Anche le reti mobili devono ridurre le emissioni. È quanto emerge dal nuovo report “Environmental Sustainability and Reporting” pubblicato a maggio 2025 dall’Ngmn Alliance, che punta i riflettori sul ruolo del settore Ict nella transizione ecologica. Pur incidendo per appena l’1,7% sulle emissioni globali, le telecomunicazioni – spinte dalla diffusione della banda ultralarga e dalla crescita esponenziale della connettività – rappresentano un’infrastruttura strategica, in continua espansione. Per contenere il loro impatto ambientale, la strada indicata è chiara: servono misurazioni accurate delle emissioni lungo la filiera e una cooperazione più stretta tra operatori mobili (Mno) e fornitori tecnologici per costruire un futuro in cui reti mobili e sostenibilità procedano di pari passo.
Indice degli argomenti
Le sfide della sostenibilità per le reti mobili
Normative e standard per la sostenibilità delle reti mobili
Per i Mobile Network Operator, il primo grande ostacolo sulla strada della sostenibilità delle reti mobili è rappresentato dalla mancanza di un quadro normativo unificato. Gli operatori devono infatti confrontarsi con una pluralità di standard – dal Gri al Csrd, passando per il Cdp e il più recente Issb – ognuno con le proprie peculiarità in termini di ambito geografico, obblighi e destinatari. Questa eterogeneità rende complessa la raccolta e l’interpretazione dei dati ambientali, ostacolando il confronto tra aziende e Paesi. Una mappatura condivisa degli standard più rilevanti per il settore può contribuire a semplificare il lavoro degli operatori e a uniformare la rendicontazione, migliorandone la qualità e la comparabilità.
Dati primari e misurazione efficace per reti mobili sostenibili
La seconda sfida riguarda la qualità e l’affidabilità dei dati utilizzati per misurare le emissioni, un aspetto centrale per ogni strategia di reti mobili sostenibilità che voglia essere concreta e misurabile. Molti operatori si affidano ancora ai cosiddetti financial emission factors, ovvero stime basate sulla spesa economica sostenuta. Questo metodo, seppur semplice da applicare, risulta spesso impreciso, soprattutto per le emissioni di Scope 3, che rappresentano oltre il 90% dell’impatto carbonico complessivo del settore. Per ottenere una fotografia più realistica, il report Ngmn sottolinea la necessità di adottare i più accurati primary emission factors, ovvero dati reali legati all’intero ciclo di vita dei prodotti (cradle-to-gate). Questo approccio richiede strumenti Lca semplificati, una raccolta puntuale dei dati di consumo e il coinvolgimento diretto dei fornitori, in un’ottica di collaborazione trasparente e continua.
Supply chain complesse e infrastrutture condivise: come misurare l’impatto
Il terzo nodo da sciogliere è quello della complessità della filiera e delle infrastrutture condivise. Le catene di fornitura del settore telecomunicazioni sono articolate, globali e coinvolgono centinaia di attori tra hardware, software e logistica. Questo rende difficile ottenere dati primari affidabili, soprattutto dai fornitori di primo livello. Inoltre, la crescente tendenza a condividere infrastrutture – come torri, cavi sottomarini o data center – introduce ulteriori ambiguità nella ripartizione delle responsabilità sulle emissioni. È necessario stabilire criteri chiari e condivisi per determinare chi deve contabilizzare cosa, e su quali basi. Senza una governance solida e strumenti trasparenti, il rischio è quello di sovrapposizioni, omissioni o doppie contabilizzazioni che inficiano l’intero processo di rendicontazione.
La collaborazione come leva per il cambiamento
L’NGMN invita operatori e produttori a strutturare partnership più strette e trasparenti. Gli Mno devono fornire dati reali sul mix energetico utilizzato, mentre i fornitori devono garantire emission factors aggiornati e tracciabili. L’uso di requisiti standardizzati, progetti pilota condivisi e iniziative comuni può accelerare la transizione sostenibile del settore.
Soluzioni tecnologiche: l’era del carbon accounting intelligente
L’adozione di strumenti digitali di carbon accounting consente ai MNO di automatizzare i calcoli delle emissioni, mappare i fattori di impatto, integrare i dati nei sistemi Erp e migliorare la qualità della reportistica. Alcuni strumenti offrono funzioni avanzate come l’integrazione di banche dati Esg pubbliche e consulenze strategiche su misura.
Focus: emissioni da apparecchiature di rete
Il solo comparto Ran e reti fisse può rappresentare fino all’80% delle emissioni Scope 3 legate ai beni capitali per un MNO europeo. Ecco perché è fondamentale iniziare dal monitoraggio dei prodotti ad alta incidenza ambientale. Per alcuni operatori, 15 prodotti rappresentano già il 40% delle emissioni da acquisto. Focalizzarsi su questi “high runners” permette di ottimizzare gli interventi e massimizzare l’efficacia delle azioni di riduzione.
Il ruolo dei produttori: design ecocompatibile e filiere a basse emissioni
I produttori devono rendere i processi più efficienti e meno energivori, promuovere il design-for-environment, ridurre le emissioni incorporate (embodied carbon) e stimolare l’adozione di energie rinnovabili tra i fornitori. L’utilizzo di modelli parametrizzati basati sulla distinta base dei materiali (BoM) è una soluzione praticabile per migliorare la tracciabilità delle emissioni cradle-to-gate.
Infrastruttura condivisa: come allocare le emissioni
Il report esamina vari scenari – dal leasing alla proprietà consortile – per guidare gli operatori nel calcolo corretto delle emissioni legate all’infrastruttura condivisa. Sono proposte soluzioni per allocare l’impronta carbonica in base all’utilizzo effettivo, con l’obiettivo di evitare doppie contabilizzazioni e garantire trasparenza nei contratti tra lessori e tenant.
Verso il Net Zero: strategie per la sostenibilità delle reti mobili
L’azione concreta parte dal reporting
In una strategia che metta in primo piano il concetto di reti mobili e sostenibilità, misurare per agire è fondamentale: la rendicontazione ambientale deve diventare un motore di cambiamento, non un semplice adempimento normativo. Solo valutando correttamente le emissioni si possono stabilire obiettivi efficaci e intraprendere azioni mirate di riduzione.
Restare al passo con la regolamentazione
La velocità con cui evolve il panorama normativo richiede agli operatori un continuo aggiornamento. Identificare gli indicatori più rilevanti e armonizzare i framework di riferimentoè fondamentale per evitare dispersioni e ottimizzare le risorse.
Le aziende protagoniste delle regole del futuro
Contribuire attivamente allo sviluppo di normative e standard – tramite consultazioni pubbliche e progetti pilota – consente alle aziende di influenzare le politiche in modo coerente con le specificità del settore.
Dai fattori finanziari ai dati primari
Abbandonare i dati finanziari per passare a dati primari e misurabili rappresenta la svolta per migliorare l’accuratezza delle emissioni di Scope 3. Questo richiede il coinvolgimento diretto dei fornitori e la condivisione strutturata di informazioni cradle-to-gate.
Concentrarsi sulle apparecchiature più impattanti
Applicare il principio di Pareto: focalizzarsi sui dispositivi che rappresentano la quota maggiore delle emissioni per massimizzare l’efficienza delle strategie di riduzione.
Supply chain sotto la lente: il ruolo dei fornitori su reti mobili e sostenibilità
La valutazione ambientale della filiera è un elemento chiave. Serve coinvolgere attivamente i fornitori più rilevanti, monitorare i piani climatici e stimolare l’adozione di buone pratiche di sostenibilità.
Carbon accounting: strumenti per una governance data-driven
Gli strumenti avanzati di carbon accounting permettono di automatizzare il reporting, integrare i dati Esg nei sistemi gestionali e supportare decisioni strategiche basate su dati concreti. La scelta della soluzione deve essere coerente con le esigenze e dimensioni aziendali.
Appalti e acquisti più sostenibili
La sostenibilità deve entrare nei criteri di acquisto. Utilizzare parametri riconosciuti a livello internazionale consente di valutare i fornitori anche sulla base della loro performance ambientale, creando meccanismi premianti.
Condividere dati per migliorare la sostenibilità delle reti mobili
Serve abbattere le barriere informative tra MNO e fornitori. La trasparenza sui dati energetici, sui consumi per prodotto e sui fattori di emissione è essenziale per migliorare sia il reporting che l’efficacia delle strategie di riduzione.
La forza delle alleanze: progetti comuni come leva di cambiamento
La sostenibilità non può essere un obiettivo solitario. Solo tramite progetti condivisi, iniziative interaziendali e partnership strutturate, il settore può affrontare le sfide della transizione ecologica e diventare agente di cambiamento a livello globale.