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Data center, Sarmi (Asstel): “Infrastrutture da valorizzare per la crescita del Paese”



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Per il presidente è qui il fulcro dell’ecosistema digitale che abilita intelligenza artificiale, cloud computing e servizi pubblici digitali in Italia. Ma per favorirne la diffusione su scala nazionale servono misure strutturali sul fronte dell’energia e semplificazioni normative, con particolare attenzione allo sviluppo dell’edge computing e delle reti resilienti

Pubblicato il 6 giu 2025



sarmi

Il settore delle telecomunicazioni si trova oggi a un punto di svolta, e al centro di questa trasformazione si colloca una delle infrastrutture più silenziose ma decisive per l’economia digitale: i data center. In occasione dell’evento “Innovazione Territoriale – Data center e servizi per una visione metropolitana di sviluppo”, Massimo Sarmi, presidente di Asstel – Assotelecomunicazioni, ha tracciato una linea netta: i data center sono diventati una componente essenziale dell’infrastruttura nazionale, non solo per la gestione del traffico dati, ma anche per abilitare applicazioni avanzate e assicurare la sovranità tecnologica del Paese.

Nel corso dell’incontro promosso dall’amministrazione di Colleferro e dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, Asstel ha espresso sostegno all’iniziativa volta a individuare nuove aree per la localizzazione di data center, inserendosi così in una strategia più ampia di sviluppo digitale, che mira a coniugare innovazione, competitività e sostenibilità.

I data center come abilitatori dell’ecosistema digitale

Nel nuovo ecosistema delle telecomunicazioni – segnato dall’interazione tra attori tradizionali, Ott, hyperscaler e cloud provider – i data center rappresentano l’infrastruttura abilitante per tecnologie chiave come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, lo streaming di contenuti e la digitalizzazione dei servizi pubblici e privati.

I data center moderni stanno evolvendo in vere e proprie fabbriche di intelligenza”, ha affermato Sarmi, sottolineando come le nuove configurazioni siano ormai ottimizzate per gestire sistemi complessi come l’AI e l’High Performance Computing (Hpc). Queste tecnologie richiedono infrastrutture dotate di elevate capacità di calcolo e connettività a bassa latenza, due elementi fondamentali anche per il buon funzionamento delle reti di telecomunicazioni di nuova generazione.

In questo scenario, le telecomunicazioni giocano un ruolo decisivo, essendo titolari di oltre la metà dei data center operativi in Italia. Ciò implica una responsabilità diretta nello sviluppo, nella sicurezza e nella sostenibilità di queste strutture, che devono rispondere a requisiti sempre più stringenti sia sul piano tecnico sia su quello normativo.

Crescita del mercato e trasformazione industriale

Il mercato dei data center è in forte espansione anche in Italia, alimentato dall’aumento esponenziale della domanda di dati, dalla necessità di elaborazione distribuita e dalla spinta verso una digitalizzazione diffusa della Pubblica Amministrazione, dell’industria e dei servizi. Questo trend si riflette anche nella crescente attenzione degli enti locali e dei territori, come nel caso di Colleferro, dove si punta a sviluppare poli digitali integrati che possano attrarre investimenti e innovazione.

Tale dinamica si inserisce nel più ampio contesto della transizione digitale ed energetica, in cui i data center si affermano come nodi critici di una rete infrastrutturale articolata, resiliente e sicura. Non si tratta soltanto di grandi hyperscaler concentrati in hub metropolitani, ma anche di data center medi e piccoli distribuiti, fondamentali per supportare le logiche di edge computing, ridurre la latenza e ottimizzare la gestione locale dei dati.

Energia e semplificazione: due leve essenziali

Secondo Sarmi, la crescita dei data center deve però essere sostenuta da politiche strutturali mirate. Il primo elemento chiave è quello energetico: è necessario garantire condizioni stabili di approvvigionamento elettrico alle industrie digitali, comprese le telecomunicazioni. Il secondo, non meno importante, è la semplificazione normativa e autorizzativa, affinché la costruzione e l’attivazione di nuovi data center non siano ostacolate da iter lunghi e complessi.

È indispensabile una governance che favorisca la localizzazione dei data center, anche in aree non metropolitane, facilitando l’adozione di soluzioni edge”, ha aggiunto Sarmi. L’obiettivo è quello di costruire una rete distribuita di intelligenza al servizio del Paese, in grado di supportare i fabbisogni crescenti della società digitale in termini di prestazioni, sicurezza e sostenibilità ambientale.

Reti e data center: un binomio inscindibile

Il messaggio di Asstel è chiaro: le reti di telecomunicazione e i data center non sono compartimenti stagni, ma elementi di un’unica infrastruttura digitale che deve essere pianificata, sostenuta e integrata. Le grandi dorsali in fibra ottica, le reti mobili 5G e la banda ultralarga, oggetto di investimenti pubblici e privati, trovano nei data center il punto di snodo per la gestione e l’elaborazione dei dati. Per questo, ogni politica sulle infrastrutture di rete dovrebbe includere anche una visione sui centri di calcolo e archiviazione.

Per approfondire il ruolo strategico della banda ultralarga e delle sue applicazioni, si rimanda al nostro speciale dedicato, dove è evidente come la presenza capillare di infrastrutture digitali sia la chiave per servizi avanzati, sostenibili e inclusivi.

Una visione industriale per la digitalizzazione territoriale

La proposta di individuare aree vocate allo sviluppo di data center sul territorio, come quella avanzata a Colleferro, rappresenta un esempio concreto di visione metropolitana per lo sviluppo digitale. Secondo Asstel, queste iniziative possono contribuire a redistribuire il valore economico su scala nazionale, creando filiere locali di competenze, occupazione e innovazione. Il modello suggerito è quello di un ecosistema integrato, dove enti pubblici, operatori privati e cittadini collaborano per dare forma a un’infrastruttura realmente al servizio del Paese.

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