La Spagna continua a muoversi in modo difforme rispetto ai diktat di un establishment che, facendo leva sul pur sacrosanto concetto di sovranità tecnologica, boicotta anche soluzioni affidabili e (checché se ne dica senza fornire prove a supporto del contrario) sostanzialmente neutrali.
Telefónica ha infatti rinnovato a Huawei il contratto per la gestione del nucleo della sua rete 5G dedicata ai 15 milioni di clienti residenziali. Un’infrastruttura fra le più rilevanti nel settore delle telecomunicazioni spagnole.
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A Huawei la rete consumer, a Nokia quella B2B
La notizia è riportata da El Pais, che parla di un contratto attraverso cui la telco affida al colosso cinese l’amministrazione della parte più strategica della rete fino al 2030. Il rinnovo della collaborazione con Huawei è avvenuta alla fine del 2024, secondo il quotidiano spagnolo che cita fonti anonime a conoscenza dei fatti. Il nuovo contratto va in una direzione diversa da quanto dichiarato da Telefónica nel 2019, quando la strategia di sviluppo prevedeva l’eliminazione in toto delle soluzioni tecnologiche cinesi dalla rete core.
Ora la roadmap sembra poggiare sul concetto di integrazione: Telefónica, si legge sempre su El Pais, ha infatti siglato un contratto con Nokia all’inizio del 2025 per le apparecchiature di rete core 5G che serviranno clienti aziendali e istituzionali.
Si tratta quindi di un approccio dual-vendor, che punta suddividere le responsabilità dell’infrastruttura 5G di Telefónica tra i due produttori, con Huawei che gestisce il segmento di mercato consumer e Nokia i segmenti enterprise e pubblico.
La nuova strategia di Telefónica
La scelta di Telefónica sarebbe dettata principalmente dai prezzi estremamente competitivi offerti da Huawei. Ma il blog dell’azienda cinese, commentando la notizia, rimarca che il rinnovo del contratto potrebbe dipendere anche dal fatto che la tecnologia Huawei “mantiene un valore superiore nel mercato delle reti 5G rispetto a concorrenti come Nokia, Ericsson e altri”.
A prescindere dalle ragioni che hanno determinato il deal, la decisione ha inevitabilmente sollevato diverse polemiche. Nonostante le raccomandazioni dell’Unione europea di escludere fornitori aprioristicamente considerati a rischio (leggi: aziende cinesi), la Spagna non ha ancora approvato una lista di imprese non sicure.
Telefónica ha comunque spiegato che, in un’ottica di diversificazione, la gestione del core per i clienti aziendali e le pubbliche amministrazioni è andata a Nokia, proprio perché ritenuta strategicamente meno sensibile.
Sul rapporto con Huawei, il chief operating officer di Telefónica Emilio Gayo, ha affermato di recente che la compagnia rispetta le normative dei Paesi in cui opera, per cui sta sostituendo le reti di 5G del gruppo cinese in Germania e riducendole in Spagna, ma intende mantenerle in Brasile, dove non si applica alcuna restrizione.
E i politici Usa chiedono un’indagine sulla collaborazione tra Huawei e governo
Ma le polemiche sono destinate a continuare e ad aumentare, anche perché il ministero dell’Interno spagnolo si è rivolto a Huawei nell’ottica di ricevere supporto, tramite la sua tecnologia di storage, per l’archiviazione di file audio sensibili durante le indagini giudiziarie.
Una vicenda, questa, che sembra già avere risvolti internazionali: il dibattito si è infatti infiammato anche negli Stati Uniti, dove – riferisce sempre El Pais – alcuni politici repubblicani hanno richiesto un’indagine sul contratto, che coinvolge in particolare la gestione delle intercettazioni telefoniche autorizzate dall’autorità giudiziaria. Inutile ribadire che tali operazioni sono viste con sospetto dagli Stati Uniti, che temono che i dati raccolti su infrastrutture di operatori non occidentali possano finire nelle mani delle autorità comuniste cinesi.