Dal porto di Mombasa alle coste di Salalah, in Oman, in mare ci sarà presto una nuova infrastruttura di comunicazione: il Daraja Fibre Optic Cable Project. Non è un ponte di acciaio o cemento, ma una dorsale di fibra ottica lunga più di 4.000 chilometri che correrà sul fondo dell’oceano Indiano. Il suo scopo? Connettere popoli e mercati, moltiplicare la velocità dei dati, dare ossigeno alla trasformazione digitale dell’Africa orientale.
Meta e Safaricom, partner di questa avventura tecnologica, scommettono che entro il 2026 il Daraja sarà operativo, pronto a rispondere a una fame di connettività che non conosce soste.
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Safaricom alla guida, Meta come investitore
Il progetto vede Safaricom come protagonista operativo, affiancata da Alcatel Submarine Networks per la costruzione fisica del cavo. Sul fronte finanziario, l’investimento è garantito da Edge Network Services Limited, società del gruppo Meta.
Per Safaricom, che finora non aveva preso parte a consorzi di cavi internazionali, si tratta di un debutto di grande rilievo. L’ingresso diretto in questo settore segna un cambio di passo e dimostra la volontà dell’operatore kenyota di non restare ai margini della partita infrastrutturale.
Perché Mombasa e Salalah contano così tanto
Il Daraja non collega due città qualsiasi. Mombasa è già uno snodo vitale per sette cavi sottomarini, mentre Salalah si conferma hub emergente sulla costa omanita. Entrambe le città fanno già parte della rete 2Africa, il gigantesco progetto di Meta che circonda il continente africano.
Con il nuovo collegamento, però, il traffico dati acquista ridondanza e resilienza, elementi indispensabili in un’epoca in cui interruzioni e congestioni non sono più tollerabili. In questo senso, Daraja non è solo un’aggiunta, ma un tassello strategico per la sicurezza delle comunicazioni.
La visione globale di Meta: dai mari africani a Project Waterworth
Il Daraja è una tessera di un mosaico ben più grande. Meta ha già costruito oltre 20 cavi sottomarini e non ha intenzione di fermarsi. L’esempio più imponente è Project Waterworth, un’infrastruttura lunga oltre 50.000 km che unirà cinque continenti e stabilirà il primato mondiale per estensione.
Grazie a 24 coppie di fibre, contro le 8-16 dei sistemi tradizionali, Waterworth promette capacità mai viste prima. Le tecniche di posa all’avanguardia, con tratti posati fino a 7.000 metri di profondità e protezioni rafforzate nelle zone costiere, mostrano come Meta stia spingendo al massimo l’ingegneria dei cavi.
I cavi sottomarini come motore dell’intelligenza artificiale
Il 95% del traffico dati intercontinentale viaggia sott’acqua. È lì, lontano dallo sguardo, che passa lo streaming dei film, le call di lavoro, le transazioni online. Ma non solo: le nuove reti neurali di intelligenza artificiale hanno bisogno di una spina dorsale sempre più robusta.
Meta lega esplicitamente i suoi investimenti alla rivoluzione AI: senza cavi capaci e resilienti, i modelli di calcolo distribuito e i servizi cloud non potrebbero sostenere la domanda crescente.
Il Kenya come laboratorio digitale
Per Nairobi e dintorni, Daraja rappresenta più di un’infrastruttura: è un’opportunità di crescita. Più banda significa fintech più solide, startup più competitive, scuole e ospedali meglio connessi. In un Paese in cui milioni di persone faticano ancora ad accedere a internet, il nuovo cavo può aiutare a ridurre il digital divide, avvicinando la popolazione ai servizi digitali essenziali.
L’Africa orientale, grazie a progetti come questo, si candida a diventare un polo sempre più attrattivo per investitori e innovatori.
Le autostrade invisibili del futuro
Ogni nuovo cavo che corre sui fondali oceanici è un pezzo di geopolitica e tecnologia insieme. Con Daraja, Meta e Safaricom non stanno solo collegando Kenya e Oman, ma ridisegnando le mappe del potere digitale.
In questa partita, l’Africa non è più spettatrice: diventa protagonista di un futuro in cui le autostrade invisibili della connettività definiranno chi potrà crescere, innovare e competere. E tutto questo parte da un filo di vetro sepolto sotto le onde.