REGOLE & INTERNET

Open Internet Order, Sassano: “Per Trump errore strategico abolirlo”

Il docente della Sapienza e presidente della Fub: “Sposando la net neutrality Obama si schierava a fianco dei suoi ‘campioni’, Google & Co. sostenendoli in tutto il mondo. Abrogando quelle regole l’attuale presidente Usa cessa di sostenere gli Over the top nella loro competizione internazionale”. Ecco come l’esperto “spiega” la svolta: dai timori per gli “innovatori” all’impatto sul 5G

Pubblicato il 15 Dic 2017

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“Quando si parla di rete non parliamo di strade, ma di città: dove ci sono semafori, dove circola il traffico delle automobili: le automobili sono le nostre informazioni che vanno da una direzione all’altra. I semafori e la proprietà delle strade sono degli operatori di Tlc, mobili o fissi che siano: sono loro a far circolare il traffico”. Parte da una metafora Antonio Sassano, docente alla Sapienza di Roma (e presidente della Fondazione Bordoni) ai microfoni di Radio3 Scienza in una puntata dedicata da Rossella Panarese all’abolizione della net neutrality.

Cosa cambia con l’abrogazione della net neutrality. Con le regole di Obama i “semafori” erano meno intelligenti possibili: traffico uguali per tutti, il primo arrivato è il primo servito. Oggi, nella rete “senza net neutrality” i semafori cominciano a diventare intelligenti, cominciano a nascere corsie preferenziali “aperte”. Già esistono in realtà corsie “preferenziali” per servizi specifici, come quelli legati alla Sanità: ma con il venire meno della net neutrality, su queste corsie preferenziali potrà circolare chi paga per poterlo fare. L’Open Internet Order voluto da Obama sosteneva infatti che non era possibile pagare per la prioritizzazione: chi è proprietario della strada e gestisce i semafori, ovvero le Tlc, fino a oggi non potevano farsi pagare per dare maggiore priorità.

Chi ci rimette in questo nuovo scenario? Si teme che il danno sia per gli innovatori: Google, Amazon. Società che hanno avuto la possibilità di lavorare su una rete che trattava tutti nello stesso modo: potrebbero essere penalizzati su una rete che favorisce chi paga di più.

Legislazione europea. Con le regole di Obama gli Usa erano venuti “incontro” all’Europa: ora stanno facendo un passo indietro. Questo perché l’Europa ha regole che stabiliscono che servizi specializzati hanno bisogno di utilizzare la rete in modo diverso rispetto al resto del traffico. Anche in caso di guida assistita delle automobili, le informazioni che dovranno arrivare per poter poter eseguire istantaneamente una manovra, viaggeranno su rete. Ecco, quelle informazioni avranno bisogno di essere elaborate vicino alle automobili stesse: la rete dovrà cioè esseremolto più pervasiva di com’è oggi. Dovranno cioè esserci corsie preferenziali all’interno della rete, affinché alle automobili arrivino input esatti per prendere decisioni corrette. Questo l’Europa lo prevede. Ma anche gli Usa si rendono perfettamente conto che per questo tipo di servizi servirà una gestione diversa.

Chi paga chi? Trovo che l’operazione rappresenti un errore politico, da parte di Trump, rispetto invece alla visione “americanocentrica” di Obama. Mi spiego: negli Usa è in corso una battaglia fra i grandi operatori di Tlc – Verizon, AT&T, Comcast – giganti che si fronteggiano con altri giganti: Google, Netflix ecc. Negli Usa il 60% del traffico di rete è fatto da pacchetti che rappresentano i film di Netflix e così via. Le Tlc rivendicano il fatto che sulle loro reti corrano i dati, e il business, degli Over the top che si fanno pagare dagli utenti. In Europa è diverso: le reti di aziende europee vengono cioè utilizzate da società americane. L’intelligente mossa di Obama,  sposando l’idea di net neutrality, puntava a schierarsi a difesa dei suoi operatori. Che sono in tutto il mondo e chiedono libertà di azione. In qualche modo, cioè, Trump non aiuta gli Over the top americani nella loro competizione internazionale: controproducente rispetto a America First.

Chi controllerà la rete? Ajit Pai dice: sarà l’Antitrust a intervenire in caso si dovessero verificare politiche di strozzamento rete. Ma va considerato anche altro: siamo alla vigilia di un cambiamento epocale, l’avvento del 5G. Internet diventerà davvero una rete di reti che integrerà la rete dedicata alle automobili che parlano fra loro, quella degli abiti che parlano fra loro. ecc Il prossimo Google sarà un innovatore della rete di quinta generazione. Questo comporterà un aumento della nostra capacità di controllo dell’uso della rete. Quali saranno le garanzie che offriremo per far sì che la rete sia aperta a tutti, non chiusa e usata solo da monopolisti? C’è dell’altro: sempre più la rete sarà controllata da algoritmi automatici: sicurezza, distribuzione della possibilità di accesso, saranno gestiti da algoritmi. E il controllo dell’efficacia dell’accountability degli algoritmi sarà sempre più complicato. Per questo abbiamo bisogno assoluto di maggiore controllo.

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