Le telco sono il grande malato della nostra filiera industriale, ma anche il settore che più può sostenere la digitalizzazione e la crescita economica del nostro Paese. Questo il messaggio lanciato da Andrea Rangone, professore di Digital Business innovation & entrepreneurship del Politecnico di Milano e co-founder di Digital360 e Network360, all’edizione invernale di Telco per l’Italia. Un panorama di numeri sconfortanti, che descrivono quella lunga agonia a cui siamo abituati ormai da 15 anni, ma anche la speranza che l’intelligenza artificiale (Ai), il grande game changer della trasformazione digitale odierna, possa rivitalizzare le telco e proiettarle in una nuova era di crescita.
Rangone non ha trascurato, tuttavia, i fattori di politica industriale e regolatori: sulle telco l’Europa ha agito con “miope asimmetria”, ha affermato il professore, mancando di lungimiranza e regolando questa industria, ingiustificatamente, in modo diverso rispetto ad altri settori infrastrutturali. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
“Se le telco fossero un paziente che è andato a farsi le analisi del sangue, questo quadro clinico giustificherebbe il ricovero”, ha sancito Rangone presentando i dati sugli andamenti del settore delle Tlc in Italia. “E il vero paziente siamo noi come cittadini”, ha aggiunto il professore.
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Telco in affanno: un’agonia lunga 15 anni
I numeri sono drammatici: in 15 anni il settore delle Tlc ha bruciato il 33% dei ricavi totali (da 41,9 miliardi a 28 miliardi di euro) a fronte di un’esplosione dei volumi di dati – nessuna filiera ha perso tanto.
L’Opex è crollato da 25,3 miliardi a 20,3 miliardi, a fronte di un Capex, però, che supera i 100 miliardi di euro: le telco hanno investito circa 7 miliardi l’anno in rete e licenze negli ultimi 15 anni.

E ancora: l’Ebidta meno il Capex, che indica la capacità di generare cash flow, si è praticamente azzerato. “Questo settore non genera più cassa, e così non si paga il debito (né gli azionisti)”, ha chiarito Rangone. E poi l’Ebit Margin che scende dal 13% al 2% (male come in nessun’altra industria) e il Roi che si ferma all’1,5% rispetto al Wacc del 7,8% (il costo medio del capitale): “un assurdo finanziario”, ha evidenziato Rangone. “La domanda è: chi può mai investire in questo settore se non il pubblico?”
L’assurdo è anche strategico: questo fragile malato, ha affermato Rangone, è anche l’industria su cui poggia il nostro futuro digitale.
Rangone: “Serve il cambiamento paradigmatico”
In questo quadro fosco non mancano gli elementi di ottimismo. Le telco hanno saputo sviluppare la loro offerta B2B e Ict e hanno raggiunto quote importanti nei servizi cloud (gli operatori hanno quasi un quarto del mercato) e di cybersecurity: l’offerta nel digitale è dunque buona e mantiene vivo il “paziente”.
Per uscire dal tunnel, però, serve di più, ed è un cambiamento paradigmatico, di quelli che modificano gli assunti stessi su cui si basa un settore. “Non ha più senso parlare di telco”, ha affermato Rangone. “Dobbiamo ripartire dallo scorporo, ovvero la separazione tra infrastruttura di rete e servizi”.

“L’Europa non ha avuto il coraggio di guardare avanti”, ha proseguito il professore. “Oggi dal Digital networks act ci aspettiamo sicuramente un mercato unico delle Tlc come grande beneficio, ma bisogna anche pensare allo scorporo della rete, anche nel mobile”.
Lo scorporo della rete e il consolidamento
Da un lato, dunque, devono esserci le NetworkCo come reti neutrali e consolidamento del settore: su questo Rangone è stato chiaro, l’Ue è un unicum rispetto ad altre regioni del mondo, con una pletora di operatori e una sfibrante guerra dei prezzi. Ora serve una “nuova leadership europea” che rilanci un settore nato in Europa e che rappresenta la forza del nostro continente. La competizione continuerà a giocarsi sui servizi con le ServiceCo, ma la rete deve essere unica, consolidata.
“La moltiplicazione degli operatori di rete nelle Tlc non ha eguali negli altri settori infrastrutturali – basti pensare, in Italia, alle rete elettrica o a quella ferroviaria”, ha evidenziato Rangone. “È una mancanza di lungimiranza che ha portato a regolare le Tlc in modo diverso dalle altre reti che sono statali”.
L’Ai nel futuro di reti e servizi
L’Ai si inserisce in questo scenario come un’opportunità per la trasformazione del settore delle Tlc. Le ricerche condotte presso gli Osservatori del Politecnico mostrano che i benefici sono possibili, anche se ancora non è facile quantificarli in termini di riduzione delle perdite, aumento dei ricavi e ritorni sull’investimento.
Ma già le telco stanno sfruttando efficacemente l’Ai e molto potranno ottenere nel prossimo futuro. Due le possibili aree di impatto: l’Ai sulla value chain e l’Ai sui servizi che le telco erogano agli utenti finali.

Nella value chain l’Ai può trasformare le operazioni di rete, la sicurezza ma anche le operazioni verso i clienti, mentre come abilitatole di nuovi servizi, l’Ai offre alle telco l’opportunità di ampliare la loro offerta puntando su localizzazione e sovranità. Le telco possono arrivare anche a sviluppare dei modelli linguistici di grandi dimensioni per portare alle imprese applicazioni Ai molto verticali e altamente personalizzate.
Il ruolo centrale delle telco nell’economia
“L’Ai può essere la leva di miglioramento per le telco, ma ancora più importante è il ruolo delle telco per le imprese e l’economia italiana ed europea”, ha concluso Rangone. “Le telco hanno la rete, il brand, le persone sul territorio, la forza vendita, il sistema di billing e molti altri fattori di vantaggio competitivo che le mette nella posizione ideale per accelerare la digitalizzazione delle nostre imprese, anche le più piccole”.
Ha proseguito Rangone: “La capacità di un Paese di rimanere competitivo nei prossimi anni è legata alla sua capacità di usare in modo sapiente l’Ai nelle proprie attività produttive, perché dall’Ai deriveranno i principali indicatori economici, come il Pil e la produttività del lavoro, e le telco, con gli asset che hanno, possono svolgere un ruolo strategico e culturale vitale per il sistema-Paese”.










