo scorso giugno e presentato questa mattina a Milano nel Ristorante La Scala di Gualtiero Marchesi, AlmavivA, Almawave, Gualtiero Marchesi, Fondazione Centro San Raffaele e TooMuch. «Un gruppo interdisciplinare – dice Raffaella Calvino Prina, creative director dell’agenzia TooMuch che ha curato la parte di comunicazione e visiva del progetto – permette di costruire risultati molto più ricchi e fa imparare cose nuove a tutti». Lo confermano anche i manager di Almaviva, multinazionale bonsai dell’informatica Made in Italy, un gruppo da 35mila dipendenti, e la controllata Almawave, che ha lavorato alla parte di innovazione tecnologica del progetto assieme ai ricercatori dell’università statale Bicocca di Milano.

Lo scopo del progetto è costruire un prototipo di portale per l’educazione all’alimentazione che coniughi gusto del cibo, personalizzazione degli strumenti e delle ricette assieme a una solida base scientifica sulla nutrizione, garantita dai ricercatori del San Raffaele di Milano.

«La qualità di un ristorante – dice Gualtiero Marchesi, lo chef-imprenditore che ha messo letteralmente la sua immagine a disposizione del progetto – si scopre la mattina dopo, a seconda di come si è dormito». Una battuta, ma per dire che l’eccedenza di condimenti, le cotture sbagliate, la eccessiva complessità in cucina fanno male, portano a eccedere sulla materia degli ingredienti del cibo: «L’abbondanza e il bailamme che c’è sul piatto – dice Marchesi – sono figli del fatto che la cucina è diventata uno spettacolo e si cerca di mettere sul piatto di tutto di più, quando invece occorre recuperare la semplicità di piatti più semplici, diretti e sani, che facciano scoprire sapori nuovi, che poi sono i sapori della materia con cui si cucina, gli ingredienti straordinari della cucina mediterranea».

Il portale Feed for Good (nutrire per il benessere), che unisce cucina, salute e tecnologia per promuovere il benessere della qualità delle vita, potrebbe essere anche strategico nell’ottica dell’Expo 2015, che punta su cibo e alimentazione, qualità della vita e Made in Italy.

Il futuro per adesso non c’è: il prototipo costruito con i fondi di ricerca europei (Programma Operativo Regionale (POR) Competitività, finanziato con il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)) e la partecipazione delle aziende è infatti solo questo: un prototipo. «Siamo in attesa – dicono i manager – di investitori dal mondo delle piccole e medie imprese, dopo potremo andare avanti e lanciare pubblicamente Feed for Good». In vantaggi sono legati all’innovazione tecnologica che il progetto di ricerca ha permesso di sviluppare, con la punta di eccellenza del motore semantico, ma anche con l’aspetto culturale per l’elevazione della qualità della vita della popolazione partendo da concetti basilari come l’alimentazione e la qualità della vita, senza contare l’aspetto dell’impatto benefico sui conti del sistema sanitario nazionale che, se il cittadino diventa co-produttore del proprio stato di salute, potrebbero vedere un miglioramento a fronte di una riduzione delle spese legate all’insorgenza di patologie correlate a stili di vita scorretti e comportamenti a rischio.

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