Nokia rafforza il suo impegno nel settore della difesa annunciando un memorandum d’intesa con Blackned, azienda tedesca specializzata nella digitalizzazione dei sistemi militari e controllata per il 51% dal gruppo Rheinmetall. L’intesa punta a sviluppare una nuova generazione di reti tattiche dispiegabili basate su tecnologia 5G, capaci di assicurare connessioni sicure, affidabili e ad alte prestazioni direttamente sul campo di battaglia.
La collaborazione mette a sistema due competenze complementari: da un lato, la tecnologia 5G di Nokia, già protagonista di diversi test militari in ambito europeo; dall’altro, l’expertise software e l’integrazione di sistemi di blackned, al servizio della trasformazione digitale del settore difesa. Obiettivo comune è la realizzazione di una piattaforma di comunicazione scalabile, mobile e adatta agli scenari operativi contemporanei, in grado di garantire superiorità decisionale, coordinamento ottimizzato e maggiore consapevolezza situazionale.
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Un sistema pensato per la Bundeswehr, ma con ambizioni internazionali
Il sistema, progettato inizialmente per le esigenze della difesa tedesca, sarà perfettamente integrabile con la Rheinmetall Battlesuite, piattaforma digitale proprietaria destinata alla gestione integrata dei sistemi militari. Grazie alla sua architettura flessibile e modulare, potrà però essere adattato anche ad altri contesti internazionali, offrendo un vantaggio competitivo ai paesi alleati che intendano modernizzare le proprie infrastrutture di comando e controllo.
“Vogliamo offrire soluzioni di rete tattiche potenti, flessibili e pronte per il futuro, progettate per le reali condizioni operative della difesa moderna”, ha dichiarato Timo Zaiser, Cto di Blackned. “Questa collaborazione rappresenta un importante traguardo nel nostro percorso di innovazione per la digitalizzazione della difesa”.
5G e reti dispiegabili: cosa cambia sul campo
Le reti tattiche dispiegabili rappresentano una delle frontiere più avanzate della digitalizzazione militare. Si tratta di infrastrutture mobili, progettate per essere installate rapidamente in ambienti ostili o remoti, che garantiscono connessioni a bassa latenza, trasmissioni dati ad alta velocità e resilienza operativa.
L’integrazione con il 5G, sottolinea Giuseppe Targia, responsabile Space & Defence di Nokia, consente alle forze armate di “schierare rapidamente capacità di comunicazione robuste e condividere l’intelligence in modo più efficace, offrendo ai nostri clienti un vantaggio decisivo in combattimento”. Il 5G consente infatti lo sviluppo di una “Software Defined Defense”, in cui ogni assetto, umano o tecnologico, è connesso in tempo reale e in grado di reagire in maniera intelligente ai cambiamenti di scenario.
I test sul campo: dalla Lapponia alla Nato
Questa alleanza si inserisce in un quadro più ampio di sperimentazioni che Nokia sta conducendo da anni nel settore difesa. In Finlandia, l’azienda ha collaborato con Telia e altri partner per testare il passaggio transfrontaliero di una “slice” 5G, mentre in Lapponia ha dimostrato il controllo remoto di un veicolo corazzato grazie alla rete mobile di nuova generazione.
Più recentemente, Nokia ha preso parte all’esercitazione multinazionale Joint Viking 2025 in Norvegia, dove il suo 5G ha abilitato l’accesso ad applicazioni difensive avanzate per truppe provenienti da diversi paesi Nato, dimostrando la capacità della tecnologia di supportare operazioni multinazionali coordinate.
Verso un nuovo ecosistema per la difesa digitale
La partnership tra Nokia e blackned rappresenta un passo concreto verso un nuovo ecosistema per la difesa digitale, dove rete, software e velocità diventano elementi chiave per garantire superiorità strategica e protezione dei contingenti. In un mondo in cui gli scenari di crisi evolvono con rapidità e complessità crescenti, investire in tecnologie scalabili e pronte all’impiego è ormai una priorità imprescindibile.
5G e Difesa, la vision della Nato
Le tecnologie 5G stanno trasformando non solo il mondo civile, ma anche la dimensione operativa della difesa. La Nato investe in realtà aumentata, virtualizzazione dei centri di comando e sicurezza cibernetica per rafforzare l’interoperabilità e la prontezza operativa.
Mentre il 5G si diffonde nei settori civili, accademici e industriali, anche l’Alleanza Atlantica si prepara a sfruttarne il potenziale. Il Comando per la Trasformazione della Nato (Allied Command Transformation, Act) sta esplorando in modo sistematico come questa tecnologia possa diventare un fattore chiave di evoluzione dello strumento militare. L’obiettivo è duplice: sfruttare i vantaggi delle comunicazioni di nuova generazione e mitigare i rischi legati a un aumento della superficie di attacco cibernetico.
5G: più velocità, meno latenza, più dispositivi connessi
Il 5G – la quinta generazione della tecnologia mobile – offre velocità di download superiori, latenza ridotta e una maggiore larghezza di banda complessiva rispetto alle reti precedenti. Queste caratteristiche aprono le porte a innovazioni decisive per il mondo militare: comunicazioni tra macchine più efficienti, gestione di sistemi complessi e connessione simultanea di migliaia di dispositivi, anche in scenari ad alta densità operativa.
Act sta concentrando i propri sforzi sull’applicazione di queste tecnologie per supportare le missioni chiave della Nato: deterrenza e difesa, prevenzione delle crisi, gestione delle emergenze e sicurezza cooperativa.
Realtà aumentata, comandi virtuali e logistica autonoma
Le applicazioni militari del 5G stanno già prendendo forma. A partire dal 2022, Act ha collaborato con il Ministero della Difesa lettone per integrare soluzioni di realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR) nei percorsi di addestramento. Queste tecnologie, abilitate dal 5G, permettono di ridurre le distanze fisiche tra istruttori, tecnici e reparti operativi, mantenendo al contempo l’interattività in tempo reale e la sicurezza delle comunicazioni.
Una delle sperimentazioni più avanzate è quella del Centro Operativo Virtuale Congiunto (Virtual Joint Operations Centre): un ambiente digitale condiviso in cui comandanti, truppe e supporti logistici possono operare e comunicare in modo sinergico, anche a distanza, migliorando la prontezza e l’efficienza del processo decisionale.
Anche nel campo della logistica militare si aprono nuovi scenari. Il 5G può abilitare forme di trasporto autonomo e interconnesso, ad esempio per rifornimenti automatizzati o droni coordinati in rete, aumentando la rapidità e la sicurezza delle operazioni sul terreno.
La minaccia cyber: più connessi, più vulnerabili
Tuttavia, l’integrazione massiccia del 5G comporta anche nuove vulnerabilità. Le reti ad alta velocità espandono la superficie potenziale degli attacchi informatici, rendendo possibili attacchi DDoS di larga scala, infiltrazioni in reti critiche e manipolazioni dei flussi informativi. La cybersicurezza diventa quindi una priorità assoluta per la NATO, che lavora in parallelo per definire standard e contromisure condivise.
Un’infrastruttura nata per il civile, pronta per la difesa
“Le tecnologie 5G sono nate per rivoluzionare il settore civile, ma offrono opportunità trasformative anche per il mondo militare”, ha dichiarato Warren Low, responsabile dei progetti 5G presso il Comando per la Trasformazione della NATO. “La realtà aumentata e virtuale possono aiutare le forze armate a imparare e utilizzare equipaggiamenti complessi in modo più rapido ed efficace”.
Nell’ambito dell’Alleanza sono già attivi gruppi di lavoro dedicati al 5G, che esplorano soluzioni applicabili in contesti operativi reali, con particolare attenzione all’interoperabilità tra Paesi membri, alla standardizzazione delle reti tattiche e all’impiego sicuro della tecnologia nelle missioni multinazionali.
La trasformazione continua
Il percorso non è privo di sfide, ma è tracciato: il 5G rappresenta un catalizzatore per la trasformazione digitale della difesa. Unisce capacità di comunicazione avanzate, mobilità, resilienza e scalabilità, rendendo le forze armate più flessibili, reattive e connesse. In un contesto geopolitico in rapida evoluzione, la superiorità tecnologica e la capacità di adattarsi rapidamente alle nuove minacce diventano elementi strategici. La NATO intende farsi trovare pronta.