Aiip, l’associazione degli Internet provider italiani, ha sottoscritto, insieme ad altre sessanta organizzazioni internazionali, una dichiarazione globale a tutela della crittografia.
Si tratta di un appello contro l’ipotesi, sempre più concreta, del cosiddetto chat control, che prevede l’introduzione di backdoor all’interno dei sistemi crittografici delle piattaforme digitali, per permettere alle autorità di individuare eventuali illeciti.
Indice degli argomenti
Peritore: “Una preoccupante inversione di tendenza”
“Dopo quella che sembrava essere una retromarcia del Consiglio dell’Unione europea sul regolamento Csam, con l’abbandono dell’idea di introdurre la scansione obbligatoria dei contenuti scambiati sui servizi di messaggistica, stiamo purtroppo assistendo a una preoccupante inversione di tendenza”, commenta il presidente della federazione Giuliano Peritore. “In nome della cosiddetta ‘mitigazione del rischio’, infatti, i provider – in particolare gli Ott che gestiscono le principali piattaforme di messaggistica – potrebbero essere obbligati ad adottare misure intrusive per contrastare la pedopornografia online, fino a introdurre veri e propri controlli sulle conversazioni private degli utenti. Questa lettera arriva in un momento cruciale e rappresenta un segnale forte e inequivocabile e come Aiip, unica realtà italiana ad aver aderito, siamo stati tra i primi sostenitori”.
Il global statement sottoscritto
“La crittografia salvaguarda la privacy degli utenti, protegge i dati sensibili e favorisce la fiducia, che sono alla base del commercio, della comunicazione e dell’innovazione. La crittografia è uno strumento essenziale per garantire che consumatori, aziende e governi possano interagire online con sicurezza, promuovendo un ambiente sicuro che supporti la crescita economica e la collaborazione transfrontaliera”, dichiarano le organizzazioni che hanno sottoscritto il global statement.
Dunque, “qualsiasi tentativo di indebolire la crittografia, sia attraverso backdoor, sistemi di deposito delle chiavi o obblighi tecnici, mina tale fiducia. L’indebolimento della crittografia introduce vulnerabilità sistemiche che criminali e attori ostili possono sfruttare, erode la fiducia dei consumatori e spinge utenti e aziende verso piattaforme non sicure. Inoltre, approcci nazionali incoerenti alla crittografia rischiano di frammentare l’economia digitale globale, creando barriere al commercio e all’interoperabilità transfrontaliera”.
Le organizzazioni riconoscono che “le legittime esigenze delle forze dell’ordine e delle agenzie per la sicurezza nazionale di accedere alle prove e combattere la criminalità. Tuttavia, questi obiettivi devono essere perseguiti attraverso mezzi leciti, proporzionati e tecnologicamente validi che non compromettano la sicurezza e la privacy di miliardi di consumatori e utenti aziendali. I responsabili politici dovrebbero rafforzare, non indebolire, gli strumenti che proteggono la nostra infrastruttura digitale condivisa”.
Il punto di vista di Aiip
La posizione di Aiip sul tema è netta: “per tentare di trovare soluzioni a problemi le cui soluzioni dovrebbero essere trovate nel mondo reale molti decisori politici ritengono che indebolire la crittografia, introducendo backdoor, nei servizi possa essere una soluzione. Ma le backdoor compromettono sempre la sicurezza, e la sicurezza non riguarda solamente movimenti di valuta, riguarda anche accesso a sistemi digitali, protezione delle informazioni e soprattutto tutela del diritto costituzionale all’inviolabilità della libertà e segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, un punto fermo e solido della nostra Costituzione”.
Per il presidente Giuliano Peritore “Aiip non può che opporsi “fermamente a soluzioni di questo tipo, che rischiano di avere conseguenze devastanti per i diritti fondamentali. Oggi si invoca la tutela dei minori, che sosteniamo con forza; ma domani, lo stesso meccanismo potrebbe trasformarsi in un modello di sorveglianza di massa, erodendo progressivamente la libertà e la sicurezza di tutti, con il rischio di conseguenze inaspettate grazie all’uso di tecniche di intelligenza artificiale. La lettera che abbiamo sottoscritto ribadisce un principio che deve rimanere intoccabile: la crittografia end-to-end non va indebolita, ma deve rimanere il presidio del diritto costituzionale di segretezza delle comunicazioni. E costituisce la base non solo della nostra messaggistica quotidiana, ma anche della firma digitale, dei pagamenti elettronici e dei sistemi di certificazione da cui dipende la sicurezza dell’intera società digitale”.













































