Trento, la Provincia punta sul telelavoro

Via allo studio di fattibilità per far salire da 15 e 200 il numero degli impiegati pubblici “a distanza”. L’assessore Gilmozzi: “Puntiamo a ridurre del 50% i costi di gestione del personale”

Pubblicato il 21 Ott 2011

Trento, la Provincia punta sul telelavoro

Parte lo studio di fattibilità del "Progetto TelePat",
dedicato allo sviluppo delle modalità di applicazione e
realizzazione del Telelavoro per i dipendenti della Provincia
autonoma di Trento. Lo ha reso noto oggi l'assessore
all'urbanistica, enti locali e personale, Mauro Gilmozzi.

Nelle prossime settimane sarà inviato ai dipendenti provinciali un
questionario informatizzato, predisposto dal Servizio per il
personale, per individuare l'interesse a tale modalità di
lavoro e le attività telelavorabili. L'obiettivo è fare
salire dagli attuali 15 a 200 il numero di impiegati che usa questa
modalità nell'arco di tre anni.

''Questo progetto rientra nel complessivo piano di
riorganizzazione della Pubblica amministrazione – spiega Gilmozzi –
per la riduzione di costi. I costi di gestione, sulla base di
simulazioni effettuate, possono essere abbattuti già nel primo
anno del 50% e del 12% i costi per gli spazi di utilizzo. E'
inoltre una misura che concilia lavoro e famiglia, favorisce un uso
più diffuso sul territorio dell'Ict e valorizza ulteriormente
l'ambiente''.

Secondo analisi ufficiali il 70% del personale provinciale
attualmente in servizio potrebbe avere le caratteristiche e
l'interesse al telelavoro. ''Il numero a regime di chi
potrebbe rientrare nel telelavoro – conclude Gilmozzi – dovrebbe
essere di 3.000 dipendenti. I termini contrattuali non cambiano e
tre sono le modalità di telelavoro proposte: telelavoro
domiciliare, in telecentri e mobile''.

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