SCENARI

Frequenze Tv nel piano “revisione” del Governo: il nuovo valore con l’asta 5G?

Potrebbe essere determinato a valle della maxi-gara di settembre il criterio di pagamento allo Stato delle concessioni d’uso da parte delle emittenti. Giù il titolo Mediaset

Pubblicato il 23 Ago 2018

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Le dichiarazioni del governo sulla necessità di rivedere le concessioni dei diritti d’uso delle frequenze (in quanto infrastrutture dello Stato) ha penalizzato in Borsa il titolo Mediaset. Sono stati il sottosegretario della Lega alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni (del M5S) a parlarne in questi giorni mettendo sul tavolo il tema frequenze assegnate alle Tv. Ma “noi non facciamo la guerra a nessuno” ha detto Buffagni.

I diritti d’uso dei multiplex assegnati a Rai (5), Elettronica Industriale (Mediaset: 5 mux), Cairo (1), Prima Tv (1), Persidera (5), Europa Way (1) e Premiata Ditta Borghini Stocchetti ovvero ReteCapri (1) scadono nel 2032 mentre quelli assenati a Cairo con gara scadono nel 2024.

Al centro del nodo il criterio di pagamento dei diritti che fu sottoposto a modifica nel 2016, data in cui il Governo impose a Rai e Mediaset il versamento di un acconto (rispetto al nuovo metodo) di circa 7,5 milioni l’anno per multiplex. Il “conguaglio” non è stato ancora incassato dallo Stato in assenza di un benchmark del valore delle frequenze. Sarà l’asta 5G che si terrà a settembre a determinarlo.

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