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Digital Networks Act, lettera delle telco a Von der Leyen: “L’Europa rischia il ritardo digitale”



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I Ceo dei principali operatori europei sollecitano la Commissione a varare riforme ambiziose per sostenere gli investimenti, la sovranità tecnologica e la competitività del continente: “Serve un’azione coraggiosa e coordinata”

Pubblicato il 28 ott 2025



Digital networks act

A quasi un anno dalla formazione della nuova Commissione, le principali compagnie di telecomunicazioni europee lanciano un grido d’allarme: l’Europa sta perdendo terreno sul fronte digitale. Nella lettera indirizzata alla presidente Ursula von der Leyen, i CEO evidenziano come il Vecchio Continente, un tempo leader mondiale nel settore delle comunicazioni, oggi sia in ritardo rispetto agli Stati Uniti e all’Asia.

La realtà è che l’Europa – che una volta guidava – ora è in ritardo in molti ambiti, dalla crescita economica alla sicurezza, fino all’innovazione”, si legge nel documento. Le aziende si dichiarano pronte a investire ulteriormente, ma chiedono al contempo riforme che favoriscano la crescita e riducano la frammentazione che sta indebolendo l’ecosistema digitale europeo.

Il nodo 5G e la perdita di competitività

Il documento fotografa un divario preoccupante: solo il 2% degli europei è connesso a reti 5G standalone, contro il 25% degli americani e oltre il 77% dei cinesi. Un ritardo che, secondo le telco, sta già traducendosi in una perdita di opportunità economiche e sociali, dalla valorizzazione dei dati industriali allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Le reti 5G avanzate sono considerate essenziali per la competitività dei settori strategici, dall’automotive al fintech. “Le industrie europee rischiano di diventare castelli di carte senza la connettività necessaria per scalare nuovi servizi”, ammoniscono i firmatari.

Digital Networks Act: occasione da non perdere

Il cuore dell’appello è una richiesta diretta alla Commissione: fare del Digital Networks Act uno strumento di riforma vero e ambizioso. Secondo i CEO, l’Europa non può più permettersi di restare ostaggio di “politiche frammentate e distruttive di valore”.

Gli operatori ricordano che negli ultimi dieci anni hanno investito oltre 500 miliardi di euro nel rollout del 5G, ma la presenza di più di cento operatori in 27 Paesi ostacola le economie di scala necessarie per competere globalmente. Da qui l’invito a riconoscere il legame tra dimensione industriale e capacità di investimento, semplificando il quadro regolatorio e incentivando le aggregazioni.

Senza un’azione coraggiosa e coordinata, l’Europa continuerà a perdere terreno su connettività, sicurezza e innovazione”, si legge nella lettera.

Una chiamata all’azione per il futuro digitale dell’UE

Le aziende firmatarie si dicono pronte a collaborare con la Commissione affinché entro il 2026 l’Unione Europea disponga di un piano d’azione concreto per accelerare gli investimenti in reti digitali, considerate i pilastri della crescita e della resilienza del continente. “È un’occasione che non può essere mancata – avvertono –. Serve agire ora, con ambizione e visione industriale”.

I firmatari della lettera

Tra i firmatari figurano i vertici delle principali telco e aziende di infrastrutture digitali europee: Timotheus Höttges (Deutsche Telekom), Christel Heydemann (Orange), Margherita Della Valle (Vodafone), Pietro Labriola (TIM), Marc Murtra Millar (Telefónica), Börje Ekholm (Ericsson), Justin Hotard (Nokia), Mike Fries (Liberty Global), Thomas Arndoldner (A1 Telekom Austria), Vladimir Lučić (Telekom Srbija), Benedicte Schilbred Fasmer (Telenor Group) e altri esponenti di spicco del settore, oltre ai direttori generali di GSMA e Connect Europe.

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