IL REGOLAMENTO

Dati non personali, cadono le barriere in Europa: via alla libera circolazione

Il Consiglio europeo approva le nuove norme in tema di data protection: vietate le restrizioni alla localizzazione imposte dagli Stati membri su ubicazione e conservazione delle informazioni. Più semplice per gli utenti cambiare fornitore

Pubblicato il 09 Nov 2018

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Meno ostacoli alla libera circolazione dei dati non personali nell’UE. Il Consiglio europeo ha infatti approvato oggi la riforma in tema di libera circolazione dei dati concepita per dare impulso alla data economy e allo sviluppo di tecnologie emergenti, a partire dai sistemi autonomi transfrontalieri e l’intelligenza artificiale.

La riforma vieta le restrizioni alla localizzazione dei dati imposte dagli Stati membri per quanto riguarda l’ubicazione geografica della conservazione o del trattamento dei dati non personali, a meno che tali restrizioni siano giustificate da motivi di sicurezza pubblica. Le autorità degli Stati membri continueranno ad avere accesso ai dati anche se ubicati in un altro paese. L’accesso ai dati può essere necessario, per esempio, ai fini di un controllo regolamentare o di vigilanza. Il regolamento incoraggia inoltre l’elaborazione di codici di condotta affinché sia più agevole per gli utenti di servizi di trattamento dati cambiare fornitore o ritrasferire i propri dati verso i propri sistemi informatici.

La votazione di oggi al Consiglio conclude la procedura legislativa in prima lettura. Il Parlamento europeo, con cui era stato raggiunto un accordo provvisorio il 29 giugno 2018, ha votato il 4 ottobre. Il regolamento dovrebbe essere firmato da entrambe le istituzioni durante la sessione plenaria del Parlamento a metà novembre e successivamente pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Sarà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri sei mesi dopo la sua pubblicazione.

“Il rafforzamento del settore dei dati migliorerà la competitività europea. La libera circolazione dei dati è fondamentale per la crescita e la creazione di posti di lavoro e offrirà più flessibilità per le nostre imprese, che da questo momento potranno scegliere il fornitore di servizi cloud più adatto ai loro bisogni”, ha dichiarato Margarete Schramböck, ministra federale austriaca del digitale e dell’economia e presidente del Consiglio.

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