SpaceX ha presentato alla Fcc una richiesta per lanciare fino a 15mila satelliti Starlink di seconda generazione, con l’obiettivo di offrire servizi Direct-to-Cell su scala globale. Il fulcro della strategia è l’acquisizione dello spettro a 2 GHz da EchoStar, un asset che potrebbe ridefinire il futuro delle reti satellitari mobili.
La mossa si inserisce in un contesto di crescente convergenza tra reti terrestri e spaziali. L’obiettivo è chiaro: superare le barriere infrastrutturali e garantire copertura mobile ubiqua, anche nelle aree più remote. SpaceX intende fornire servizi voce, messaggistica e broadband direttamente ai dispositivi mobili, senza dipendere da torri terrestri.
Questa visione si allinea con le esigenze di resilienza e inclusione digitale, in un mondo dove la connettività è diventata un diritto fondamentale. Le reti satellitari rappresentano oggi una risposta concreta alle sfide di copertura, latenza e scalabilità, soprattutto in contesti di emergenza, mobilità estrema e territori isolati.
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Banda 2 GHz: un asset strategico per la mobilità globale
Lo spettro acquisito da EchoStar comprende le licenze AWS-4 e AWS-H, oltre a diritti internazionali per il servizio mobile satellitare (Mss). SpaceX ha chiesto alla Fcc di approvare il trasferimento, sostenendo che l’operazione è nell’interesse pubblico e fondamentale per espandere la copertura mobile.
Secondo la documentazione ufficiale, la banda 2 GHz permetterà a SpaceX di raggiungere utenti mobili negli Stati Uniti e nel mondo, in particolare dove le reti terrestri sono assenti o temporaneamente inattive. Il presidente della Fcc, Brendan Carr, ha definito l’accordo un “potenziale game changer” per i consumatori americani.
La banda 2 GHz è particolarmente adatta per applicazioni mobili, grazie alla sua capacità di penetrazione e alla compatibilità con i dispositivi consumer. Il suo utilizzo in ambito satellitare apre scenari inediti per la copertura diretta ai device, con implicazioni anche per la gestione dello spettro e la neutralità tecnologica.
Starlink Direct-to-Cell: tecnologia e ambizioni
La nuova costellazione Starlink sarà progettata per sfruttare appieno le potenzialità della banda 2 GHz. SpaceX promette una capacità di throughput fino a 20 volte superiore rispetto ai satelliti attuali. In condizioni favorevoli, sarà possibile offrire connettività 5G completa, paragonabile all’esperienza Lte terrestre.
Il servizio sarà sviluppato in partnership con gli operatori mobili, con l’obiettivo di integrare le reti 5G e colmare i vuoti di copertura. Un esempio concreto è la collaborazione con T-Mobile, che dal 1° ottobre amplierà il servizio T-Satellite includendo anche la trasmissione dati via satellite.
La tecnologia Direct-to-Cell rappresenta una discontinuità rispetto ai modelli tradizionali di roaming satellitare, basati su terminali dedicati. Qui il paradigma è diverso: il satellite diventa una cella mobile, capace di dialogare direttamente con lo smartphone, senza hardware aggiuntivo.
EchoStar e SpaceX: una convergenza strategica
La relazione tra EchoStar e SpaceX ha vissuto una svolta significativa. Charlie Ergen, presidente di EchoStar, ha elogiato SpaceX durante il World Space Business Week di Parigi, definendola “uno dei migliori vendor” della sua carriera. Ha anche dichiarato che, se dovesse investire in un’azienda diversa dalla sua, sceglierebbe proprio SpaceX.
Questa convergenza ha portato EchoStar a diventare azionista di SpaceX, facilitando il passaggio delle licenze. “Una volta che erano disposti a pagare il giusto prezzo di mercato per lo spettro, è stato naturale procedere”, ha commentato Ergen.
L’accordo segna una ricomposizione degli equilibri nel settore delle reti satellitari, dove le alleanze strategiche diventano fondamentali per affrontare le sfide di scala, interoperabilità e regolamentazione.
Il nodo dei dispositivi mobili e il ruolo di Apple
Un punto critico riguarda la compatibilità dei dispositivi mobili con la banda 2 GHz. Attualmente, lo spettro acquisito da SpaceX non è supportato dagli smartphone. Secondo l’analista Tim Farrar, Apple potrebbe abbandonare Globalstar e siglare un accordo esclusivo con Starlink, aprendo la strada a una integrazione diretta tra iPhone e rete satellitare. Ergen ha ipotizzato che SpaceX possa persino lanciare un proprio telefono Starlink, ma ritiene più probabile un’intesa con Apple. Se confermata, questa evoluzione potrebbe ridefinire il mercato Direct-to-Device e consolidare la posizione di SpaceX come attore dominante.
La questione dei terminali è centrale per il successo del modello D2C. Senza compatibilità nativa, il rischio è di limitare l’adozione su larga scala, soprattutto nei mercati consumer. Da qui l’importanza di accordi con i produttori di smartphone e chipset.
Concorrenza e scenari geopolitici
SpaceX non è l’unico attore in corsa per il mercato Direct-to-Cell. Ast SpaceMobile e Lynk Global stanno sviluppando soluzioni simili, con approcci tecnologici differenti. Ast punta su satelliti grandi e potenti, Lynk su piccoli satelliti con capacità di messaggistica. Ma nessuno ha la capacità di lancio e produzione di SpaceX.
La competizione si gioca anche sul piano geopolitico. Le reti satellitari sono sempre più viste come infrastrutture strategiche, capaci di garantire continuità operativa in scenari di crisi, blackout o conflitti. Il controllo dello spettro e delle orbite basse diventa quindi una questione di sovranità digitale.
Impatti sulle infrastrutture telco e sulla banda ultralarga
La strategia di SpaceX si inserisce in un quadro più ampio di trasformazione delle infrastrutture telco, dove le reti satellitari e la banda ultralarga giocano ruoli complementari. La possibilità di offrire connettività resiliente e ubiqua attraverso una rete ibrida satellitare-terrestre apre nuove prospettive per l’inclusione digitale, la mobilità intelligente e l’industria 4.0.
Verso una nuova era della connettività globale
Con il lancio della nuova costellazione e l’integrazione della banda 2 GHz, SpaceX punta a eliminare le zone d’ombra della connettività mobile, offrendo un servizio globale, scalabile e ad alte prestazioni. Il progetto rappresenta una svolta strategica per il settore telco, con implicazioni che vanno ben oltre il mercato statunitense.