Ericsson annuncia l’uscita di Moti Gyamlani dal ruolo di Senior Vice President e Head of Group Function Global Operations a partire dal 12 gennaio 2026, con permanenza in azienda per un periodo di transizione. La notizia arriva con una nota ufficiale in cui il gruppo spiega che è in corso un piano di transizione che prevede una semplificazione della struttura del Gruppo e uno spostamento delle funzioni centrali “più vicino al business”.
Si tratta, in sostanza, dell’avvio di una fase nuova nella governance operativa, in cui le attività di operations, servizi condivisi e sourcing vengono ulteriormente ridisegnate per supportare la competitività in un mercato RAN che – secondo le stime degli analisti – dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile nel 2025.
In questo contesto, la decisione di avvicinare le funzioni centrali alle linee di business va letta come un passo per velocizzare i processi decisionali, ridurre i costi e sostenere la corsa alla leadership nel 5G e nell’Open RAN, i due assi strategici su cui l’azienda sta costruendo il proprio posizionamento globale.
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Le parole di Ekholm: continuità nella trasformazione digitale
Nella nota ufficiale, Börje Ekholm, presidente e CEO, lega l’uscita di Gyamlani alla traiettoria di trasformazione degli ultimi anni, sottolineandone il contributo. “Moti – sottolinea Elholm – ha svolto un lavoro straordinario nella trasformazione digitale dell’azienda. Ha avuto un ruolo importante nella semplificazione e razionalizzazione dei nostri processi e ha costruito funzioni di livello mondiale, inclusi i servizi condivisi e il sourcing. Gli sono grato per i suoi contributi e gli auguro il meglio per le sue future iniziative”.
L’enfasi è su tre elementi: trasformazione digitale, semplificazione dei processi e costruzione di funzioni “world class” nelle aree di servizi condivisi e sourcing. È esattamente su questi pilastri che il vendor ha costruito il recupero di marginalità visto negli ultimi trimestri, con un miglioramento strutturale dei margini lordi e una crescente disciplina sui costi operativi.
Il profilo di Gyamlani
La stessa nota mette in primo piano anche la voce del manager uscente. Dopo sette anni all’interno del gruppo, Gyamlani annuncia che la sua prossima tappa sarà l’imprenditorialità: “Dopo quasi sette anni straordinari in Ericsson, ora intraprenderò la strada dell’imprenditorialità. È stata un’esperienza di apprendimento eccezionale guidare le funzioni operative core e portare avanti la trasformazione digitale e basata sull’AI per un’azienda iconica come Ericsson. Continuerò a seguire Ericsson mentre prosegue nell’esecuzione della strategia per rafforzare la propria leadership in termini di prodotto, mercato e operations”.
Il riferimento esplicito alla digital and AI transformation non è casuale. Negli ultimi anni la funzione Global Operations è stata il laboratorio in cui sono state testate molte delle soluzioni di automazione, data analytics e intelligenza artificiale poi messe al servizio dei clienti. La gestione di funzioni operative core – dalla supply chain ai servizi condivisi – è stata il terreno su cui l’azienda ha misurato la propria capacità di esecuzione, in un contesto di forte pressione sui costi e di ciclicità degli investimenti degli operatori.
Una semplificazione organizzativa al servizio del business
L’uscita del manager prelude quindi a una semplificazione della struttura di Gruppo, con una riallocazione delle funzioni a ridosso del business. Questo passaggio arriva pochi mesi dopo la ridefinizione delle market area in quattro grandi regioni – Americas, Europe Middle East and Africa, South East Asia Oceania and India, North East Asia – con l’obiettivo di rendere più coerente la gestione delle vendite e dei rapporti con gli operatori.
In parallelo, il gruppo ha accelerato sulla revisione del perimetro Enterprise, con la cessione di asset non core come iconectiv e la conclusione della vendita di Aduna, concentrando gli sforzi sulle piattaforme di comunicazione (ex Vonage) e sulle soluzioni wireless per le imprese.
La riorganizzazione delle funzioni centrali va dunque letta come il terzo tassello di una strategia più ampia: ridurre la complessità, liberare cassa e focalizzare gli investimenti su R&D, 5G e cloud. In questo quadro, il successore di Gyamlani – non ancora annunciato – erediterà un perimetro più snello ma anche la responsabilità di mantenere alta la qualità esecutiva in un ciclo di mercato che, sebbene stabile, resta altamente competitivo.
Margini in rafforzamento nonostante il calo dei ricavi
Il cambio al vertice arriva in un momento in cui i conti trimestrali restituiscono un quadro di marginalità in forte miglioramento, pur a fronte di ricavi in calo. Nel terzo trimestre 2025 il gruppo ha registrato vendite nette per 56,2 miliardi di corone svedesi, in diminuzione del 9% su base annua, con una flessione organica del 2%.
Il dato più significativo è però l’andamento dei margini: il gross margin è salito al 47,6% dal 45,6% dell’anno precedente, grazie alle azioni di efficienza nella divisione Networks e all’ulteriore miglioramento di Cloud Software and Services. L’EBITA rettificato è quasi raddoppiato a 15,8 miliardi di corone (da 7,8), con un margine del 28,1%, sostenuto da un plusvalore di 7,6 miliardi legato alla vendita di iconectiv ma anche da costi operativi in calo e da una migliore mix di prodotto.
Il risultato netto si attesta a 11,3 miliardi, quasi triplicato rispetto ai 3,9 miliardi dello stesso periodo del 2024, con un utile per azione diluito di 3,33 corone. Anche escludendo l’effetto della plusvalenza, il quadro evidenzia una struttura di costi più leggera e una disciplina finanziaria più rigida, due elementi strettamente legati al lavoro svolto proprio dalle funzioni di Global Operations.
Networks sotto pressione, ma l’Open RAN spinge la strategia
Guardando ai segmenti, la divisione Networks resta il cuore del business ma soffre la frenata degli investimenti in alcune aree. Le vendite si fermano a 35,4 miliardi di corone, in calo dell’11% anno su anno, con un arretramento del 5% su base organica, penalizzate soprattutto dal rallentamento dell’India e da una normalizzazione della domanda in Nord America dopo il picco del 2024.
Nonostante ciò, il margine lordo rettificato del segmento sale al 50,1%, a conferma che le iniziative di efficienza e l’ottimizzazione della supply chain stanno funzionando. Il vendor rivendica inoltre la leadership tecnologica nel 5G Open RAN, con un portafoglio “ready” certificato da Gartner e Omdia e basato su un’architettura software AI native e hardware agnostic, capace di integrarsi con radio di terze parti e con diverse piattaforme di silicio.
Cloud Software and Services in crescita, Enterprise in trasformazione
Diverso il quadro per Cloud Software and Services, dove le vendite crescono del 9% su base organica e del 3% in termini nominali, arrivando a 15,3 miliardi di corone. La spinta arriva in particolare dai core network in Nord America e in EMEA, dove sono in corso importanti progetti di modernizzazione. Anche qui i margini migliorano in modo sensibile: il gross margin rettificato sale al 43,6% e l’EBITA rettificato raggiunge 1,9 miliardi, grazie a un mix più profittevole e a un forte contenimento delle spese operative.
Per Enterprise, invece, la trimestrale fotografa una fase di transizione profonda. Le vendite scendono a 5,1 miliardi (-20% anno su anno, -7% su base organica), riflettendo da un lato la riduzione delle attività della Global Communications Platform in alcuni Paesi, dall’altro la cessione di iconectiv. Se si guarda al conto economico, però, il segmento mostra un EBITA rettificato positivo per 7 miliardi, trainato proprio dalla plusvalenza della dismissione.
In questo quadro, le soluzioni di Enterprise Wireless mantengono una moderata crescita organica, a conferma dell’interesse delle aziende per reti private 4G/5G e modelli “as a service”. La riorganizzazione delle operations e l’uscita di Gyamlani segnano dunque un momento delicato: servirà continuità nell’esecuzione per trasformare il portafoglio enterprise in un pilastro stabile di ricavi ricorrenti.
Cassa solida, spazio per dividendi e buyback
Sul fronte finanziario, la trimestrale evidenzia una posizione di cassa estremamente solida. Il gruppo chiude il trimestre con un net cash di 51,9 miliardi di corone, in forte aumento rispetto ai 25,5 miliardi di un anno prima, grazie sia alla generazione di cassa operativa sia agli incassi derivanti dalla cessione di asset non strategici. Il free cash flow prima di M&A è pari a 6,6 miliardi nel trimestre e a 11,9 miliardi nei primi nove mesi del 2025.
Il board ha già segnalato la volontà di utilizzare questa flessibilità per aumentare le distribuzioni agli azionisti, valutando un mix di dividendi più generosi e possibili programmi di buyback, con una proposta che verrà formalizzata in vista dell’assemblea 2026. Anche in questo caso, la robustezza dei processi di Global Operations – dalla gestione della working capital fino al procurement – è un fattore chiave per mantenere nel tempo una forte generazione di cassa ricorrente.
Prospettive: tra stabilità del mercato RAN e spinta dell’AI
Guardando avanti, il management conferma una visione prudente ma non pessimista: il mercato RAN globale dovrebbe restare sostanzialmente piatto nel 2025, mentre le vendite enterprise sono attese stabilizzarsi nel quarto trimestre dopo la ristrutturazione.
In questo scenario, la capacità di coniugare efficienza operativa, innovazione in ambito AI e leadership nel 5G/Open RAN sarà decisiva. Il cambio al vertice nelle Global Operations è quindi un passaggio strategico: da un lato chiude un ciclo in cui Gyamlani ha accompagnato la trasformazione digitale interna, dall’altro apre una nuova fase in cui la semplificazione organizzativa e il radicamento delle funzioni nel business dovranno sostenere la prossima ondata di crescita, fatta di reti programmabili, servizi cloud-native e piattaforme API aperte agli sviluppatori.
Per gli operatori e per l’intero ecosistema delle telecomunicazioni, la partita che si gioca nei prossimi mesi non riguarderà solo nuove installazioni 5G, ma la capacità dei grandi vendor di rimodellare se stessi, rendendo le proprie strutture interne tanto agili e data-driven quanto le reti che vendono.



































































