Dal provisioning senza attrito fino alla monetizzazione basata su API, gli operatori mobili stanno progressivamente ridefinendo il ruolo delle piattaforme di entitlement. Un passaggio che mette al centro Open Gateway, iniziativa della GSMA che lega sicurezza, user experience e nuovi modelli di business per il settore delle telecomunicazioni.
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Dall’eSIM alla standardizzazione GSMA
L’evoluzione dell’entitlement ha radici in casi d’uso specifici, legati inizialmente al lancio di Apple Watch. Come ha ricordato Alexander Harmand, Head of Network Platforms di Telefónica Spain, intervenuto al webinar organizzato da Mobile World Live: «Per Apple Watch avevamo bisogno di fare alcune attivazioni eSIM. Dovevamo realizzare un’autenticazione e autorizzazione automatica del dispositivo, ed è stato davvero il punto di partenza».
Quella necessità operativa ha spinto la GSMA a standardizzare il meccanismo, portando alla definizione della specifica TS43, oggi presieduta da Google. Lo standard descrive i flussi tra applicazioni, dispositivi e rete, integrando l’entitlement con componenti fondamentali come UDM e piattaforme AAA. Questa scelta ha permesso di estendere i casi d’uso ben oltre il provisioning, trasformando la tecnologia in un layer di identità e fiducia.
Harmand ha sottolineato che l’obiettivo è garantire attivazioni senza frizioni per l’utente finale, sostituendo procedure macchinose come gli SMS OTP o i codici flash call con processi automatizzati e invisibili all’utente.
L’apporto all’esperienza utente
Uno degli aspetti più rilevanti messi in evidenza da Telefónica riguarda l’impatto sull’esperienza digitale dei clienti. L’entitlement consente di semplificare l’accesso a servizi come l’RCS, migliorando sia la sicurezza sia la percezione del servizio da parte degli utenti. «Stiamo usando la capacità di entitlement per l’RCS, spinta sia da Android che da Apple, per migliorare l’esperienza utente e la sicurezza del servizio» ha spiegato Harmand.
Allo stesso modo, i trasferimenti eSIM tra dispositivi avvengono senza richiedere interventi manuali, riducendo tempi e complessità. È un passaggio che assume importanza crescente con la moltiplicazione dei dispositivi connessi, dai wearable ai veicoli, fino alle prospettive di ecosistemi più articolati, in cui l’utente avrà agenti di intelligenza artificiale e robot interconnessi.
Open Gateway e la monetizzazione delle API
Il salto qualitativo si registra quando le capacità di entitlement vengono integrate con i canali di monetizzazione abilitati da Open Gateway. L’esempio più rilevante è quello del servizio Number Verify, sviluppato in collaborazione con Google e Motive. Si tratta di un meccanismo che autentica le applicazioni consentendo loro di verificare automaticamente il numero di telefono dell’utente, naturalmente previo consenso e nel rispetto delle normative sulla privacy.
Secondo Harmand, questo servizio rappresenta oggi una delle principali fonti di transazioni API per Telefónica: «È lì che abbiamo la maggior parte delle nostre transazioni in questo momento, dal punto di vista delle API, perché è un servizio di grande successo».
Con Number Verify, l’entitlement non è più soltanto una tecnologia di supporto, ma un asset capace di generare ricavi diretti. L’integrazione con Open Gateway rafforza questa dimensione, aprendo agli operatori la possibilità di trasformare funzioni tecniche di autenticazione in servizi vendibili a terzi.
I casi futuri: network slicing e oltre
L’orizzonte di sviluppo individuato da Telefónica riguarda l’applicazione dell’entitlement a scenari ancora più complessi. Tra questi, spicca il network slicing, con la possibilità di associare uno slice di rete a un utente o a un’applicazione specifica. Harmand ha spiegato che il server di entitlement può identificare se l’utente ha già sottoscritto uno slice o meno, aprendo la strada alla vendita di connettività personalizzata.
La sfida è duplice: da un lato garantire che solo le applicazioni autorizzate possano accedere a uno slice con una determinata qualità di servizio; dall’altro, assicurare che l’utente mantenga pieno controllo sui propri consumi e sulle app abilitate. È un ambito ancora in fase di definizione negli organismi di standardizzazione, ma visto dagli operatori come cruciale per i modelli di business futuri.
L’importanza della standardizzazione
Durante il suo intervento, Harmand ha ribadito più volte la centralità della standardizzazione GSMA. «La relazione con i dispositivi è complessa, abbiamo davvero bisogno di uno standard per avere successo» ha osservato, ricordando che il volume dei device e la varietà dei sistemi operativi richiedono un approccio condiviso.
Lo standard TS43 fornisce già una base solida, ma l’attenzione si sposta ora sulla gestione del consenso e sull’autenticazione delle applicazioni in vista dell’arrivo del 6G. L’auspicio è che l’industria contribuisca portando nuovi casi d’uso nei gruppi di lavoro GSMA, così da definire regole comuni che garantiscano sicurezza, interoperabilità e valore per l’intero ecosistema.
Dal provisioning all’economia delle API
Il percorso delineato da Telefónica dimostra come la capacità di entitlement stia evolvendo da funzione tecnica a motore di trasformazione strategica. Dapprima utile per risolvere il problema delle attivazioni eSIM, oggi è al centro di un’economia basata su API, in grado di unire user experience, sicurezza e nuove opportunità commerciali attraverso Open Gateway.
La traiettoria sembra destinata a consolidarsi nei prossimi anni, con un numero crescente di casi d’uso che spaziano dal messaging al network slicing, fino alla gestione di ecosistemi multi-device sempre più complessi. È in questo passaggio che l’entitlement mostra di non essere più solo una componente invisibile della rete, ma una piattaforma capace di ridefinire il rapporto tra operatori, utenti e applicazioni.