LA NOMINA

Agcom, gara a tre per il segretario generale

Sempre più stretta la rosa dei candidati. Ma non verrà deciso nulla prima delle prossime elezioni. Una scelta difficile che per sottrarsi alle polemiche dovrà puntare sulle caratteristiche professionali e personali del prescelto

Pubblicato il 13 Feb 2013

Mila Fiordalisi

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A rimanere in pista per il l’incarico di segretario generale di Agcom sono rimasti tre candidati anche se, a quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, il gioco vero è a due. È comunque all’interno di un terzetto di nomi (si erano proposti in un centinaio, poi ridotti a dieci da una prima selezione) che il Consiglio di Agcom, su proposta del presidente Angelo Marcello Cardani, farà la scelta del successore di Roberto Viola, volato a Bruxelles come vicedirettore generale della Direzione generale Communications Networks, Content and Technology della Commissione Ue.

Quella che aspetta i commissari di Agcom non sarà una scelta facile, in particolare in un periodo di ridefinizione degli equilibri fra i partiti alla vigilia delle elezioni politiche. Tanto che la nomina slitterà certamente a dopo il voto del 24 e 25 febbraio.

Ovviamente politica ed elezioni non dovrebbero entrare per nulla nella selezione di chi sarà chiamato a svolgere un ruolo così delicato ed importante come quello di direttore generale di Agcom. Anche se, come in tutte queste cose, è immaginabile che qualunque scelta facciano i commissari possa venir letta, giustamente o malevolmente, come influenzata da pressioni politiche, da relazioni personali quando non parentali.

L’incarico è decisamente importante, tanto che nelle voci di corridoio Viola veniva indicato come il “presidente ombra di Agcom”. Se non altro perché tutti i dossier importanti su cui il Consiglio è chiamato a deliberare vengono preparati dallo staff o comunque arrivano sul tavolo del direttore generale.

Secondo il nuovo regolamento approvato lo scorso 8 novembre (proprio alla vigilia dell’invito alla manifestazione di interesse che ha lanciato la gara per la successione a Viola) il “Segretario generale risponde al Consiglio del complessivo funzionamento della struttura, assicura il coordinamento dell’azione amministrativa e vigila sulla efficienza e sul rendimento della Direzione e dei Servizi dell’Autorità”.

Non a caso è previsto che il segretario generale venga scelto “tra persone di elevata e comprovata qualificazione professionale” nonché “di indiscussa moralità e indipendenza, che abbiano ricoperto incarichi di direzione di strutture di primo livello dell’Autorità ovvero abbiano svolto per almeno otto anni le funzioni di magistrato ordinario, amministrativo o contabile, avvocato dello Stato, consigliere parlamentare, dirigente della prima fascia dei ruoli delle amministrazioni pubbliche, professore universitario di ruolo, alto dirigente di imprese e organismi pubblici o privati”.

Competenze, dunque, che prevedono qualità manageriali, gestionali, culturali ma anche regolatorio-istituzionali. La scelta non sarà facile, ma il profilo del prescelto dovrà essere impeccabile. E non solo per reggere a polemiche e strumentalizzazioni, quasi sempre inevitabili in questi casi, ma anche per assicurare il buon funzionamento dell’Authority.

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