PIAZZA AFFARI

Rai Way, primo passo verso la Borsa

Con il “Kick off meeting” parte il percorso che porterà la società alla quotazione. In cabina di regia Banca Imi e Credit Suisse, joint global coordinator dell’ipo. Spunta l’ipotesi di riservare un pacchetto di azioni ai dipendenti

Pubblicato il 11 Giu 2014

Rai Way, primo passo verso la Borsa

Con il “kick off meeting” tra i vertici di Rai Way e le due banche scelte come “joint global coordinator” dell’Ipo, Banca Imi e Credit Suisse, parte ufficialmente il percorso che porterà alla quotazione in borsa della società che gestisce le torri di trasmissione della Tv di Stato, e che dovrebbe portare entro la fine dell’anno, secondo le previsioni che qualche giorno fa erano state anticipate dal dg Luigi Gubitosi, a concludere l’operazione entro la fine dell’anno.

Sul mercato, secondo quanto anticipa Rosario Dimito sul Messaggero, dovrebbero finire una quota tra il 30 e il 40% delle azioni di Rai Way. Spetterà a Imi la responsabilità del processo che prevede una tranche di azioni riservata al mercato retail e una parte per gli 11mila dipendenti del gruppo Rai: un modello a cui Intesa Sanpaolo ha aderito da poco grazie anche a un accordo con i sindacati, e che potrebbe tornare in primo piano anche per le prossime quotazioni prevista in piazza Affari, da Poste a Enav.

A gestire l’ipo, sotto Imi e Credit suisse, ci dovrebbero essere Mediobanca, Citi e Bnp Paribas. Nel ruolo di advisor legali si parla dello studio Bonelli erede Pappalardo per l’emittente, e di Clifford Chance per gli istituti.

Secondo le prime valutazioni degli istituti il valore complessivo dell’azienda sarebbe approssimabile tra gli 800 milioni e il miliardo di euro, che lascerebbero intravedere l’a possibilità di un incasso massimo di 400 milioni nel caso della cessione sul mercato del 40% della società: una cifra che metterebbe ampiamente al sicuro i conti della rai dal “taglio” di 150 milioni di euro previsto dal governo e contro il quale i dipendenti sono oggi in sciopero.

Rai Way – riscostruisce il Messaggero – conta su 2.300 ripetitori su tutto il territorio nazionale, e dà lavoro a 624 persone di cui 13 dirigenti, 123 quadri, 444 tecnici o impegati e 44 operai. La società ha chiuso il 2013 con un utile netto di 11,8 milioni, in aumento rispetto ai +8,5 del 2012.

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