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Direct to device, la Gsma pubblica le linee guida sullo spettro: “Evitare interferenze coi servizi mobile”



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Il documento fornisce una serie di raccomandazioni ai governi per consentire lo sviluppo della tecnologia satellitare D2D in modo armonico con la banda larga mobile. Fondamentale anche favorire le alleanze tra operatori mobili e satellitari

Pubblicato il 15 set 2025



Satellite

I servizi satellitari Direct to device (D2D) hanno bisogno di precise politiche governative sullo spettro. Per questo la Gsma ha pubblicato un nuovo documento di public policy che descrive la sua posizione e le sue linee guida in merito ai servizi D2D. Tra le raccomandazioni anche altri elementi chiave, come la disponibilità dei cellulari satellitari e le alleanze tra operatori mobili e del satellite.

Il Direct to device è la tecnologia che collega i telefoni cellulari direttamente ai satelliti, integrando la copertura delle reti mobili terrestri. Secondo la Gsma è importante per migliorare la resilienza della rete e ridurre il digital divide, ma può avere un impatto positivo solo se le normative nazionali proteggono dalle interferenze dannose nelle reti mobili.

Direct to device, focus della Gsma sullo spettro

Il Consiglio di amministrazione della Gsma ha istituito una task force sullo spettro per il D2D nel 2024, riunendo oltre 50 operatori mobili e satellitari. Il documento trae spunto da queste discussioni e offre ai governi linee guida pratiche e a breve termine.

“La connettività satellitare direct-to-device ha il potenziale per estendere la portata della telefonia mobile, rafforzare la resilienza e offrire reali benefici alla società”, afferma John Giusti, Chief regulatory officer della Gsma. “Ma senza una regolamentazione attenta ed equilibrata, rischia di compromettere i servizi mobili su cui miliardi di persone fanno affidamento ogni giorno. Le nostre linee guida sono progettate per aiutare i governi ad abbracciare l’innovazione, proteggendo al contempo le fondamenta dell’ecosistema mobile”.

Il D2D richiede la regolamentazione

Oggi il 57% della popolazione mondiale è connesso alla banda larga mobile e il D2D può aggiungere resilienza e integrare i servizi quando ci si sposta in aree prive di connettività, come deserti, oceani o montagne. Può anche aiutare a portare online una parte delle persone non connesse che vivono al di fuori della copertura delle reti a banda larga mobile (il divario di copertura), stimato al 4% della popolazione globale.

Il punto di forza del satellite, spiega la Gsma, risiede nella sua capacità di raggiungere aree remote. Non può fornire la capacità che le reti mobili terrestri possono offrire, ma con una regolamentazione corretta, il D2D può integrare la copertura mobile terrestre.

I servizi Direct to device possono operare in due diverse tipologie di spettro, ciascuna con implicazioni normative specifiche.

Due tipologie di spettro, due opzioni normative

Da un lato, si utilizza lo spettro mobile, che consente l’utilizzo di telefoni cellulari standard, ma richiede accordi commerciali tra operatori di rete mobile e operatori satellitari.

L’uso dello spettro mobile, inoltre, permette alle autorità di regolamentazione di garantire che l’accesso derivi dallo spettro Mno già concesso in licenza. In paesi come Stati Uniti, Canada e Australia già sono state varate regole che autorizzano gli Mno a condividere il proprio spettro in base alle licenze esistenti.

D’altro lato il D2D può utilizzare lo spettro del servizio mobile satellitare (Mss). In questo caso i telefoni cellulari devono includere chipset specializzati, attualmente limitati a un numero limitato di dispositivi di fascia alta. Inoltre, sottolinea la Gsma, sebbene potrebbe non essere necessario che gli operatori satellitari si accordino con gli operatori di telefonia mobile, è probabile che gli utenti adottino i servizi in modo più fluido laddove siano in atto partnership commerciali. Il 3GPP ha già standardizzato diverse bande Mas, ma l’adozione diffusa nei dispositivi è ancora carente.

Direct to device, le linee guida per i governi

Il documento della Gsma sottolinea che i governi che stanno valutando una regolamentazione D2D dovrebbero innanzitutto proteggere le reti mobili richiedendo che le operazioni D2D prevengano interferenze con i servizi mobili esistenti a livello nazionale e transfrontaliero.

Inoltre dovrebbero supportare le partnership commerciali tra operatori di telefonia mobile e operatori satellitari a vantaggio sia di queste due industrie che dei consumatori.

Un ulteriore suggerimento è garantire la coerenza normativa aggiornando le prime norme nazionali con i prossimi risultati della Wrc-27 per evitare la frammentazione.

Infine, occorre riconoscere i limiti di disponibilità dei cellulari per comunicazioni satellitari, in particolare per il D2D basato su Mss.

A inizio mese, EchoStar ha ceduto a SpaceX le preziose licenze di spettro AWS-4 e H-block. La posta in gioco non riguarda soltanto bilanci e debiti, ma la possibilità di accelerare la rivoluzione della connettività diretta via satellite ai telefoni cellulari, promessa da anni e ora pronta a diventare realtà. L’operazione da 17 miliardi di dollari è da vedersi, dunque, non solo come vendita di frequenze, ma l’inizio di un nuovo capitolo nelle telecomunicazioni globali.

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