Parlando di trasformazione digitale dell’industria non si può non considerare, come valore aggiunto imprescindibile, l’integrazione tra le tecnologie di comunicazione di nuova generazione con soluzioni e applicazioni avanzate, capaci di rendere le fabbriche sempre più intelligenti, flessibili ed efficienti. Tra queste tecnologie che disegnano la fabbrica connessa, l’edge cloud introduce indiscutibilmente un nuovo scenario. Per comprenderlo immaginiamo che ogni volta che un dispositivo, come una macchina industriale, un robot o un AGV, raccoglie e gestisce dati, debba inviarli a un sistema di calcolo (tipicamente lontano) affinché vengano elaborati. Questo è quello che succede con il cloud “tradizionale”: i dati viaggiano fino a grandi centri di elaborazione che possono trovarsi anche in altre città o altri paesi. Questo processo funziona, e lo usiamo tutti i giorni con le nostre applicazioni per smartphone, ma a volte è troppo lento per situazioni in cui serve una risposta immediata. Nel corso degli anni infatti le aziende manifatturiere hanno spostato in cloud solo applicazioni a basso impatto, che richiedono minore controllo, sviluppando invece internamente sistemi di gestione ed elaborazione sufficientemente performanti da governare un sito produttivo: delle vere e proprie server farm, che richiedono però un impianto tecnico e gestionale piuttosto costoso (km di fibre ottiche, apparati di rete costosi, flotte di team di manutenzione, ecc.). L’edge cloud propone una alternativa a questo problema portando la potenza del cloud più vicina possibile (fisicamente vicina!) a dove i dati vengono generati, cioè “sul bordo” (edge) della rete. In questo modo le informazioni vengono elaborate quasi in tempo reale, senza bisogno di lunghi percorsi; tradotto in termini da TLC, la comunicazione si riduce in latenza e la larghezza di banda viene ottimizzata.
punti di vista
Edge cloud, l’intelligenza della fabbrica nasce al “bordo” della rete
Dal controllo in tempo reale dei processi produttivi alla manutenzione predittiva, passando per l’integrazione con reti 5G e 6G: la tecnologia si afferma come l’infrastruttura chiave della smart manufacturing combinando potenza di calcolo distribuita, connettività avanzata e algoritmi di intelligenza artificiale. Un cambio di paradigma che promette reattività, efficienza e resilienza per l’industria europea. L’analisi di Paolo Brizzi, Digital Factory Program Lead | ICT manager, CIM4.0

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