Si è conclusa senza una decisione la riunione che si è svolta ieri pomeriggio al Dipartimento Innovazione e Transizione digitale di Palazzo Chigi, alla presenza dei vertici di Fibercop e Open Fiber. Sul tavolo dell’incontro, durato cira un’ora, la cessione a Fibercop di alcuni lotti originariamente assegnati a Open Fiber per le aree grigie, quelle a semifallimento di mercato, nell’ambito del piano Italia a un Giga.
Mentre i tecnici continuano a lavorare sul progetto, nuove riunioni saranno con ogni probabilità fissate per le prossime settimane, in attesa che a sbloccare la situazione intervenga anche una decisione del Consigio d’amministrazione di Open Fiber, che dovrebbe ufficialmente conferire all’amministratore delegato della wholesale company, Giuseppe Gola, il mandato a portare avanti la trattativa.
Intanto, dopo che sembrava esserci stata un’accelerazione rispetto alle trattative tra le due società, si avvicina il termine del 30 giugno, quello indicato da Fibercop come limite per poter accettare di farsi carico dei lavori con l’impegno a rispettare la deadline del 30 giugno 2026 per portare a termine gli interventi.
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Il dossier sul tavolo e le ipotesi al vaglio
La questione riguarda in particolare la cessione di cinque lotti del Piano Italia a 1 Giga nelle aree grigie, a semi fallimento di mercato, da Open Fiber (che se ne era aggiudicata in tutto otto) a Fibercop. Il passaggio è promosso dal governo, che ha l’obiettivo primario di centrare gli obiettivi del Pnrr per non incorrere in sanzioni. Tra le varie opzioni sul tavolo c’è quella che l’operazione passi attraverso la cessione di un ramo d’azienda. Un’altra ipotesi è quella di valutare lotto per lotto, individuando criteri di scorporo dei comuni. Si è anche proposto di andare avanti con l’operazione di cessione degli asset e procedere in un secondo momento alla valutazione economica.
L’operazione di cessione del ramo d’azienda, che peraltro comporterebbe il trasferimento dei dipendenti da una società all’altra, sarebbe decisamente più complessa, dovendo anche essere sottoposta al vaglio dell’Antitrust.
Ad avanzare l’ipotesi di cessione di cinque lotti è stato il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio. In precedenza la stessa Fibercop, con la lettera inviata il 2 aprile dal presidente e ad Massimo Sarmi, si era offerta per subentrare a Open Fiber in tutti i lotti delle aree semi-concorrenziali assegnati al competitor.
Cosa frena il raggiungimento di un accordo
Superare l’impasse non sarà semplice: il nodo fondamentale è che Open Fiber ritiene impraticabile il passaggio di consegne entro il 30 giugno. La proposta di FiberCop del 2 aprile prevedeva il subentro sugli otto lotti aggiudicati a Open Fiber (per un totale di 2,2 milioni di civici), di cui 600mila a rischio ritardo, poi ridotti a 250mila. La scadenza per il passaggio coincide con la verifica di Infratel, è stata fissata proprio per il 30 giugno.
FiberCop è già impegnata a cablare 1,3 milioni di civici nei suoi sette lotti. Open Fiber ha segnalato che l’operazione richiederebbe la riscrittura del piano industriale, la riapertura dei negoziati con le banche, il coinvolgimento dei sindacati e l’autorizzazione dei soci (Macquarie al 40% e Cassa Depositi e Prestiti al 60%). FiberCop ha proposto un indennizzo iniziale, con saldo al termine della due diligence. L’eventuale acquisizione dei lotti da parte di FiberCop potrebbe attivare le condizioni per l’earn-out a favore di Tim legato all’accordo per la cessione di FiberCop.
Tommaso Cucchiani alla preidenza di Open Fiber
Il Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti, riunitosi il 28 maggio. ha intanto approvato la designazione di Enrico Tommaso Cucchiani come nuovo Presidente di Open Fiber, in sostituzione di Paolo Ciocca che ha assunto l’incarico di Presidente di Italgas.
Emanuele Levi, invece, è stato designato Amministratore Delegato di Cdp Venture Capital, in sostituzione di Agostino Scornajenchi, che ha assunto l’incarico di Amministratore Delegato di Snam.
“Il Consiglio di Amministrazione di Cdp esprime a Paolo Ciocca e Agostino Scornajenchi i più sentiti ringraziamenti per il lavoro svolto e per l’impegno profuso durante l’incarico”, si legge in una nota.
Chi è Enrico Tommaso Cucchiani
Laureato con lode in Economia all’Università Bocconi di Milano, ha conseguito il Master in Business Administration presso la Stanford University.
Eletto “Bocconiano dell’Anno” e nominato Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana, ha guidato grandi banche e assicurazioni, maturando significative esperienze anche nei settori industriali, sanitario e delle tecnologie avanzate.
Nella sua carriera ha ricoperto la carica di ceo di Intesa Sanpaolo. È stato membro del Consiglio Esecutivo del gruppo assicurativo Allianz a Monaco di Baviera, responsabile delle attività nell’UE (Germania esclusa), Svizzera, Turchia, America Latina e Africa e ha lavorato come management consultant presso Mc Kinsey negli uffici di Milano, Londra e New York.
Consigliere dell’Università Bocconi e membro del Comitato Esecutivo nonché dell’International Advisory Council e vicepresidente della Fondazione Javotte Bocconi. È inoltre membro del Comitato Esecutivo Internazionale della Trilateral Commission e Presidente della delegazione italiana. È anche consigliere dell’ISPI e Vice Presidente dell’associazione “Amici della Scuola Normale di Pisa”.
È stato presidente dell’Ospedale San Raffaele di Milano e consigliere, tra le altre, di Unicredit, Pirelli, Acegas e Royal Sun Alliance; presidente e Ad di Ras; co-chair del foro Italo-Tedesco; membro dell’Advisory Council della Stanford University (California).
E’ stato membro del Consiglio di Amministrazione di Terna.