Dopo la prova di forza, quella del coraggio. L’asta è stato un
braccio di ferro dispendioso, ma il bello arriva ora: la scommessa,
senza indugi, sulla nuova rete 4G.
Gli operatori mobili sono pronti a investire almeno un miliardo a
testa nel breve-medio periodo. È proprio un momento in cui
l’Italia chiede tanto a questo mercato. Ci sono aspetti
ricorrenti, infatti, nelle voci dei protagonisti delle quattro
telco aggiudicatarie delle frequenze in gara (si vedano interviste
alle pagine 4 e 5).
Ribadiscono tutti che hanno speso tanto, possono solo sperare che
il governo manterrà le promesse sulla liberazione delle frequenze
800 MHz entro dicembre 2012. Nel frattempo dovranno continuare a
investire in nome dell’Internet mobile a fronte del costante calo
dei ricavi voce.
Gli operatori hanno idee chiare e comuni anche su come costruire la
rete e sfruttare le frequenze. Prevedono di fare il primo lancio
dell’Lte (100 Mbps) nel 2012, sfruttando le frequenze che si
libereranno prima degli 800 MHz, cioè i 1.800 e i 2.600 MHz.
L’avvio di massa del 4G avverrà però nel 2013 e negli anni
diventerà pari all’attuale copertura Umts/Hspa (90% circa della
popolazione). Certo è che tutti gli operatori useranno le nuove
frequenze solo per l’Lte, assicurando che l’Umts/Hspa non
soffre di problemi di saturazione dello spettro.
Tutti dicono che dovranno non solo aggiornare gli attuali siti,
aggiungendo nuove antenne, ma anche crearne nuovi. Le frequenze a
800 e 2600 MHz hanno caratteristiche diverse (per capacità di
copertura), rispetto a quelle che gli operatori hanno maneggiato
finora. Per sfruttarle al meglio servono quindi siti creati ad hoc,
nei punti più idonei. Per i nuovi siti e per alcuni dei vecchi,
dovranno inoltre potenziare il backhauling (con fibra ottica o
ponti radio a un Gb), il che servirà anche ad ampliare la
copertura Hspa a 42 Mbps.
Tim, Wind e Vodafone si sono aggiudicati frequenze a 800 MHz (del
dividendo digitale) e le useranno per estendere la copertura base
dell’Lte quanto più possibile, anche nelle zone rurali. Questa
banda assicura infatti la migliore penetrazione del segnale;
richiede meno antenne, rispetto alle altre frequenze, per coprire
il territorio. 3 Italia sopperirà investendo di più in antenne,
con i soldi risparmiati per il fatto di non essersi aggiudicato gli
800 MHz.
I 1.800 MHz e soprattutto i 2.6 GHz serviranno a tutti gli
operatori per gestire i picchi di traffico nelle zone più
densamente popolate e così dare una velocità reale più vicina ai
100 Mbps (che sono teorici). Come cambieranno le dinamiche
competitive? Telecom Italia ritiene che dopo l’asta ci sarà un
consolidamento, ergo sparirà l’attore più debole; ma 3 Italia
è convinta del contrario.
“È possibile che con l’Lte aumenterà la sostituzione
fisso-mobile”, prevede Cristoforo Morandini, di
Between-Osservatorio Banda larga. “Circa un quarto o un quinto
degli attuali utenti Adsl diventeranno contendibili dalla banda
larga mobile”.
Telecom, Wind e Vodafone ritengono che le due tecnologie resteranno
complementari, visto che solo su fisso gli utenti avranno una
qualità garantita. I mobili inoltre tenderanno a segmentare molto
le offerte di banda larga mobile per le diverse esigenze degli
utenti (vari livelli di velocità massima e di applicazioni
internet supportate). Questi fattori contribuiranno a distinguere
le offerte e i servizi Adsl da quelli mobili.
È possibile tuttavia, comunque, che crescerà il numero di utenti
che si potranno accontentare della banda larga mobile, se questa
migliorerà grazie all’Lte. Incideranno anche i passi avanti
dell’Umts/Hspa, in termini sia di qualità sia di copertura,
grazie a vari fattori: l’estensione dei 42 Mbps, l’offloading
dell’attuale rete per l’avvento dell’Lte e il refarming Umts
900.
Telecom e Vodafone l’hanno già cominciato, spostando sulle
frequenze 900 MHz i servizi Umts/Hspa; 3 Italia e Wind partiranno
tra fine anno e inizi del 2012. Il risultato sarà una copertura
Umts/Hspa pari all’attuale Gsm (oltre 99% della popolazione).
Lo scenario che comincerà a delinearsi tra poco più di un anno è
il seguente: banda larga mobile a 42 Mbps per tutti e, per quasi
tutti, a 100 Mbps. Teorici, ovviamente. Com’è teorico che il
governo riuscirà a togliere gli 800 MHz alle emittenti locali, che
hanno appena cominciato a fare battaglia.