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YouTube (ancora) nel caos copyright. E il ceo Wojcicki corre ai ripari

In un lungo post sul blog delineate le strategie per uscire dall’impasse e sanare una volta per tutte le problematiche legate alla gestione del diritto d’autore e al posizionamento dei video. E si punta a linee guida più dettagliate sui contenuti adatti agli inserzionisti

Pubblicato il 06 Mag 2019

Antonio Dini

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Da qualche giorno YouTube è sempre più attiva per cercare di sciogliere alcuni dei dubbi e delle maggiori preoccupazioni e frustrazioni delle centinaia di migliaia di persone che creano contenuti originali per il sito video (spesso anche come attività professionale principale) di proprietà di Alphabet, la casa madre di Google.

Il Ceo di YouTube, Susan Wojcicki, qualche giorno fa è intervenuta sull’argomento con un lungo post sul blog ufficiale per spiegare alcuni snodi relativi al copyright, alla pubblicità, alla protezione dei minori, e al meccanismo con cui vengono caricati, classificati, mostrati ed eventualmente eliminati i video inadatti. I creatori dei video indipendenti su YouTube producono circa la metà di tutti i contenuti del sito.

Dal post sul blog di Wojcicki è chiaro che affrontare i reclami più motivati fatti da parte della comunità è una priorità assoluta, e i principali tra questi sono quelli relativi al copyright. Le dichiarazioni di copyright sui video, che portano gli youtuber a non incassare entrate pubblicitarie, sono una costante fonte di frizione con il sito. Molte delle situazioni alle quali Wojcicki fa indirettamente riferimento nel suo post riguardano i principali youtuber, come Jimmy “MrBeast” Donaldson, che ad esempio ha dichiarato di aver perso delle entrate pubblicitarie perché in un suo clip è stato riprodotto un breve passaggio di musica protetta da copyright.

Il suo caso ha portato Ethan Klein di H3H3 – che Wojcicki ha incontrato di recente – ad etichettare questo periodo come una delle “peggiori epoche di sempre su YouTube“, perlomeno quando si parla di reclami sul copyright. “Stavamo già esaminando – ha scritto Wojcicki – questo problema, ma sentirlo direttamente dagli youtuber è stato fondamentale. Stiamo pensando a possibili miglioramenti per trovare il giusto equilibrio tra proprietari di copyright e youtuber”.

Le lamentele sono però anche molte altre. Ad esempio, gli youtuber si lamentano anche che la sezione dei video di tendenza – una pagina fondamentale per trovare spettatori – spesso non registra i loro video, mostrando invece altri tipi di contenuti più istituzionali: trailer di film, eventi sportivi, video musicali, spezzoni promozionali di show televisivi. Non è la prima volta che vengono sollevate lamentele per questo motivo, ma è la prima volta che un dirigente di YouTube, addirittura il Ceo, le affronta e risponde.

Al riguardo, Wojcicki ha scritto che da adesso almeno la metà di tutti i video di tendenza verranno dagli youtuber, mentre il resto “proverrà dall’industria musicale e dagli altri media tradizionali”.

Attenzione, però: questo non significa che un video estremamente popolare sia garantito che vada automaticamente nella lista dei trend, ma in questo modo Wojcicki risponde alle preoccupazioni che YouTube non stia dando la priorità ai suoi youtuber. Wojcicki ha anche aggiunto che questa divisione 50/50 è in realtà un traguardo già molto vicino.

Wojcicki scrive anche che “i trend devono mostrare dei contenuti che una vasta gamma di spettatori troverebbero interessanti», aggiungendo che il team di YouTube «è particolarmente attento alla sicurezza di questi video e si deve assicurare che non contengano parolacce o contenuti vietati”. Questo potrebbe essere il motivo per cui un video di youtuber-star come Donaldson o Shane Dawson magari raccolgono milioni di visualizzazioni in 24 ore, ma non compaiono nell’elenco dei trend del sito.

Il team di YouTube, scrive Wojcicki, sta inoltre pianificando di aggiungere linee guida più dettagliate su quali siano i contenuti adatti per gli inserzionisti. Gli youtuber sono da tempo molto frustrati per la mancanza di chiarezza su quali siano i contenuti che possono mettere nei loro video e quali non sono idonei per la pubblicità: ad esempio regole molto complesse relative a un problema apparentemente semplice come le parolacce hanno reso difficile da seguire le linee guida attuali.

Uno degli ultimi punti trattati da Wojcicki è stata la decisione dell’azienda di rimuovere i commenti dai video in cui compaiono dei bambini. La decisione di YouTube è arrivata all’inizio di quest’anno, dopo che gli inserzionisti hanno sospeso la loro spesa pubblicitaria perché è stato scoperto che alcuni commenti a video venivano usate dai predatori sessuali per inviare messaggi inquietanti relativi ai bambini. Da allora, molti youtuber si sono lamentati del fatto che i loro commenti siano stati rimossi. Adesso, per fare chiarezza, Wojcicki spiega che è stata una decisione di YouTube.

“Ho sentito – scrive Wojcicki – ogni giorno dai creatori quanto siano importanti i commenti per coinvolgere i fan, ottenere feedback e aiutare a indirizzare i video futuri”. In definitiva, afferma Wojcicki, “questo che abbiamo trovato è stato un compromesso che abbiamo messo all’opera perché riteniamo che proteggere i bambini dovrebbe essere il principio guida più importante sulla nostra piattaforma”.

La lettera di Wojcicki agli youtuber è arriva a fine aprile, proprio quando una ventina dei principali youtuber erano a New York per il Creator Summit aziendale (un evento in cui gli youtuber possono riunirsi e chattare, parlando anche ai dipendenti di YouTube delle loro preoccupazioni) e due giorni in anticipo rispetto al raduno di Upfront.

Upfront è per YouTube un modo per parlare direttamente con inserzionisti e creatori, ed è chiaro che questo è un argomento a cui Wojcicki sta pensando. Il post del Ceo di YouTube vuole infatti essere anche una testimonianza della continua importanza dei creatori di contenuti su YouTube: un importante punto di discussione all’interno della comunità negli ultimi anni. Questo anche perché il ruolo come media di YouTube inizia a diventare sempre più chiaro. Il social dei video comincia ad assomigliare sempre più a una Mtv per la generazione Z. Il post sul blog di Wojcicki è un tentativo di ricordare agli youtuber che contano ancora. Anzi, se possibile di più.

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