Il dossier aree grigie finisce su un binario morto. L’ipotesi che FiberCop subentri a Open Fiber nella copertura delle aree grigie, finanziata con fondi Pnrr, è stata definitivamente scartata.
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I motivi dello stop al subentro
L’ipotesi di subentro non è praticabile non solo perché i tempi sono stretti – la scadenza per l’eventuale completa lavori da parte di FiberCop era al 30 giugno 2026 – ma anche perché il subentro “forzoso” delle revoca dei lotti non è praticabile come confermato da due pareri legali raccolti da Infratel.
Il “piano” di Open Fiber
Intanto Open Fiber ha avanzato la proposta di coprire i civici per i quali si potrebbero profilare ritardi con tecnologia Fwa rinviando al contempo di un anno la cablatura in fibra (quindi a giugno 2027). Il “piano” è stato inviato al Dipartimento per la Trasformazione Digitale da cui si attende una risposta.
Secondo quanto risulta a CorCom per avviare il piano, se ci fosse l’ok delle parti – dunque FiberCop e Dipartimento – sarebbe necessario solamente una sorta di “addendum” ai contratti di convenzione. Nessun problema anche per quanto riguarda il fronte Ue: per la Commissione europea, rispetto ai vincoli Pnrr, non esiste nessun obbligo di raggiungere aree non coperte con una tecnologia piuttosto che un’altra: quindi sostuire Ftth con Fwa non vedrebbe l’opposizione di Bruxelles.
FiberCop operatore “wholesale only
Nel frattempo, FiberCop ha ottenuto il riconoscimento da parte dell’Agcom come ” operatore “wholesale only. La decisione sarà però sottoposta alla valutazione della Commissione Europea, per verificare la possibilità di applicare alleggerimenti regolamentari, anche se lo scorporo della rete da un operatore incumbent, come nel caso di FiberCop da Tim, non ha precedenti simili in Europa.
FiberCop dovrebbe presentare a breve gli impegni assunti dalla società all’Antitrust italiano, che sta attualmente esaminando l’accordo che regola i rapporti tra la società della rete e Tim.
Nel contesto della competizione tra Open Fiber e FiberCop per il raggiungimento degli obiettivi del Piano Italia 1 Giga sotto la supervisione del Dipartimento della Trasformazione Digitale e di Infratel, emerge un dato che finora è passato inosservato: il ritmo di avanzamento di Open Fiber è significativamente più rapido rispetto a quello di FiberCop.
Analizzando i dati aggiornati a fine maggio sui civici coperti da ciascun operatore, tratti dal sito Connetti Italia, si osserva con sorpresa che Open Fiber, controllata al 60% da Cdp e al 40% da Macquarie, sta progredendo più velocemente di FiberCop, quest’ultima controllata principalmente da KKR Infrastructure (37,8%), con partecipazioni di Canada CPP Investments e ADIA (17,5% ciascuno), Ministero dell’Economia e Finanze (MEF) (16%) e F2i (11,2%).
Il confronto tra i due operatori
Dal settembre 2024 al dicembre 2024, Open Fiber ha coperto 213.000 civici, contro i 177.000 di FiberCop. Il trend di crescita si è confermato anche tra gennaio e maggio 2025, con Open Fiber che ha raggiunto 366.000 civici coperti, mentre FiberCop si è fermata a 124.448 civici. Il ritmo di copertura di Open Fiber risulta quasi tre volte superiore a quello di FiberCop, controllato da KKR.
Per calcolare questi dati, è sufficiente consultare il sito https://connetti.italia.it/ e sottrarre dal numero totale di civici da connettere per ciascuna regione, secondo i lotti originari, il numero di civici già connessi al 30 maggio.
Il quadro complessivo
Nonostante il rallentamento generale del piano, con il target complessivo ridotto a 3,4 milioni di civici (rispetto ai 7 milioni inizialmente previsti), la ripartizione dei compiti tra gli operatori vede Open Fiber incaricata di circa 2,1 milioni di civici. A fine maggio, Open Fiber aveva già connesso 1.103.777 civici. FiberCop, invece, gestisce la restante parte, ovvero circa 1,2 milioni di civici. A fine maggio, FiberCop ha coperto 818.000 civici.