IL CASO

Piano Bul, Uncem scrive al Mise: “Più chiarezza sulla tempistica”

Dalla rete unica ai voucher fino alle tempistiche di realizzazione delle infrastrutture, l’associazione stila 10 richieste d’azione per accelerare sull’ultrabroadband

Pubblicato il 29 Dic 2020

Symbolfoto für langsamen Internet Zugang. Breitband Anschluß ist nicht überall verfügbar.

L’Uncem, l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, scrive al Ministero dello Sviluppo Economico per stimolare la condivisione di una visione strategica e sollecitare maggiore chiarezza rispetto alla realizzazione delle reti digitali, e chiede ai sindaci e alle amministrazioni di fare altrettanto, indirizzando al ministro Stefano Patuanelli e ai sottosegretari Buffagni, Liuzzi, Manzella, Morani e Todde una lettera intestata che CorCom ha potuto visionare. La lettera, comunica Uncem, può essere trasmessa anche ai Parlamentari di riferimento del proprio territorio e ai media. “Il digital divide”, sottolinea l’associazione, “è un’emergenza che riduce l’efficienza del Paese e che va vinto con la massima determinazione. Occorrono investimenti, ma soprattutto una visione e una strategia, tempi certi, e un patto pubblico-privato che il Mise deve garantire con urgenza”.

L’appello di Uncem al Mise

“Siete a conoscenza della forte mobilitazione che, come Sindaci e Amministratori di Comuni montani, insieme con Uncem e le Organizzazioni degli Enti locali, abbiamo messo in atto negli ultimi anni per poter avere un sistema di comunicazioni più forte e integrato, al pari di quello che esiste nelle aree urbane”, si legge nel documento. “Rispetto a questa moderna rete che è importantissima per le nostre comunità, per le imprese, per le Pubbliche amministrazioni dei territori”. Uncem chiede “un impegno più forte del Ministero dello Sviluppo Economico, d’intesa con tutto il Governo e con i Parlamentari. Occorre superare ogni divisione per dare alle aree montane delle infrastrutture nuove, come la stessa pandemia ha mostrato indispensabili, per la scuola e il lavoro a distanza, per l’intrattenimento e per l’accesso ai servizi della Pa”.

I dieci punti evidenziati nella lettera

La lettera, in particolare, mette in evidenza dieci punti, che corrispondono ad altrettante richieste di azione:

1. Chiarire alle Amministrazioni locali i tempi di intervento del Piano nazionale banda ultralarga. Occorre con urgenza un piano chiaro e sicuro, con tempi di inizio e fine dei lavori (date certe) in tutti i Comuni italiani delle “aree bianche”, con i tempi del collaudo, con la garanzia degli operatori che poi accenderanno la fibra posata, vendendo poi “i pacchetti” ai concittadini;

2. Chiarire alle Amministrazioni locali quali e quante unità immobiliari – case e sedi della Pa – verranno effettivamente raggiunte dalla fibra ottica e con quali tempi, per evitare attese, illusioni e dispendio di energia;

3. Intervenire per garantire l’accesso ai “voucher” per la banda ultralarga a tutti i cittadini; oggi troppe aree del Paese sono escluse a causa dei lavori e dei collaudi dei cantieri lenti del Piano Bul che di fatto hanno impedito a famiglie e a imprese delle “aree bianche” di accedere ai contributi statali;

4. Chiarire al più presto quale sarà l’impatto di una eventuale “rete unica” sulle “aree bianche”, predisponendo piani certi di intervento che coinvolgano gli Enti locali e gli Operatori del mercato;

5. Verificare al più presto la copertura della rete mobile nazionale degli operatori privati, potenziando le risorse già stanziate dallo Stato per nuovi tralicci, previste nella legge di bilancio 2020;

6. Individuare tutte le criticità dei territori connesse al cambio delle frequenze dei segnali televisivi. Non è accettabile che nei lavori politico-istituzionali per predisporre il piano del nuovo digitale terrestre, non sia mai emersa la problematica dei territori montani del Paese ove i ripetitori sono acquistati, garantiti e manutenuti dagli Enti montani (Comunità montane e Unioni montane). Occorrono opportuni investimenti e strategie anche per la Tv, per tutti, anche destinando ai territori e alla modifica dei ripetitori una percentuale delle risorse della tassa sul possesso degli apparecchi televisivi;

7. Predisporre al più presto un “Piano strategico per l’infrastrutturazione digitale delle zone montane del Paese”, verificando immediatamente le coperture wireless di operatori privati (oggi determinanti e baluardo dell’innovazione nelle valli alpine e appenniniche) nonché individuando modalità agevolate di investimento (senza burocrazia e costi) per gli operatori Telco che vogliano dotare i territori di nuove reti;

8. Consentire alle Pubbliche Amministrazioni e alle imprese dei territori montani che lo ritengano, di investire direttamente in tralicci e ripetitori per la telefonia mobile e per il segnale Fwa eliminando ogni vincolo e ostacolo burocratico ambientale e paesaggistico, al fine di un decisivo superamento dei divari digitali;

9. Favorire gli insediamenti di nuove imprese ad alto tasso di innovazione e sperimentazione (server farm, newco dell’intelligenza digitale, imprese per la digitalizzazione delle reti e le smart grid…) nei territori montani, facilitandone l’operatività e sgravandole di imposte e carichi burocratici;

10. Coordinare azioni con Mid e Ministero degli Affari regionali e delle Autonomie, Agid e Presidenza del Consiglio dei Ministri, per rinnovare in chiave digitale la Pubblica Amministrazione nei territori montani.

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