China Mobile è riuscita a costruire una rete autonoma di alto livello in soli sei anni, ponendosi sul mercato internazionale come un caso d’eccellenza. Secondo la società di analisi Stl Partners, l’operatore ha infatti aumentato del 50% della velocità di download degli utenti nelle aree congestionate, riducendo al tempo stesso l’80% dei guasti di rete. “Questi sono solo alcuni degli indicatori che le telco tengono in considerazione per ridurre i costi e aumentare l’efficienza”, dice, parlando con la testata specializzata Developing Telecoms, David Martin, associate senior analyst di Stl Partners. “Reti più efficienti significano liberare capacità, migliorare l’esperienza dei clienti, ridurre i costi e liberare risorse per una maggiore innovazione”.
La necessità di tali miglioramenti è più diffusa nelle aree maggiormente sviluppate, dove i margini e i ricavi stanno diminuendo e appiattendosi. Tuttavia, nei mercati emergenti, gli operatori hanno ancora molto terreno da guadagnare. Secondo Martin ciò non significa che gli operatori dei mercati in via di sviluppo debbano rallentare sullo sviluppo di reti autonome. L’adozione precoce di questa tecnologia può anzi aiutare a eliminare alla radice i vincoli che le realtà consolidate stanno già affrontando nel loro percorso verso l’automazione.
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Cos’è una rete di telecomunicazioni autonoma
Sebbene realtà come China Mobile dimostrino che il settore è sulla strada giusta, attualmente una rete di telecomunicazioni completamente autonoma deve ancora vedere la luce. Utilizzando come metro di misura gli standard proposti dall’iniziativa Autonomous Network del Tm Forum, gli operatori possono essere classificati, in questo senso, su una scala frazionata in sei livelli.
Si parte dal Livello 0, che fa riferimento a una rete con operazioni di rete eseguite manualmente con un’automazione minima o nulla. Il Livello 5 è invece una rete completamente autonoma in grado di gestirsi e ottimizzarsi senza alcun intervento umano.
China Mobile ha per l’appunto compiuto rapidi progressi per passare dal Livello 1 al Livello 4 in soli sei anni. Una rete di Livello 4 mostra capacità di auto-ottimizzazione e può gestire la maggior parte delle operazioni in modo autonomo, ma è possibile l’intervento umano se necessario.
Martin afferma che China Mobile ha iniziato con gli “obiettivi più facili da raggiungere”, ovvero i punti critici evidenti in determinate regioni o settori, e li ha risolti non solo in modo isolato, ma affrontando i processi sottostanti. Ciò ha comportato l’uso dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico per prevedere quando era probabile che si verificasse un guasto e automatizzare la riparazione prima che si verificasse.
“Si inizia in piccolo, si ottengono risultati misurabili come il risparmio di denaro o il miglioramento dei Net Promoter Score, e poi si continua a costruire da lì”, conferma Martin. “È così che si ottiene lo slancio per passare da un settore all’altro e, alla fine, all’autonomia olistica”.
Opportunità e sfide per i mercati emergenti
Kitesh Bhayani, direttore della ricerca presso Idc, osserva che la consapevolezza della necessità dell’automazione di rete sta crescendo nei mercati emergenti, con il Medio Oriente e l’Africa che registrano un’adozione relativamente elevata rispetto ad alcuni pari globali.
L’analista indica diverse applicazioni comuni da cui si tende a partire nel processo di automazione, tra cui il monitoraggio della rete e il rilevamento delle anomalie per identificare e risolvere i guasti prima che i clienti ne siano colpiti, la manutenzione predittiva che utilizza dati storici e in tempo reale per anticipare problemi come i danni causati dalle condizioni meteorologiche, il routing intelligente del traffico per gestire la congestione durante i periodi di punta o gli eventi importanti e l’automazione dell’assistenza clienti e della fatturazione per ridurre i costi e migliorare la reattività in più lingue.
Ma per Bhayani ci sono anche ostacoli significativi lungo questo percorso: dalla carenza di competenze in materia di AI e automazione alla complessità della gestione di ambienti multi-vendor, passando per i sistemi legacy radicati e per l’inerzia organizzativa. Gran parte delle apparecchiature più vecchie in questi mercati è infatti incompatibile con le moderne API e spesso viene installata in luoghi difficili, rendendo gli aggiornamenti costosi e il ritorno sull’investimento incerto.
Per colmare il divario di competenze, alcuni operatori stanno collaborando con le università per sviluppare corsi su misura, mentre altri si affidano a grandi system integrator come Tcs o Accenture. Tuttavia, Bhayani sottolinea che, anche con il supporto dei fornitori, l’automazione è ben lungi dall’essere un processo plug-and-play e richiede un adattamento ai contesti locali.
Puntare sull’automazione per migliorare la resilienza
Per Wayne Lotter, responsabile delle reti internazionali presso Telstra International, nel Sud-est asiatico l’automazione e l’intelligenza artificiale sono fondamentali per la resilienza. “Non solo si verificano condizioni meteorologiche avverse, ma anche una rapida industrializzazione, che può portare a lavori di costruzione che interrompono accidentalmente le infrastrutture di telecomunicazione”, aggiunge l’esperto. “Sfruttando tecnologie di rete avanzate, gli operatori possono rendere le loro reti più resilienti. È possibile prevenire e rilevare le interruzioni, il che può essere davvero cruciale in quei mercati. Durante un’interruzione, il traffico può essere reindirizzato prima che si verifichino disastri letterali, garantendo che tutto proceda come al solito e che i clienti non se ne accorgano”.
Bhayani e Lotter concordano sul fatto che la gestione dell’energia basata sull’intelligenza artificiale è un altro obiettivo importante da raggiungere in tempi brevi. Nella Ran, l’intelligenza artificiale può spegnere le apparecchiature durante i periodi di basso utilizzo e riattivarle quando necessario. Bhayani afferma che anche un miglioramento dell’efficienza del 5-10% “è significativo se si considera quanto costa la Ran all’operatore”.
Iniziare in piccolo, crescere rapidamente
Il consiglio di Martin per gli operatori dei mercati emergenti è chiaro: “Non pensate a questo come a un investimento in reti autonome, ma come a un investimento per rendere le vostre reti più automatizzate ed efficienti. Non è un lusso. È una necessità per ridurre i costi e aumentare i margini”.
Bhayani suggerisce di adottare un approccio graduale. “Iniziate con casi d’uso a basso rischio e aumentate gradualmente la complessità. Ciò consente l’apprendimento, l’adattamento e il miglioramento delle competenze della vostra forza lavoro, mostrando al contempo vantaggi tangibili per l’azienda”.
Lotter aggiunge che l’obiettivo non è sostituire le persone, ma potenziare il loro lavoro. “Le reti autonome non sostituiscono le persone, ma consentono alle reti di rispondere in modo più rapido, intelligente e coerente rispetto a quanto possano fare gli esseri umani da soli. In mercati in cui la domanda è in forte aumento e le risorse sono limitate, questo può fare la differenza tra essere all’avanguardia o rimanere indietro”, chiosa l’esperto.