“Il settore delle telecomunicazioni si trova a un bivio. Le tradizionali architetture di rete monolitiche, in uso da decenni, stanno cedendo sotto il peso di una domanda in continua evoluzione. Per rimanere competitive, le telco devono adottare un nuovo paradigma: la disaggregazione di rete”. A dirlo è RtBrick, azienda specializzata nella fornitura di sistemi operativi di routing e di soluzioni di rete basate su hardware di switch aperti.
Nel promuovere un approccio che ovviamente porta acqua al proprio mulino, la società, che ha addirittura pubblicato un ”Network Disaggregation Manifesto”, analizza lo stato dell’arte del mercato e riconosce comunque gli oggettivi ostacoli che le telco hanno di fronte nell’adottare questa strategia.
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Come la disaggregazione di rete può aiutare ad affrontare le nuove sfide
Secondo RtBrick il settore delle Tlc, nel complesso, deve affrontare numerose sfide, dall’aumento della domanda di traffico alla proliferazione di nuovi servizi, fino all’incessante pressione dei clienti per una maggiore affidabilità a costi inferiori. Le infrastrutture di rete legacy, con i loro sistemi rigidi e vincolati ai singoli fornitori, non riescono a tenere il passo. La disaggregazione di rete offre per l’appunto una strada verso maggiore flessibilità, agilità ed efficienza dei costi: gli ingredienti essenziali per il successo nell’era digitale.
Ma, nello specifico, cos’è la disaggregazione di rete? In sostanza, è un approccio che permette di smantellare il modello di rete tradizionale, verticalmente integrato. Comporta il disaccoppiamento di componenti hardware e software, consentendo alle aziende di telecomunicazioni di selezionare le migliori soluzioni di diversi fornitori e di assemblarle in una rete personalizzata e ad alte prestazioni. Spezzando le catene del vendor lock-in, la disaggregazione promuove un ecosistema più aperto e competitivo.
Il punto di vista di Telecom Infra Project
D’altronde l’ascesa del 5G, dell’Internet of Things e dell’edge computing sta ponendo requisiti senza precedenti alle reti di telecomunicazioni. Per far fronte a questa crescita esponenziale e fornire servizi innovativi, le telco devono adottare un approccio più agile e scalabile. A pensarlo è anche il Telecom Infra Project (Tip), una comunità globale di organizzazioni creata per accelerare lo sviluppo e l’implementazione di soluzioni tecnologiche aperte, disaggregate e basate su standard.
“Il nostro mondo ha bisogno di connettività di alta qualità ora più che mai, e ne avrà bisogno per i decenni a venire. È una sfida enorme, ma in cui la disaggregazione di rete può svolgere un ruolo fondamentale”, spiega Hanson Tuang, direttore del programma tecnico di Tip. “I vantaggi in termini di risparmio sui costi, flessibilità ed efficienza offerti dalle infrastrutture aperte stanno contribuendo a gestire la crescita esponenziale del traffico di rete e a semplificare le operazioni e la gestione della rete. È entusiasmante assistere a questa trasformazione del settore ed esserne parte”.
In questo scenario, la disaggregazione della rete non rappresenta solo un cambiamento tecnologico, è un vero e proprio nuovo paradigma. Adottando la disaggregazione, le aziende di telecomunicazioni possono ottenere una serie di vantaggi. Il primo è quello dell’efficienza dei costi: la disaggregazione elimina la necessità di hardware proprietario costoso, consentendo alle aziende di telecomunicazioni di sfruttare hardware di base e software aperto, riducendo drasticamente le spese in conto capitale e operative.
Grazie alla libertà di scegliere i componenti migliori per ogni funzione di rete, le telco possono adattarsi rapidamente alle mutevoli condizioni di mercato, innovare più rapidamente e lanciare nuovi servizi con una velocità senza precedenti.
Le reti disaggregate, infine, sono intrinsecamente più scalabili, consentendo alle aziende di telecomunicazioni di espandere facilmente la propria infrastruttura per soddisfare la crescente domanda di traffico senza essere vincolate dai limiti delle architetture tradizionali.
Ma gli operatori non sono ancora convinti
RtBrick è del resto consapevole che un cambiamento tanto radicale non è solo complesso, ma può essere anche doloroso per chi decide di intraprenderlo. “Sebbene la disaggregazione rappresenti il futuro con il suo incredibile potenziale, gli operatori hanno implementato sistemi e processi da oltre 20 anni”, nota la società. “Di conseguenza, molti operatori, se non la maggior parte, riconoscono il potenziale della disaggregazione di rete, ma scelgono invece di continuare a investire nel sistema che ha sempre funzionato. Scelgono di aspettare e vedere cosa accadrà”.
Anche non fare nulla, però, è una scelta che comporta i suoi rischi. Il primo è quello di perdere vantaggio competitivo nei confronti di chi invece è riuscito a gettare il cuore oltre l’ostacolo. RtBrick chiama in causa un partner, Fonex, consulente per operatori e fornitori di servizi da oltre 35 anni. “L’Open Networking ha rappresentato un vantaggio dirompente per i nostri clienti, offrendo maggiori prestazioni ed efficienza nelle loro reti”, spiega David Boisseleau, direttore Product Management del gruppo. “L’implementazione di successo di questo approccio si basa su solide partnership con fornitori come RtBrick, che condividono il nostro impegno per le reti disaggregate. Siamo entusiasti di supportare pienamente gli operatori interessati a esplorare come il modello di Open Networking possa trasformare le loro reti e accelerarne il progresso”.