Con l’IT Wallet e PDND l’Italia pronta a diventare Stato abilitante. In occasione del Job Day delle PA, il Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti ha evidenziato come l’Italia stia compiendo un’importante evoluzione attraverso l’introduzione di questi due sistemi.
Il concetto di “Stato abilitante” è il fulcro appunto della nuova visione. Come spiegato da Butti, è uno Stato che non aspetta la domanda ma “attiva il diritto al verificarsi di un determinato evento. Ad esempio, alla nascita di un figlio scattano automaticamente anagrafe, pediatra, bonus, inserimento in Fse. La trasformazione digitale della PA non è ‘mettere moduli online’. Attraverso la digitalizzazione, stiamo ridisegnando i servizi attorno alla persona. Proattività e sicurezza dei dati sono il nostro standard.”
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IT Wallet e PDND le chiavi di volta
“Due esempi concreti sono IT Wallet e PDND. Con il wallet non chiediamo ai cittadini di caricare documenti che lo Stato già possiede, li attiviamo direttamente dopo aver ricevuto il loro assenso – ha sottolineato – In nove mesi oltre 10 milioni di documenti: meno burocrazia, più fiducia. Stiamo trasformando il digitale in un servizio, non in un ulteriore adempimento a carico dei cittadini. Anche con PDND abbiamo scelto i fatti: 8.600 enti collegati e 770 milioni di scambi dati in due anni. Sono 770 milioni di carte non richieste ai cittadini, telefonate e e-mail tra uffici risparmiate. È tempo restituito a PA, persone e imprese”.
IT-Wallet: come funziona
Il Sistema IT-Wallet consiste in un portafoglio digitale pubblico integrato nell’app IO e in portafogli digitali privati messi a disposizione da operatori privati. Il portafoglio digitale permetterà ai cittadini di presentare direttamente alle aziende e alle amministrazioni pubbliche le informazioni richieste per accedere ai servizi. Questi dati, sotto forma di attestati elettronici, saranno già verificati alla fonte, riducendo i tempi e i costi di verifica da parte delle istituzioni.
Il sistema sarà progressivamente aggiornato per garantire la compatibilità con le soluzioni europee di identità digitale, come l’European Digital Identity Wallet (EUDI Wallet), che è in fase di definizione a livello europeo. La sperimentazione iniziale del sistema è prevista per il 2024, e una volta attivato, consentirà ai cittadini di digitalizzare e utilizzare in modo sicuro una serie di documenti ufficiali come la patente di guida, la tessera sanitaria e la Carta Europea della Disabilità, con valore legale equivalente ai documenti fisici.
In attesa della piena operatività del Sistema IT-Wallet, da dicembre 2024 tutti i cittadini e residenti possono attivare “Documenti su IO”, una funzionalità del Portafoglio dell’app IO che rende disponibili le prime versioni digitali di documenti personali.
Documenti su IO, infatti, permette di aggiungere al Portafoglio di app IO la versione digitale della Patente di guida, della Tessera Sanitaria – Tessera Europea di Assicurazione Malattia e della Carta Europea della Disabilità. Tutti i cittadini e i residenti maggiorenni, con app IO installata e aggiornata sul proprio dispositivo, possono usufruire di questo servizio gratuito e volontario. Sarà sufficiente accedere con la propria identità digitale CieID o SPID per ottenere la versione digitale dei documenti già disponibili e utilizzarli in specifici contesti d’uso al posto dei corrispettivi fisici.
Vantaggi e impatti di IT-Wallet
L’introduzione dell’IT-Wallet porterà numerosi vantaggi sia per i cittadini che per la PA:
- I cittadini potranno gestire in modo più sicuro e semplice la propria identità digitale, ampliando l’uso di attestati elettronici verificati, come qualifiche professionali, titoli di studio, licenze o certificazioni.
- Le pubbliche amministrazioni e le aziende beneficeranno di una maggiore interoperabilità tra i sistemi e una riduzione dei costi legati all’autenticazione e alla verifica delle informazioni.
- Inoltre, il sistema faciliterà l’accesso ai servizi digitali a livello europeo, consentendo un’esperienza utente coerente per tutti i cittadini dell’Unione Europea.
L’approvazione del Garante della Privacy e la protezione dei dati
Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha dato il suo parere positivo sul progetto, ma ha richiesto alcune misure per garantire la sicurezza e la protezione dei dati. In particolare, il Garante ha chiesto che vengano definiti chiaramente i ruoli dei soggetti coinvolti nel trattamento dei dati e che siano adottate misure per evitare trattamenti inutili. Inoltre, l’Autorità ha sottolineato che dovrà essere verificata la conformità del sistema al GDPR attraverso una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati.
Il ruolo strategico dell’IT-Wallet nella sovranità digitale europea
La sperimentazione del Sistema IT-Wallet non è solo una questione di efficienza burocratica, ma ha anche un’importante valenza politica e strategica. L’Italia si allinea al progetto europeo per la sovranità digitale, che mira a creare un ecosistema sicuro per la gestione dell’identità digitale dei cittadini, riducendo la dipendenza da soluzioni private e da rischi geopolitici. L’IT-Wallet rappresenta così un modello di innovazione regolata, in cui velocità e inclusione sono accompagnate da tutele solide, con il Garante della Privacy e l’Agcom che svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento di un equilibrio tra sicurezza e libertà.
L’iniziativa, infatti, non solo rafforza la competitività del Paese all’interno del mercato unico europeo, ma consolida anche la fiducia dei cittadini nella trasformazione digitale della PA, un elemento fondamentale per il successo di questo ambizioso progetto. In questo senso, l’IT-Wallet diventa un pilastro della sovranità digitale europea, capace di garantire la sicurezza dei dati dei cittadini e di costruire una base di fiducia per la digitalizzazione dei servizi pubblici.
In sintesi, il Sistema IT-Wallet rappresenta un passo decisivo verso una PA più efficiente, sicura e trasparente, capace di rispondere alle sfide della digitalizzazione e di rafforzare la sovranità digitale a livello europeo.
La Piattaforma Digitale Nazionale Dati
La Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) abilita l’interoperabilità dei sistemi informativi e delle basi di dati delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di servizi pubblici. Il suo funzionamento è garantito dalle linee guida e del Modello di Interoperabilità, definiti in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID).
Vantaggi per la pubblica amministrazione
Lo scambio di informazioni e di servizi tra enti, permesso dall’interoperabilità, consente alle amministrazioni di realizzare in modo più efficiente e veloce procedimenti complessi, migliorando costi e tempi di gestione e riducendo i margini di errore. Adeguare i processi amministrativi all’interoperabilità, infatti, permette alle amministrazioni di interrogare, attraverso la piattaforma PDND, le basi dato di altri enti in modo automatizzato, senza interventi manuali da parte di operatori. Applicando il nuovo Modello di Interoperabilità e le linee guida le Pubbliche Amministrazioni possono trasformare i propri servizi e beneficiare di una maggiore razionalizzazione dei processi, sicurezza ed efficienza della spesa IT.
Disporre di dati completi e di qualità, inoltre, abilita la PA all’utilizzo di strumenti di analisi che permettono di migliorare il processo decisionale, progettare interventi in modo più efficace e definire e monitorare politiche più efficienti, proattive e personalizzate.
Vantaggi per i cittadini e le imprese
I cittadini e le imprese potranno accedere a servizi sempre più semplici da usare, efficienti e personalizzati, basati su informazioni costantemente aggiornate, potendo godere a pieno dei propri diritti digitali. L’interoperabilità tra le amministrazioni eviterà, ad esempio, di dover fornire più volte le stesse informazioni ad enti diversi, riducendo la necessità di autocertificazioni e interazioni superflue, secondo il principio once-only (solo una volta), con un risparmio di tempo e risorse. Secondo le stime della Commissione Europea, implementare questo principio, grazie all’adozione di sistemi che favoriscano gli scambi automatici fra le banche dati delle pubbliche amministrazioni, porterebbe a risparmi compresi tra cinque e sei milioni di euro per i cittadini e di oltre 19 miliardi per le imprese.