Connect Europe, l’associazione che rappresenta i principali fornitori di connettività in Europa, ha siglato a Seul una dichiarazione congiunta con la Korea Telecommunications operators association (Ktoa) incentrata sulla creazione di reti affidabili e di un ambiente di investimento sostenibile nell’era dell’intelligenza artificiale.
In Corea del Sud Connect Europe ha anche partecipato al “Forum globale sulle reti affidabili nell’era dell’intelligenza artificiale”, ospitato dal deputato Lee Jung-heon del Partito Democratico.
Il forum ha evidenziato le attuali sfide legate alla scarsa competitività e all’insufficiente innovazione nel mercato europeo delle telecomunicazioni e ha indicato l’imminente legge dell’Ue sulle reti digitali, il Digital networks act, come misura per affrontare queste sfide.
Indice degli argomenti
Connect Europe e Ktoa allineate su reti, investimenti e AI
La dichiarazione congiunta individua quattro priorità chiave.
La prima è costruire reti di telecomunicazione stabili come base per l’intelligenza artificiale e l’innovazione dei servizi di nuova generazione, e instaurare un circolo virtuoso di investimenti.
La seconda è promuovere l’adozione dell‘intelligenza artificiale da parte degli operatori di telecomunicazioni.
La terza priorità è creare un ambiente normativo e politico prevedibile per il settore delle telecomunicazioni.
Quarto obiettivo, rafforzare la cooperazione digitale tra Corea e Ue.
Il valore della regulation Ue oltre l’Europa
La dichiarazione congiunta di Connect Europe e Ktoa riconosce il Digital networks act e il Cloud & AI Act dell’Ue come modifiche normative significative e sottolinea che la collaborazione sarà ulteriormente rafforzata sulla base del fondamento istituzionale stabilito dal Digital trade agreement tra Corea del Sud e Ue del 2025 e dalla Mutual adequacy decision on personal data protection.
Ktoa e Connect Europe hanno mantenuto una partnership internazionale continuativa dalla firma di un Memorandum d’intesa (Mou) nel 2023, incentrato sugli investimenti globali nelle telecomunicazioni e sulla trasformazione digitale. Nel 2024, le due organizzazioni hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che sottolinea l’importanza dello sviluppo delle reti di telecomunicazione.
In futuro, le due associazioni intendono rafforzare la cooperazione attraverso scambi regolari, gruppi di lavoro congiunti e raccomandazioni politiche, promuovendo l’innovazione e lo sviluppo sostenibile delle reti di telecomunicazione globali.
Il piano in otto fasi di Connect Europe per le tlc europee
L’anno scorso Connect Europe ha promosso una roadmap in otto punti che, sulla scia della relazione di Mario Draghi, chiede un’importante riforma della politica delle telecomunicazioni. Le otto fasi otto fasi (che l’associazione definisce “politiche”) rispondono ad altrettanti obiettivi:
rendere l’Europa più competitiva nel settore della connettività, raggiungendo una dimensione di scala, realizzando un vero mercato unico digitale per le imprese e i consumatori;
far sì che le regole risultino più semplici, chiare ed eque, eliminando gli oneri superflui, semplificando e armonizzando ulteriormente la regolamentazione settoriale con le regole orizzontali;
fornire un accesso gigabit a tutti i cittadini e alle imprese, più rapidamente, rivedendo radicalmente il quadro normativo dell’Ue e abbandonando l’attuale regolamentazione ex-ante;
creare un approccio alla politica dello spettro favorevole agli investimenti 5G e 6G;
promuovere l’equità e correggere le attuali asimmetrie nella catena del valore di Internet attraverso un meccanismo di risoluzione delle controversie che affronti le carenze nelle negoziazioni commerciali per il trasporto dei dati e applichi le stesse regole per servizi analoghi;
attuare una strategia industriale per una connettività avanzata e sicura per un’infrastruttura cloud edge delle telco europea competitiva e pronta per l’intelligenza artificiale e un ecosistema Ran aperto, anche con finanziamenti pubblici;
semplificare gli obblighi di rendicontazione in settori quali la cybersicurezza e la sostenibilità;
agevolare la transizione climatica per le infrastrutture digitali.
Il Digital Networks act sia “coraggioso”
Nella recente risposta alla Call for Evidence lanciata dalla Commissione Europea sul Digital Networks Act (Dna), Connect Europe ha esortato le istituzioni europee a cogliere l’opportunità cruciale del nuovo pacchetto normativo, sottolineando la necessità che il Dna sia una proposta coraggiosa che attui rapidamente le raccomandazioni contenute nei report di alto livello di Mario Draghi ed Enrico Letta.
Il nuovo pacchetto deve essere istituito come regolamento incentrato su competitività, semplificazione e armonizzazione, creando un contesto favorevole a massicci investimenti nelle infrastrutture digitali, incentivando l’innovazione, eliminando regolamenti obsoleti e troppo onerosi e garantendo parità di condizioni tra tutti gli attori del digitale.
“Solo attraverso l’impegno verso questi principi fondamentali e consentendo agli operatori di telecomunicazioni di raggiungere una scala adeguata, l’Europa potrà realisticamente raggiungere i suoi obiettivi digitali ambiziosi, garantendo connettività avanzata e sicura, cruciale per la resilienza e la prosperità economica del continente”, spiega Connect Europe.
L’associazione delinea cinque priorità chiave: semplificazione radicale del quadro normativo; passaggio da controlli ex-ante a ex-post per l’accesso wholesale, adottando il diritto della concorrenza e il Gigabit Infrastructure Act come quadro standard; politiche sullo spettro che garantiscano certezza per gli investimenti a lungo termine, estendendo la durata delle licenze (idealmente fino a 40 anni o a tempo indeterminato) e prevedendo il rinnovo automatico; correzione degli squilibri strutturali dell’ecosistema Internet, applicando il principio del “stesso servizio, stesse regole” e imponendo alle big tech di negoziare condizioni eque per i servizi di trasporto dati, con l’introduzione di un meccanismo vincolante di risoluzione delle controversie; governance efficace del mercato unico, rafforzando l’armonizzazione a livello Ue.