LE NUOVE NORME

Ddl Sicurezza, nuove grane per le telco: impatti su operatività e procedure



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La misura che prevede l’identificazione degli utenti extra-Ue che acquistano sim obbliga a richiedere copia del titolo di soggiorno al momento della sottoscrizione del contratto. In caso di errori è prevista una sanzione amministrativa che può comportare la chiusura degli esercizi fino a 30 giorni. L’appello di Asstel: “Fare chiarezza sulla tipologia di documenti e posticipare di 6 mesi l’entrata in vigore”

Pubblicato il 16 dic 2024



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Il Ddl Sicurezza mette in allarme le telco. Sotto i riflettori l’articolo 32 del disegno di legge attualmente all’esame delle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia del Senato della Repubblica.

Cosa prevede l’articolo 32

La norma prevede che tra i documenti che un operatore deve acquisire per vendere una Sim, oltre a quelli di identità, “se il cliente è cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea”, deve esserci “copia del titolo di soggiorno”. Se si è condannati per sostituzione di persona per poter sottoscrivere il contratto l’acquisto viene inibito “per un periodo da sei mesi a due anni”.

I timori di Asstel

Asstel, l’associazione di Confindustri che riunisce le telco, propone di migliorare la norma, chiarendone alcuni aspetti e differendone l’entrata in vigore per consentire adeguamenti tecnici, procedurali e formativi.

“Il Ddl introdurrebbe nuove regole per l’identificazione degli utenti extra-Ue che acquistano SIM in Italia, obbligando gli operatori a richiedere copia del ‘titolo di soggiorno’ al momento della sottoscrizione del contratto – puntualizza Asstel – I titoli di soggiorno possono essere vari, anche in relazione alla causa – soggettiva – del soggiorno, ad esempio per turismo o per permanenza prolungata. In caso di errore, è prevista una sanzione amministrativa che può comportare la chiusura degli esercizi fino a 30 giorni”.

Secondo Asstel, “in un momento così delicato per il Paese, anche in ragione dello straordinario afflusso previsto per il Giubileo, sarebbe opportuno chiarire la tipologia di documenti validi come titolo di soggiorno, consentendo agli operatori di applicare correttamente la normativa e di evitare potenziali disagi per gli utenti”.

“Inoltre, al fine di consentire agli operatori di adeguare sistemi, omologare procedure e formare adeguatamente il personale, sarebbe opportuno posticipare di 6 mesi l’entrata in vigore della norma”, conclude l’associazione.

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