Dell’Oro Group mette in evidenza un punto di svolta per il mercato mobile: il Mobile Core Network (Mcn) raggiungerà un massimo storico di ricavi nel 2026, dopo il minimo registrato nel 2024. A trainare la crescita sono la massa critica delle reti 5G Standalone, la disponibilità di Api di rete programmabili, la diffusione di applicazioni enterprise, l’adozione dell’AI agentica e la modernizzazione del Voice core. “I rollout 5G SA hanno raggiunto una maturità critica con alta copertura di popolazione in 40 Paesi”, scrive Dave Bolan di Dell’Oro Group, sottolineando come downlink e uplink più elevati e latenza inferiore stiano alimentando il mercato Mcn.
Indice degli argomenti
Il quadro competitivo: perché il 2026 segna una discontinuità
Secondo Dell’Oro, il 2026 rappresenta una ripresa significativa dopo il punto più basso del ciclo 5G nel 2024. La crescita è sostenuta da tre fattori principali: migrazione degli abbonati alle reti 5G Standalone, scalabilità di nuove applicazioni resa possibile dalle Common Network Programmable Api e incremento della domanda di capacità nel core dovuto all’AI agentica, che opera in background 24 ore su 24 aumentando la richiesta di risorse. A questi elementi si aggiungono ulteriori leve come la maggiore maturità delle reti SA e l’introduzione di funzionalità evolute nel Voice core, tra cui VoNR e Ims Data Channel. La combinazione di queste dinamiche proietta il mercato del Mobile Core Network verso livelli di ricavo mai raggiunti dall’inizio dell’era 5G.
5G SA e Api programmabili: come cambia l’offerta per imprese e developer
Il 5G Standalone segna una svolta per l’architettura del core di rete, introducendo un modello cloud-native che consente di gestire in modo flessibile funzioni critiche come il network slicing e la QoS garantita. Questo approccio permette agli operatori di creare segmenti di rete dedicati a specifici servizi o clienti, assicurando prestazioni costanti e sicurezza. Un elemento distintivo è la possibilità di dislocare le Upf (User Plane Function) all’edge, vicino ai punti in cui vengono generati i dati, riducendo la latenza e migliorando l’esperienza per applicazioni che richiedono tempi di risposta immediati.
Secondo Dell’Oro, la vera novità che abilita la scalabilità delle applicazioni enterprise è rappresentata dalle Common Network Programmable Api. Queste interfacce standardizzate consentono di esporre le capacità della rete in modo uniforme, semplificando l’integrazione con sistemi aziendali e piattaforme applicative. Grazie alle Api, le imprese possono accedere a funzioni come la prioritizzazione del traffico, il slicing, la localizzazione e l’esposizione di eventi di rete, elementi fondamentali per abilitare scenari come IoT mission-critical, automazione industriale e analisi in tempo reale.
L’impatto previsto è significativo: la possibilità di programmare la rete e di sfruttare risorse edge on-premises porta a una domanda crescente di capacità nel Mobile Core Network. Dell’Oro sottolinea che questa evoluzione non è solo tecnologica, ma anche economica, perché apre la strada a nuovi modelli di servizio e contribuisce direttamente alla crescita dei ricavi del core prevista per il 2026.
AI agentica: perché aumenta il fabbisogno di capacità nel core
Secondo Dell’Oro, l’AI agentica è uno dei fattori che cambieranno radicalmente il profilo di traffico e la capacità richiesta nel Mobile Core Network. Gli agenti autonomi operano in background per conto degli utenti, gestendo applicazioni, sensori e servizi in modo continuativo. Questa attività costante, 24 ore su 24, genera flussi di dati persistenti e richiede latenze estremamente ridotte, caratteristiche che spingono il core verso un modello più elastico e scalabile.
Dell’Oro evidenzia che questa dinamica non è solo un trend tecnologico, ma un vero e proprio driver di investimento: l’AI agentica diventa un elemento che incide direttamente su capex e opex, imponendo architetture cloud-native capaci di gestire carichi variabili e funzioni critiche come policy, gestione dei dati degli abbonati e analytics. La previsione è chiara: la crescita dell’AI agentica contribuirà in modo significativo al massimo storico di ricavi Mcn atteso nel 2026.
Voice Mcn: evoluzione verso Ims e VoNR
Il segmento voce, dopo anni di stagnazione, torna a essere protagonista. Dell’Oro indica che, dopo il minimo del 2023, gli operatori stanno accelerando la migrazione dal Circuit Switched Core all’Ims (IP Multimedia Subsystem), anche in contesti dove il Voice core è ancora basato su 4G Lte. L’adozione di VoNR (Voice over New Radio), supportata da Ims e dalle nuove generazioni di Cloud-Native Ims, introduce maggiore flessibilità e scalabilità, elementi chiave per abilitare servizi innovativi. Tra le novità più rilevanti spicca l’Ims Data Channel, che consente di integrare dati e media all’interno delle chiamate, offrendo funzionalità competitive rispetto alle app Ott e sfruttando il dialer nativo dello smartphone. Questa evoluzione riapre la strada alla monetizzazione della voce, trasformandola in un servizio immersivo e interattivo, con qualità garantita e gestione sicura dell’identità di rete.
L’Ims, standardizzato dal 3Gpp, è l’architettura che abilita servizi multimediali su reti IP, come voce, video e messaggistica, sostituendo il vecchio Circuit Switched Core. È la base tecnologica per VoLTE e VoNR, e la sua natura cloud-native nelle implementazioni più recenti consente agli operatori di scalare rapidamente e introdurre nuove funzionalità senza vincoli infrastrutturali.
4G in flessione più lenta e sunset del 3G
Il mercato 4G Mcn continua a diminuire, ma a un ritmo più lento rispetto alle previsioni iniziali. Dell’Oro spiega che questo rallentamento è dovuto alla presenza di Paesi che non hanno ancora implementato il 5G SA e alla dismissione del 3G, che spinge parte del traffico sul core 4G. Questo fenomeno, pur in un contesto di transizione verso il 5G, contribuisce alla tenuta dei ricavi e si somma agli altri driver di crescita. La gestione del ciclo di vita dei core legacy diventa quindi un elemento strategico: il sunset del 3G libera risorse e capacità, ma richiede piani di migrazione accurati per garantire continuità di servizio. Dell’Oro evidenzia che, nonostante il declino del 4G, il suo contributo resta significativo nel percorso verso il massimo storico previsto per il 2026.
Una convergenza di più fattori
Secondo Dell’Oro Group, il massimo storico dei ricavi Mcn nel 2026 sarà il risultato della convergenza di più fattori: la maturità delle reti 5G Standalone, la diffusione delle Common Network Programmable Api, la crescita delle applicazioni enterprise, l’adozione dell’AI agentica e la modernizzazione del Voice core con Ims e VoNR. A questi si aggiunge il rallentamento del declino del 4G Mcn, sostenuto dalla dismissione del 3G in diversi mercati. La combinazione di queste leve porterà il Mobile Core Network a livelli mai raggiunti dall’inizio dell’era 5G.












