L’impegno di OpenFiber sul fronte dell’innovazione prende forma anche attraverso iniziative che hanno ricadute sul versante della ricerca accademica. Una di queste è l’assegnazione della borsa di studio dedicata alla memoria dell’ingegnere Salvatore Nigrelli, già responsabile della rete Open Fiber nel Sud Italia ed esperto nel settore delle telecomunicazioni.
“Abbiamo dedicato al compianto Salvatore Nigrelli una borsa di studio della durata di tre anni affinché un dottorando possa effettuare gli studi nel campo di questo componente della rete passiva di telecomunicazioni per modificare la modalità di distribuzione del segnale ottico all’interno dei nostri cabinet”, ha spiegato Paolo Perrone, responsabile Property and Facility Management di Open Fiber.
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Il progetto di Mohamed Mammri
In collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Associazione Salvatore Nigrelli, Open Fiber ha quindi assegnato questa opportunità al ricercatore di origini algerine Mohamed Mammri, affiancato dal professor Francesco Della Corte, ordinario di Ingegneria Elettronica all’ateneo campano.
Nello specifico, il progetto finanziato da Open Fiber si concentra sullo sviluppo di un microchip fotonico in silicio che ha lo scopo di consentire la miniaturizzazione e la gestione da remoto dei nodi delle reti di comunicazione: si parla di una tecnologia che potrebbe aprire nuove prospettive per le applicazioni su cui si baseranno le smart city del futuro.
“Prima di tutto vorrei ringraziare Open Fiber a l’Associazione Nigrelli per il loro supporto, che mi ha permesso di partecipare al lavoro in questo ambito. È per me un grande piacere condividere la mia esperienza, sia accademica che di ricerca. Il programma è molto importante perché potenzia l’infrastruttura delle telecomunicazioni online“, ha dichiarato Mammri in un’intervista al Sole24Ore.
Il professor Francesco della Corta ha sottolineato che quello avviato è “un progetto che punta a realizzare un dispositivo che dovrebbe stravolgere il mondo delle telecomunicazioni in fibra ottica, in quanto ha l’obiettivo di realizzare uno switch in forma integrata, in silicio: un microchip fotonico in grado di reindirizzare la luce verso il cliente senza richiedere l’intervento dell’operatore all’interno delle centrali di telecomunicazioni, passaggio oggi fondamentale richiesto per l’attivazione di una nuova linea”.
I vantaggi che derivano dall’integrazione del silicio nella fotonica
L’integrazione dei microchip di silicio nella fotonica offre vantaggi significativi per migliorare le telecomunicazioni a banda ultra larga. I dispositivi fotonici basati sul silicio consentono infatti la trasmissione di dati ad alta velocità e a bassa latenza grazie alla loro capacità di supportare tecnologie Dwdm (Dense wavelength division multiplexing), aumentando di fatto la capacità di banda. Inoltre, la compatibilità del silicio con i processi di fabbricazione Cmos (Complementary metal-oxide semiconductor) esistenti consente una produzione scalabile ed economica di circuiti fotonici complessi, facilitando la diffusione su larga scala.
L’elevato contrasto dell’indice di rifrazione del silicio permette anche di progettare dispositivi compatti, riducendo l’ingombro e permettendo l’integrazione di più funzioni su un singolo chip. Il tutto concorre ad aumentare la stabilità del segnale, ridurre il consumo energetico e migliorare l’affidabilità complessiva del sistema, rendendo i microchip al silicio una tecnologia fondamentale per il progresso delle reti di telecomunicazione a banda ultra larga.