Il paradigma Integrated Sensing and Communications, o Isac, è destinato a diventare il cuore tecnologico del 6G, ridefinendo il ruolo degli operatori mobili e aprendo scenari strategici inediti. Il concetto alla base è semplice quanto rivoluzionario: trasformare le reti cellulari in radar capaci di percepire l’ambiente circostante mentre comunicano. Questo paradigma promette di spostare il baricentro del business telco, portando gli operatori oltre la semplice connettività e verso un ruolo attivo nella raccolta e gestione di dati ambientali, geospaziali e di sicurezza.
Secondo Abi Research, Isac rappresenta la prima vera innovazione concettuale per le reti mobili dai tempi del 4G. La possibilità di integrare sensing e comunicazione in un’unica infrastruttura apre la strada a nuovi modelli di business, in cui le telco diventano broker di dati e servizi ad alto valore aggiunto. In questo contesto, le Network Api giocano un ruolo complementare, consentendo agli operatori di esporre funzionalità di localizzazione e posizionamento a terze parti, con applicazioni che spaziano dalla logistica alla sicurezza urbana.
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Sperimentazioni in corso e ostacoli tecnologici
Nel 2025, diversi operatori e fornitori stanno conducendo trial commerciali per valutare la maturità tecnica e di mercato di Isac. In Cina, i primi test si concentrano sull’economia a bassa quota, con applicazioni per droni e mobilità urbana. Tuttavia, la mancanza di compatibilità con le infrastrutture 5G esistenti rappresenta un ostacolo significativo. I costi per sito radio, stimati tra i 50.000 e i 100.000 dollari, rendono necessaria una domanda ampia e sostenuta per giustificare l’investimento.
Le specifiche tecniche sono in fase di definizione da parte di organismi come Etsi e 3Gpp. Il gruppo Isg di Etsi ha avviato studi su modelli di canale, architetture di sistema e requisiti di sicurezza, con l’obiettivo di pubblicare le prime specifiche entro la fine dell’anno. Parallelamente, i vendor stanno intensificando gli sforzi in ricerca e sviluppo, depositando brevetti e costruendo prototipi. L’interesse dell’industria è crescente, ma la sostenibilità economica resta da dimostrare.
Le tecnologie abilitanti per ISAC
Per integrare Isac nelle reti mobili saranno necessari progressi significativi in diverse aree tecnologiche. I sistemi Massive Mimo dovranno essere adattati per rilevare oggetti tramite riflessioni, mentre algoritmi di intelligenza artificiale gestiranno l’interferenza e l’allocazione dinamica delle risorse tra comunicazione e sensing. Anche i waveform attuali, come Ofmd e Qam, dovranno essere ripensati per supportare la funzione radar.
Le frequenze più adatte per Isac sembrano essere quelle millimetriche e sub-terahertz, in particolare le bande FR2 e FR3. Queste offrono maggiore risoluzione e larghezza di banda, ma richiedono investimenti infrastrutturali rilevanti. La sfida sarà bilanciare le esigenze di precisione con quelle di efficienza energetica e scalabilità.
Nuove applicazioni e mercati emergenti
Isac apre la strada a una vasta gamma di applicazioni multisettoriali. Le reti mobili potranno essere utilizzate per il monitoraggio ambientale, rilevando condizioni atmosferiche, qualità dell’aria e movimenti del terreno. In ambito sicurezza, piccoli siti radio Isac potranno rilevare intrusioni e movimenti all’interno delle abitazioni, offrendo una protezione passiva e continua.
Nel settore sanitario, Isac potrà abilitare il monitoraggio non invasivo di parametri vitali come respirazione e battito cardiaco, senza la necessità di dispositivi indossabili. In contesti di emergenza, la tecnologia potrà supportare le operazioni di ricerca e soccorso, localizzando persone in ambienti complessi o pericolosi. Anche la mobilità urbana potrà beneficiare di Isac, con applicazioni per la gestione del traffico, il rilevamento di ostacoli e il supporto alla navigazione autonoma.
Nel contesto industriale, Isac potrà essere utilizzato per il tracciamento di materiali, il rilevamento di anomalie nei processi produttivi e la manutenzione predittiva. Queste applicazioni potrebbero generare nuove fonti di ricavo per gli operatori, trasformando le reti mobili in asset strategici multisettoriali.
Banda ultralarga e Isac: una convergenza necessaria
Il successo di Isac dipenderà anche dalla diffusione capillare della banda ultralarga, che costituisce la base infrastrutturale per abilitare le funzionalità di sensing. Le reti ad alta capacità e bassa latenza sono essenziali per garantire la precisione e la tempestività dei dati rilevati. In questo contesto, le applicazioni innovative della banda ultralarga diventano complementari al paradigma Isac, rafforzando la sinergia tra connettività e intelligenza distribuita.
La convergenza tra sensing e comunicazione richiede una rete intelligente, programmabile e distribuita, in grado di adattarsi dinamicamente alle esigenze del territorio e degli utenti. Isac potrebbe quindi accelerare l’adozione di architetture edge e cloud-native, rafforzando il ruolo delle telco come abilitatori di ecosistemi digitali complessi.
Il percorso verso la standardizzazione e la monetizzazione
Secondo Abi Research, la commercializzazione su larga scala di Isac non avverrà prima del 2030, quando il valore per Hertz potrà competere con quello del mobile broadband. Fino ad allora, saranno cruciali gli investimenti in ricerca e sviluppo, la definizione degli standard e le collaborazioni tra operatori, vendor e istituzioni. Il progetto europeo Hexa-X rappresenta un esempio concreto di questa direzione, con l’obiettivo di costruire un ecosistema 6G aperto e interoperabile.
Isac si configura come una tecnologia complessa ma rivoluzionaria, capace di scardinare le dinamiche consolidate del settore telco e creare un nuovo paradigma di rete. Un paradigma in cui la connettività non è più un fine, ma un mezzo per abilitare servizi intelligenti, sensoriali e proattivi. Per gli operatori mobili, si tratta di un’occasione per ridefinire il proprio ruolo e costruire un vantaggio competitivo duraturo.