Nel mondo della tecnologia, le aziende statunitensi dominano la scena, con colossi come Amazon, Microsoft e Google che controllano la gran parte del mercato cloud e dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, altri protagonisti, meno sotto i riflettori in Occidente, stanno facendo passi da gigante: Alibaba e Huawei, le big tech cinesi del cloud e dell’intelligenza artificiale, fanno sentire sempre di più la loro presenza, non solo in Asia, ma anche in Medio Oriente, l’Africa e l’America Latina.
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La sfida al dominio Usa: l’emergere di un stack di AI duale
Come sottolineato da Roy Chua, fondatore della società di consulenza AvidThink, “stiamo assistendo all’emergere di un vero e proprio stack di intelligenza artificiale duale, con gli Stati Uniti da una parte e la Cina dall’altra”. Si tratta di uno scenario che sta cambiando radicalmente il panorama dell’industria, mettendo sotto la lente d’ingrandimento un mercato che, fino a oggi, è stato dominato dai colossi occidentali. Le aziende del Dragone, seppur con una quota di mercato inferiore, non possono più essere ignorati, soprattutto con l’ascesa dell’intelligenza artificiale come catalizzatore di crescita.
Alibaba e Huawei in volata
Alibaba Cloud, il quarto fornitore di cloud al mondo per quota di mercato e ricavi da Infrastructure-as-a-Service (IaaS), sta guadagnando terreno a livello globale, con una presenza in 29 regioni e ben 89 zone di disponibilità. Nonostante una forte concentrazione della sua infrastruttura in Cina, l’azienda sta investendo massicciamente per espandere la sua offerta. In questo contesto, l’azienda ha recentemente annunciato un piano di investimenti da 53 miliardi di dollari nei prossimi tre anni per potenziare la sua infrastruttura cloud e AI. Un segno tangibile dell’impegno nel voler sfruttare la crescita dell’intelligenza artificiale per consolidare la posizione nel mercato.
Huawei Cloud, seppur meno noto in Occidente, vanta un’impressionante infrastruttura globale, con 101 zone di disponibilità in 34 regioni. La compagnia si è concentrata su aree geografiche a forte crescita di business: in Medio Oriente, Africa e America Latina, i suoi ricavi da cloud pubblico sono cresciuti di oltre il 50%. L’espansione sta accelerando soprattutto nei mercati meno allineati con le politiche statunitensi, un fattore che potrebbe favorire una maggiore adozione delle sue soluzioni di cloud computing e AI.
L’intelligenza artificiale come motore di crescita
Sia Huawei che Alibaba puntano ad utilizzare l’intelligenza artificiale per accelerare la crescita dei loro business cloud. Alibaba ha sviluppato la sua serie di modelli di base Qwen, che sono già utilizzati in ambito enterprise, come nel caso del partner Sap mentre la domanda di servizi basati su intelligenza artificiale sta già spingendo i ricavi, con un aumento del 26% nel secondo trimestre del 2024. L’azienda è quindi sulla “giusta traiettoria ascendente”, secondo il ceo Eddie Wu.
Huawei, invece, sta scommettendo su un approccio più verticale all’intelligenza artificiale, con il progetto “AI for Industries”. L’iniziativa ha l’ambizione di risolvere le sfide digitali che stanno emergendo in vari settori come sanità, finanza, produzione e trasporti. La famiglia di modelli AI, Pangu, è stata utilizzata in oltre 500 casi d’uso in più di 30 verticali, consolidando la posizione delle tech company nel mercato della AI industriale.
Un ecosistema parallelo di AI e cloud: l’auto-sufficienza tecnologica cinese
L’approccio della Cina alle tecnologie avanzate va oltre il mero potenziamento dell’infrastruttura cloud e AI. Le principali aziende cinesi stanno sviluppando tecnologie proprie per ridurre la dipendenza dalle soluzioni occidentali. Alibaba, ad esempio, ha iniziato a utilizzare i propri chip per addestrare modelli AI, mentre Huawei ha sviluppato il CloudMatrix 384, un cluster di chip AI progettato per competere con i leader di settore come Nvidia. Uno sforzo verso l’autosufficienza supportato anche da alleanze strategiche, come la Model-Chip Ecosystem Innovation Alliance, che punta a standardizzare i modelli di linguaggio AI in Cina, garantendo la compatibilità con diverse architetture hardware domestiche.
Le sfide geopolitiche e le opportunità internazionali
Sebbene le aziende cinesi abbiano guadagnato terreno, la loro espansione a livello globale non è priva di ostacoli. La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e le tensioni geopolitiche stanno frenando la diffusione dei prodotti in alcune regioni. Tuttavia, mentre molti continuano a guardare alla corsa all’AI con lenti statunitensi, parte del mondo usa “occhiali” diversi. Medio Oriente, Africa e America Latina, infatti, sono meno allineate con gli Usa e vedono con favore l’emergere di un’alternativa alle tecnologie di intelligenza artificiale dominanti in Occidente.
L’ambizione spaziale della Cina: un passo oltre il confine terrestre
Un ulteriore esempio delle ambizioni cinesi nell’innovazione tecnologica è rappresentato dal progetto Three-Body Computing Constellation. Si tratta di una rete di satelliti AI destinata a ridurre la dipendenza dai data center terrestri, eseguendo l’elaborazione dei dati direttamente in orbita. Questo sistema di “edge computing” spaziale mira a migliorare l’efficienza del raffreddamento e ridurre la perdita di dati durante la trasmissione, aprendo nuove frontiere nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Un futuro parallelo nella tecnologia globale
Alibaba e Huawei stanno costruendo un ecosistema tecnologico parallelo, potenziato dall’intelligenza artificiale, dal cloud computing e da innovazioni hardware. Sebbene non siano ancora in grado di superare i colossi statunitensi come Amazon, Microsoft e Google, la crescita nelle regioni emergenti e la progressiva autosufficienza tecnologica pongono una sfida significativa al predominio occidentale. Le opportunità questo panorama sono enormi, ma una cosa è certo: la Cina è diventata un player globale in grado di competere ad armi pari con gli Usa.