L'ANALISI

Banda ultralarga, allarme Istat: “Il Sud ancora in digital divide”

Focus sui divari territoriali nel Pnrr: il 60% dei residenti nella regioni del Mezzgiorno ha ancora ridotte opportunità di accedere all’Internet veloce. E tre province su quattro, dove risiede il 60% della popolazione, hanno una quota di accessi inferiore alla media nazionale

Pubblicato il 25 Gen 2023

Banda ultralarga, allarme Istat: “Il Sud ancora in digital divide”

Italia digitale, ancora non ci siamo. Nonostante negli ultimi 20 anni il processo di digitalizzazione sia stato rapido, il Mezzogiorno non ha ancora recuperato il gap di partenza: il 60% circa dei residenti ha opportunità ridotte di accesso alla banda ultralarga, e circa 1 su 5 (17,3%) vive in contesti molto distanti da questo standard (4,2% nel Centro-Nord). Lo scrive l’Istat nel focus ‘I divari territoriali nel Pnrr: dieci obiettivi nel Mezzogiorno’, attraverso il quale, con un taglio storico-comparativo, analizza i trend del sud Italia sulla base dei principi strategici e tematici del Pnrr.

Banda ultralarga, crescita a doppia velocità

L’indice di “Penetrazione della banda ultralarga”, che si riferisce alla quota di sottoscrittori di abbonamenti in banda ultralarga sulla popolazione residente, conferma i progressi compiuti ma anche il persistere di divari territoriali significativi. Tale componente nel 2015 a livello nazionale risultava particolarmente bassa (poco più del 2% a fronte di una media europea del 22%) ma nel 2020 lievita al 20,4%.

L’incremento è stato molto significativo soprattutto a partire dal 2018 (12,7% a fronte del 7% dell’anno precedente): si passa da una quota del 22% circa nelle regioni del Nord, al 22,8% del Centro, per scendere al 18,4% al Sud e al 17,5% nelle Isole.

Nelle regioni del Centro-Nord una quota largamente maggioritaria di popolazione risiede in contesti caratterizzati da un’ampia diffusione della banda ultralarga, e ciò determina maggiori opportunità in termini di “connettivita’”. Ma nel Mezzogiorno lo scenario è opposto: 3 province su 4, in cui risiede il 60% circa della popolazione, hanno una quota di accessi inferiore alla media nazionale e poco meno di 1 residente su 5 vive in contesti molto distanti da questo standard.

Accessi inferiori nei piccoli centri

Divari significativi si rilevano anche riguardo all’ampiezza dei Comuni di residenza: nei piccoli Centri (<
2000 abitanti) gli accessi sono inferiori di circa 8 punti (71,6%) rispetto alle realtà urbane medio-grandi (>50mila abitanti: 79,1%), con una penalizzazione soprattutto sull’accesso alle reti ultra-veloci (42,7% contro 56,2%). L’indice di “Penetrazione della banda ultra-larga”, che si riferisce alla quota di sottoscrittori di abbonamenti in banda ultralarga sulla popolazione residente, conferma i progressi compiuti ma anche il persistere di divari territoriali significativi.

Nel Mezzogiorno vince la connessione da rete mobile

Sul piano nazionale, nel 2020 il 77,8% delle famiglie italiane dichiara di avere accesso alla rete attraverso una connessione a banda larga (54,3% fissa e 38,1% mobile). Tale quota si attesta intorno al 72% nel Mezzogiorno (72,8% nel Sud e 72% nelle Isole), con una presenza contenuta soprattutto degli accessi da rete fissa (48,7% nel Sud e 43,4% nelle Isole).

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