Il settore della difesa sta attraversando una profonda trasformazione, sulla spinta di nuove esigenze geopolitiche, ma anche di una crescente urgenza operativa e di un’accelerazione tecnologica senza precedenti. Oggi, alla strumentazione tattica si affianca infatti il potere dei dati: sensori, connettività, capacità computazionale e sistemi interattivi stanno gradualmente creando una nuova realtà sul campo di battaglia, consentendo la condivisione di informazioni dettagliate in tempo reale e in modo bidirezionale.
In questo contesto, cinque tecnologie stanno emergendo come pilastri fondamentali per la modernizzazione dell’industria militare: 5G, intelligenza artificiale, edge computing, cloud e soluzioni di cybersecurity avanzate. Queste innovazioni non solo stanno rimodellando il modo in cui le forze armate operano, ma stanno anche modificando radicalmente i processi di progettazione, produzione e gestione dei sistemi di difesa: analizziamole nel dettaglio.
Indice degli argomenti
5G: l’infrastruttura che ridefinisce l’ambiente tattico
La tecnologia 5G introduce un salto qualitativo nella capacità di comunicazione. Unendo una velocità di trasferimento nettamente superiore ed una latenza nettamente inferiore rispetto al 4G, consente di reagire con ancor maggior prontezza alle situazioni di emergenza, abilitando l’interazione con gli asset sul campo, anche in scenari complessi e distribuiti. Grazie alla virtualizzazione delle funzioni di rete e alla possibilità di creare “network slices” dedicati, le strutture preposte alla difesa possono disporre di canali di comunicazione sicuri e personalizzati. Alcuni Paesi, come la Norvegia, stanno già aggiornando le proprie infrastrutture di difesa per integrare il 5G, aprendo la strada a una nuova generazione di operazioni militari connesse e reattive.
Intelligenza artificiale: decisioni più rapide e precise
L’AI ha ormai ampiamente superato la fase sperimentale e sta diventando una componente operativa nei sistemi di difesa. Viene infatti già impiegata per analizzare i dati raccolti dai diversi asset sul campo, facilitando la classificazione degli obiettivi e l’identificazione di eventuali minacce. L’adozione dell’AI sul campo, nota come Edge AI, consente di elaborare dati localmente, consentendo di beneficiare del supporto della tecnologia AI anche in ambienti nei quali la connettività sia degradata e l’accesso al cloud non disponibile. Tuttavia, la qualità delle informazioni rimane cruciale: senza dati puliti e strutturati, anche i modelli più avanzati falliscono. Per questo, oltre l’80% del lavoro in un progetto AI è dedicato alla data qualification e preparation.
Edge computing: potenza di calcolo dove serve
Portando l’elaborazione dei dati più vicino all’origine dei dati stessi, si riduce la dipendenza dalle infrastrutture di calcolo centralizzate. In ambito militare, questo significa che sensori, droni e sistemi di sorveglianza possono non solo raccogliere informazioni, ma anche elaborarle localmente, accelerando il ciclo decisionale e consentendo di beneficiare del supporto delle tecnologie AI anche in ambienti nei quali la connettività sia degradata e l’accesso al cloud risulti non disponibile.
La combinazione di edge computing e 5G abilita l’implementazione di centri di comando e controllo decentralizzati con notevoli benefici in termini di resilienza.
Cloud: interoperabilità e scalabilità
Il cloud computing consente di gestire grandi volumi di informazioni, facilitare la collaborazione tra diversi apparati e garantire l’accesso alle informazioni in tempo reale. In ambito difesa, rappresenta un’infrastruttura strategica per la gestione delle operazioni, il supporto alle decisioni, la simulazione, la manutenzione predittiva e la pianificazione tattica.
Il concetto di combat cloud diventa centrale abilitando l’implementazione di operazioni multi-dominio (Multi-Domain Operations – MDO), che mirano a integrare tutte le dimensioni di una operazione (terra, mare, aria, spazio, cyber) sfruttando appieno tutti gli asset coinvolti.
Cybersecurity: proteggere un ecosistema sempre più connesso
Con l’aumento della connettività, cresce anche la superficie di attacco. Ogni dispositivo digitale, dai sensori ai sistemi di comunicazione, rappresenta infatti una potenziale fonte di vulnerabilità. In questo scenario, le minacce evolvono rapidamente ponendo seri rischi per le infrastrutture critiche. La cybersecurity diventa quindi una priorità assoluta, non solo a livello strategico, ma anche tattico. Le strategie di risposta includono lo sviluppo di architetture zero-trust, soluzioni per il rilevamento delle minacce basate sull’AI, hardware progettato con criteri di sicurezza integrata (secure-by-design) e reti resilienti capaci di reindirizzare automaticamente il traffico in caso di compromissione.
Una trasformazione globale
Queste cinque tecnologie non agiscono in modo isolato, ma si integrano in un ecosistema complesso e interconnesso. Il concetto di System of Systems diventa quindi centrale: sistemi indipendenti che collaborano per raggiungere obiettivi comuni, come nel caso dei programmi per lo sviluppo dei caccia di sesta generazione (Future Combat Air System e Global Combat Air Programme), dove jet, droni e apparecchiature terrestri, marittime e aerospaziali operano in sinergia grazie ad una infrastruttura cloud. La difesa non è più, semplicemente, questione di strumentazione tattica, ma di potenza informativa: la capacità di raccogliere, elaborare e proteggere i dati è ormai un elemento determinante per il successo operativo. In questo scenario, l’industria della difesa si configura come un motore di innovazione, con potenziali ricadute anche nel settore civile: le tecnologie sviluppate per rispondere alle esigenze militari sono infatti destinate a influenzare profondamente anche altri ambiti, dalla sanità alla mobilità, dalla logistica alla gestione delle emergenze.



































































