Etno: “No alle tasse sulle Tlc per risanare il debito pubblico”

L’associazione punta il dito contro le misure, a partire da quella ungherese, che rischiano di compromettere il business degli operatori e gli investimenti nelle nuove reti ultrabroadband. Nel mirino anche il ruolo delle Internet companies: “Devono contribuire alla realizzazione delle infrastrutture”. E sulle gare Lte: “I proventi devono essere reinvestiti nel comparto”

Pubblicato il 12 Gen 2011

Il miglioramento delle condizioni per gli investimenti del settore
privato sulle reti a banda larga ad alta velocità, in linea con
gli obiettivi dell’Agenda Digitale, dovrebbe essere la principale
priorità politica della Presidenza Ungherese dell’Unione
Europea: questo l'appello lanciato dall'Etno,
l'associazione che rappresenta i principali operatori di Tlc
europei, in occasione del pranzo di oggi con Mr. László Tóth,
Capo Dipartimento dell’Ufficio del Ministro per le
Telecomunicazioni ungherese Zsolt Nyitrai.

L'associazione si dice preoccupata in merito al
"caso" Ungheria, che rischia di diventare un pericoloso
precedente e di estendersi ad altri Paesi. "La legge
recentemente adottata in Ungheria che impone una tassa sui settori
industriali chiave, tra cui quello delle telecomunicazioni, desta
molta preoccupazione – sottolinea Luigi Gambardella, Presidente
dell’Executive Board di Etno -. Questa tassa mina la capacità
del settore delle telecomunicazioni di investire nelle essenziali
reti ad alta velocità e quindi di contribuire agli obiettivi
dell’Agenda Digitale". Colpendo principalmente le aziende
estere, la misura "solleva dubbi in merito ai principi del
mercato interno europeo”, aggiunge Gambardella.

La tassa ungherese non è l'unica delle misure
"anti-Tlc" che rischiano di minare il futuro del
comparto: la questione delle aste Lte e della destinazione dei
relativi proventi per risanare il debito piuttosto che per il
finanziamento delle nuove reti e quindi per dare ossigeno al
comparto rappresenta una delle questioni clou sul tavolo. A tal
proposito Etno chiede alla Presidenza Ungherese di lavorare per una
tempestiva adozione della Decisione sul Radio Spectrum Policy
Programme (RSPP), in modo da ottenere la rapida apertura dello
spettro ai servizi su banda larga mobile in tutta la Ue.

Da risolvere anche il problema degli investimenti in infrastrutture
finora totalmente a carico delle telco che vedono sempre più
risicare i margini di business "fagocitati"
dall'avanzata delle Internet companies che sulle reti fanno
transitare servizi e applicazioni.

“Considerato che la rapida crescita del traffico dei dati sta
accrescendo i problemi di congestione, vi è il bisogno di un
modello economico sostenibile per lo sviluppo di Internet: gli
attori del mercato che generano il traffico in aumento dovrebbero
contribuire agli investimenti per rispondere alla necessità di
reti a banda larga estremamente veloci – sottolinea Gambardella -.
L’Unione Europea dovrebbe permettere l’emergere di nuovi
modelli di business, che prevedano ad esempio offerte differenziate
basate sulla qualità”.

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