I cavi sottomarini tornano protagonisti nelle strategie globali delle telecomunicazioni. Google ha ufficializzato un accordo storico con il governo del Cile per la realizzazione del cavo Humboldt, un’infrastruttura da 14.800 chilometri di fibra ottica che collegherà la città di Valparaíso con Sydney, attraversando la Polinesia Francese. Un progetto che inaugura la prima dorsale nel Pacifico meridionale, con l’obiettivo di potenziare la connettività tra Sud America e Asia-Oceania.
L’iniziativa, operativa dal 2027, nasce in un momento cruciale per la geografia digitale globale. In un contesto in cui la banda ultralarga è ormai essenziale per la competitività di interi sistemi-paese, il controllo e l’espansione delle dorsali internazionali diventano un asset geopolitico. Il Cile punta a diventare un nodo chiave nel transito dati tra continenti, trasformandosi in snodo strategico per le rotte digitali del futuro.
Indice degli argomenti
Cavi sottomarini, la svolta infrastrutturale per l’America Latina
Con la dorsale Humboldt, Google consolida una strategia già avviata in altre aree del mondo, dove le Big Tech si stanno affermando come protagoniste nella costruzione dei cavi sottomarini. Il nuovo cavo rappresenta un salto qualitativo per il Cile, che oggi è connesso agli Stati Uniti e al resto del continente, ma non disponeva ancora di una rotta diretta verso il Pacifico asiatico.
Secondo il ministro cileno dei Trasporti, Juan Carlos Muñoz, “si tratta di un impegno senza precedenti per l’intera regione, che ci posiziona come ponte digitale tra Asia e Sud America”. La dorsale rappresenta inoltre una risposta concreta alla necessità di diversificare le rotte di trasmissione dati, oggi concentrate soprattutto sull’Atlantico, con evidenti rischi in termini di latenza, congestione e sicurezza.
Google, dal canto suo, rafforza la propria presenza nel continente, dove già gestisce uno dei data center più grandi della regione a Quilicura. Il collegamento diretto con Sydney permetterà di ottimizzare i flussi digitali, garantendo performance elevate per servizi cloud, AI e edge computing.
Driver per banda ultralarga e innovazione tecnologica
I cavi sottomarini sono l’infrastruttura invisibile ma essenziale su cui si basa la banda ultralarga, fondamentale per supportare tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale distribuita, i digital twin industriali, la sanità da remoto e le smart city. Il progetto Humboldt abiliterà nuove applicazioni a bassa latenza, fornendo un’infrastruttura adeguata alle richieste di servizi 5G, edge e IoT.
L’approdo del cavo a Valparaíso potrà accelerare anche la nascita di nuovi data center, attrarre investimenti internazionali e rafforzare le capacità digitali locali. Per approfondire l’impatto delle dorsali sulla digitalizzazione avanzata, ecco un’analisi dettagliata sulle applicazioni della banda ultralarga.
In questo senso, il cavo Humboldt non è solo un’infrastruttura passiva, ma un vero e proprio abilitatore di innovazione tecnologica, in grado di catalizzare trasformazioni economiche e industriali.
Cavi sottomarini: nuova geopolitica della connettività
Nel quadro geopolitico attuale, i cavi sottomarini sono diventati uno strumento di soft power. Il controllo delle dorsali intercontinentali non riguarda più solo la connettività, ma tocca direttamente le relazioni internazionali e le strategie di autonomia digitale. Il cavo Humboldt, in questo scenario, consente al Cile di aprire una rotta indipendente verso il Pacifico, affrancandosi dalle connessioni esistenti che passano per gli Stati Uniti.
Con la Cina principale partner commerciale del Cile, il nuovo cavo potrebbe favorire una maggiore cooperazione tecnologica e infrastrutturale tra Santiago e Pechino, pur mantenendo Google come garante dell’infrastruttura. Questo apre però anche nuove complessità politiche, in un mondo in cui ogni cavo è anche una leva diplomatica e commerciale.
Big Tech in prima linea nella costruzione delle dorsali globali
Google non è l’unica azienda tecnologica ad aver compreso il potenziale strategico dei cavi sottomarini. Negli ultimi anni, anche Meta, Amazon e Microsoft hanno promosso progetti propri, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da carrier tradizionali, controllare la qualità del servizio e tutelare la sicurezza delle comunicazioni.
Quella che un tempo era una prerogativa dei governi o dei grandi consorzi telco, oggi è diventata una partita dominata dalle piattaforme, con modelli di governance ibridi tra pubblico e privato. Il cavo Humboldt rientra perfettamente in questa logica, rappresentando una sinergia tra un governo nazionale e un’impresa globale, potenzialmente replicabile in altri contesti.
Valparaíso e la rinascita digitale del Pacifico sud
Con la posa del cavo Humboldt, Valparaíso si candida a diventare uno dei nuovi hub digitali del Pacifico meridionale. L’infrastruttura offrirà nuove opportunità alle imprese locali, faciliterà l’internazionalizzazione delle startup cilene e creerà nuove competenze professionali legate alla gestione delle reti, alla cybersecurity e ai servizi cloud. Si tratta di una trasformazione profonda del tessuto economico e sociale della regione, che potrà sfruttare la nuova infrastruttura per attrarre investimenti, migliorare l’offerta educativa e sviluppare settori innovativi. Il cavo, insomma, non sarà solo una dorsale tecnica, ma una piattaforma abilitante per la crescita digitale del Paese.
Un approfondimento di CorCom, intanto, ha già messo in evidenza come la geopolitica dei cavi stia ridisegnando gli investimenti globali: leggi qui.