L’Open Ran è morto sotto i colpi di una presunta egemonia dei vendor europei Nokia ed Ericsson? Il paradigma che promette vantaggi alle telco grazie ai suoi standard aperti, ha nell’azienda americana Mavenir uno dei più grandi fornitori e sostenitori, ma proprio il suo ceo Pardeep Kohli lancia l’allarme: l’open Ran negli Stati Uniti è morto e il 5G – a parte la Cina – è chiuso nel duopolio Ericsson-Nokia.
Il vendor nordico, tuttavia, è di altro parere. “No, l’Open Ran non è affatto morta”, ha affermato Tommi Uitto, presidente della unit Reti mobili di Nokia, durante una conferenza stampa presso il nuovo e futuristico campus di ricerca e sviluppo dell’azienda finlandese a Oulu, all’inizio di questo mese. “Voglio dire che siamo pienamente impegnati sull’Open Ran. Siamo pienamente impegnati sulla Cloud Ran. E non ci sono solo Ericsson e Nokia”.
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Quale futuro per l’Open Ran?
L’allarme arriva dagli Stati Uniti non a caso. Il momento non è dei più favorevoli per la O-Ran: il One Big Beautiful Bill Act di Donald Trump ha stralciato circa 850 milioni di dollari di finanziamenti che in precedenza erano stati stanziati per la Ran aperta.
“Mettere a repentaglio questo finanziamento vitale è miope, rischia di minare anni di progresso bipartisan e avvantaggia i nostri avversari in tutto il mondo”, ha detto Diane Rinaldo, presidente esecutivo della Open Ran Policy Coalition. “In un momento in cui Huawei sta espandendo in modo aggressivo la sua presenza globale, dobbiamo premere sull’acceleratore, non frenare”.
Nemmeno Mavenir se la passa tanto bene. Il principale operatore statunitense nel settore della Ran aperta è alle prese con la ristrutturazione del debito, un’operazione che ha posto fine anche alla sua partecipazione nel settore hardware come produttore di radio. La situazione è peggiorata la scorsa settimana, quando Echostar, che stava costruendo una quarta rete mobile nazionale statunitense con nuovi fornitori di Ran aperta, ha annunciato la vendita di spettro per 23 miliardi di dollari ad At&t. La rete di Echostar, in parte basata sul software di Mavenir, verrà dismessa.
Fuori degli Stati Uniti, solo la giapponese Rakuten e la tedesca 1&1 hanno tentato di costruire da zero una Ran aperta “greenfield”. Oltre a registrare miliardi di dollari di perdite nell’implementazione della rete, Rakuten ha faticato ad attrarre clienti. Possiede il software Ran che ha implementato, ma conta solo 1&1 come cliente significativo.
Afflitto da ritardi e altri problemi, il lancio di 1&1 è stato un’ulteriore notizia negativa per l’Open Ran.
Usa fuori da giochi, mercato spaccato tra Cina e Europa
Per gli operatori greenfield, il problema non è la maturità della tecnologia Open Ran. Sono piuttosto gli investimenti e gli sforzi necessari per costruire qualsiasi tipo di nuova rete di telecomunicazioni nazionale in un paese che dispone già di opzioni infrastrutturali. E i principali operatori brownfield, pur professando il loro sostegno all’open Ran, non hanno supportato i nuovi entranti. Quasi tutti sono rimasti fedeli ai fornitori tradizionali, tra cui Huawei, Ericsson e Nokia.
La più grande implementazione di Ran aperta al mondo da parte di un operatore brownfield è quella di At&t negli Stati Uniti, ed è controversa. Sebbene At&t affermi di utilizzare prodotti conformi alle specifiche dell’O-Ran Alliance, la maggior parte di essi è fornita da Ericsson.
Questo spinge Kohli a lanciare un allarme sulle probabili conseguenze per le aziende telecom. “Se non supportano l’open Ran, e se non lo fanno anche altri, torneremo a una spaccatura netta tra un mondo cinese e a un mondo non cinese”, ha affermato. “Nel mondo non cinese ci sono Ericsson e Nokia, e nel mondo cinese ci sono Huawei e Zte”.
Il fenomeno della single vendor Open Ran
Le aziende telecom hanno sempre desiderato che Ericsson e Nokia partecipassero all’Open Ran, ritenendo che il concetto avrebbe avuto difficoltà a progredire senza il supporto dei grandi operatori storici. Tuttavia, la difficoltà di integrare i fornitori anche quando le interfacce sono aperte, soprattutto nelle tecnologie 5G più avanzate come il massive Mimo, spiega in parte perché molti operatori abbiano continuato a utilizzare un unico fornitore per implementare l’Open Ran. Questo fenomeno del “single vendor Open Ran” e il continuo predominio di Ericsson e Nokia non sono gli esiti che alcuni dei fondatori dell’O-Ran Alliance avrebbero previsto.
Ma Uitto afferma che il mercato è più competitivo di quanto i critici indichino. “C’è Samsung, c’è Fujitsu, c’è Nec”, ha detto a Oulu. “Non dobbiamo fare tutto. Ci saranno casi in cui collaboreremo con un produttore di unità radio invece di produrre tutto da soli”.
Tuttavia i dati sembrano confermare l’allarme di Mavenir. Misurata dall’indice Herfindahl-Hirschman (HHI), la concentrazione del mercato Ran è oggi in aumento, secondo Stefan Pongratz, analista di Dell’Oro. Cinque delle sei regioni monitorate sono oggi classificate come “altamente concentrate”, con un punteggio HHI superiore a 2.500.
Da parte sua uno studio di Omdia mostra che la quota di mercato Ran combinata di Huawei, Ericsson e Nokia è cresciuta dal 75,1% nel 2023 al 77,5% lo scorso anno. L’unica alternativa significativa ai fornitori europei e cinesi è b, ma la sua quota di mercato si è ridotta dal 6,1% al 4,8% in questo periodo ed è il quinto fornitore mondiale per vendite, dietro a Huawei, Ericsson, Nokia e Zte. Le giapponesi Nec e Fujitsu, le uniche altre aziende citate da Omdia, detenevano rispettivamente quote dello 0,9% e dello 0,5%.
Le telco divise tra opzioni aperte e proprietarie
Uitto però sostiene che la compatibilità con le specifiche della O-Ran Alliance è sempre più richiesta dalle aziende di telecomunicazioni come parte del processo di acquisto. Inoltre, Nokia afferma di aver integrato la sua tecnologia baseband con le unità radio di diversi produttori. Tra questi, Mavenir e “produttori di unità radio sudcoreane”, ha dichiarato Uitto alla testata Light Reading al recente evento di Oulu. In Germania, dove Nokia sta sostituendo Huawei in circa 4.000 siti mobili di Deutsche Telekom, la sua baseband viene utilizzata insieme alle radio Fujitsu in una parte della rete.
La presunta concentrazione sembra preoccupare soprattutto i sostenitori dell’Open Ran negli Stati Uniti. Qui Ericsson vanta una quota di mercato Ran superiore al 50% e genera circa il 44% delle sue vendite (il contributo al fatturato dell’India, il secondo mercato più grande di Ericsson, è stato solo del 4% nel recente secondo trimestre).
Trump ha ritirato i finanziamenti per l’Open Ran
Ciò che l’Open Ran non è stata in grado di dimostrare, e potrebbe non dimostrarlo mai, commenta Light Reading, è se un mercato molto meno concentrato e molto più competitivo per i prodotti Ran sarebbe economicamente sostenibile senza il continuo sostegno del governo. Ma l’avvertimento di Rinaldo sull’aggressiva espansione di Huawei potrebbe non essere esagerato. L’anno scorso Ericsson ha messo in guardia gli azionisti sul rischio di perdere accordi a favore di concorrenti cinesi competitivi sui prezzi in alcune parti d’Europa e dell’America Latina. Gli ultimi dati di Omdia mostrano che Huawei è ancora il principale fornitore per vendite in tre regioni su cinque, al terzo posto in Europa e al quarto in Nord America.
Il ritiro dei finanziamenti per la Ran aperta da parte dell’amministrazione Trump implica che il Governo Usa non si preoccupa se siano presenti o no molteplici fornitori. La questione irrisolta è se sia preoccupata dalla mancanza di un fornitore statunitense. Ma Ericsson oggi produce prodotti per i clienti statunitensi in uno stabilimento a Dallas. E il suo ceo ha la doppia cittadinanza svedese-statunitense e una famiglia americana. Per quanto ciò possa infastidire alcuni degli azionisti svedesi, potrebbe essere sufficiente per Trump.