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Netflix, Gamberini: “Telecom pronta all’appuntamento: il nostro Cdn a disposizione di tutti”

Il responsabile core network & infrastructures dell’azienda: “La piattaforma per rete fissa e mobile porterà i contenuti più vicini possibile all’utente. Ridotti i tempi di latenza”

Pubblicato il 19 Gen 2015

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Azioni ad ampio raggio, sulla rete, per sostenere lo sviluppo dei video: non solo aumentando la velocità degli utenti, ma anche adottando tecniche di caching di vario tipo. Questo è il futuro che si prospetta sulla rete di Telecom Italia, a quanto riferisce Michele Gamberini, responsabile core network & infrastructures dell’azienda. Telecom intende ricavarne vantaggi commerciali in due modi diversi: da una parte, offrendo un servizio migliore per la fruizione del video spera di conquistare utenti; dall’altra si apre a nuovi fonti di ricavo stringendo accordi con fornitori di contenuti, organizzatori di eventi sportivi e altri soggetti.
Come evolverà la rete in vista dello sviluppo del mercato tv e video internet?
Distinguiamo tra fisso e mobile. Sulla rete mobile stiamo sviluppando l’Lte, ora sul 74% della popolazione e con velocità di picco fino a 225 Megabit/sec grazie alla carrier aggregation. Il primo obiettivo è quindi migliorare la velocità effettiva. Il secondo è ridurre i tempi di accesso grazie alla minore latenza abilitata dall’Lte. Ma stiamo sviluppando anche altri strumenti.
Quali?
Facciamo “transparent caching” di contenuti video non premium su alcuni pop della nostra rete mobile. Vi abbiamo installato nodi che ospitano i file video più popolari. Nel 2015 faremo lo stesso per la rete fissa. Analogamente stiamo sviluppando la nostra Cdn (Content delivery network), sia per rete fissa sia per quella mobile, in modo da porre i contenuti quanto più vicini all’utente finale. Lo scopo è ridurre i tempi di latenza sulla rete che non è direttamente sotto il nostro controllo. La differenza è che il transparent caching contiene contenuti di soggetti con cui non abbiamo accordi commerciali.
Quanto è sviluppata la Cdn?
È presente su buona parte dei nostri pop di rete fissa e mobile. Nei prossimi anni porteremo i contenuti premium su tutti i pop. Lo facciamo già con i contenuti di Rai, La7, Mediaset e Sky.
Con la Cdn questi contenuti si vedono meglio sulla vostra rete rispetto a quella di altri operatori?
Sì, almeno in linea teorica gli utenti di operatori che hanno sviluppato questo servizio hanno una qualità migliore di fruizione. Ma non è finita qui: sono in arrivo altre tecnologie per i contenuti.
Per esempio?
L’Lte Broadcast. Ora la visione di video su rete mobile funziona così: se 10 utenti chiedono lo stesso contenuto sotto la stessa cella, l’operatore avrà 10 connessioni; non è possibile un guadagno di efficienza con l’economia di scala. Con Lte Broadcast invece trasmettiamo lo stream video con un solo flusso per tutti coloro che si trovano nella stessa zona. La banda consumata è sempre la stessa a prescindere dal numero di fruitori. Tecnicamente si tratta di aggiungere componenti hardware e software sui nodi della rete d’accesso esistenti e in ambito core network. Immagino questo scenario: clienti che sono in uno stadio e possono vedere contenuti relativi alla partita a cui stanno stanno assistendo o a quelle in corso altrove.
Quando avremo tutto questo?
I primi dispositivi adeguati al servizio dovrebbero uscire già a inizio 2015. Verso metà anno saranno pronte le componenti di rete. Il lancio commerciale sarebbe prevedibile per la fine dell’anno prossimo, in linea teorica.
Per la rete fissa invece quali novità in arrivo, a parte la Cdn?
La sfida sarà soddisfare la grande crescita di traffico prevista nei prossimi anni. Dobbiamo adeguare non solo la capacità dei punti core della nostra rete fissa e mobile, ma anche tutta la catena a valle, che comprende la rete di raccolta e quella di distribuzione verso il cliente finale. In questo discorso rientra l’importante investimento sulla fibra nella rete d’accesso. Poi in particolare su alcuni nostri video usiamo tecniche di codifiche adattative, che riducono il peso del contenuto in base alla quantità di banda disponibile di volta in volta. Lo facciamo per esempio per le partite di Serie A con l’offerta TimVision Serie A Tim: il vantaggio è che il cliente conserva sempre una buona fluidità del video. È una tecnica meglio praticabile sui dispositivi mobili, dove gli schermi sono più piccoli e quindi fanno percepire meno il conseguente calo della qualità di immagine.
Quindi farete azioni diverse in base ai contenuti?
Esatto e sarà importante adottare tecnologie soprattutto sulla rete mobile, dove la banda è condivisa. Non basterà diffondere l’Lte, bisognerà sviluppare anche l’Lte Advanced di cui la carrier aggregation rappresenta il primo step. L’Lte broadcast rientra in una terza categoria di azioni, però: il rapporto commerciale in questo caso potrebbe essere tra Telecom e l’organizzazione dell’evento sportivo o il proprietario dello stadio. Anche i centri commerciali potrebbero chiedere a Telecom di trasmettere messaggi pubblicitari in Lte broadcast ai clienti di passaggio.
Non userete tecniche di prioritizzazione di contenuti video?
È un tema molto delicato, che non stiamo tenendo in considerazione. In laboratorio però stiamo testando tecniche di quality of service end to end per alcune tipologie di traffico; ma non stiamo valutando ipotesi commerciali.

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